Un recente studio sociologico ha suddiviso l’ebraismo sionista religioso da questo punto di vista. Un quaranta per cento di “religiosi borghesi” – “cittadini”, pur su posizioni di destra mantengono un approccio più moderato, rispettoso della legalità e meno ostile alla maggioranza “laica”. Un trenta per cento è costituito dall’ala degli ultras “messianici”, guidati da Rabbini intransigenti che danno più direttive dei politici: essi sono pronti ad opposizioni violente e si contrappongono ad ogni apertura verso i nemici, con i quali occorre usare una politica di forza, arrivando al retaggio del Rav Meir Kahane, l’alfiere del transfer (un suo discepolo è stato eletto nella lista dell’Unione Nazionale). Un trenta per cento, infine, si definisce ortodosso moderno, impegnato in movimenti di rinnovamento, in primis nella “Revolution” femminista ortodossa, alla quale riservo una trattazione a parte. Questo settore dà una valutazione positiva dei tesori della Cultura dei Popoli e propende per un coinvolgimento sociale, elementi particolarmente importanti in questa fase di crisi economica generale; non prende posizioni dogmatiche e a prioristiche nel contesto politico. Religiosi di questo tipo li troviamo in tutti i partiti, a destra e persino in Merez, tanto che ci si domanda se la riduzione drastica della rappresentanza parlamentare del Sionismo osservante, a differenza della forza numerica degli ultraortodossi e di Shas, non indichi il superamento di formazioni settoriali.continua qui
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