IRAN: GLI SCENARI E I PIANI DI ATTACCO DEL POSSIBILE ATTACCO ISRAELIANO CONTRO GLI IMPIANTI NUCLEARI
(AGI) - Gerusalemme, 15 mag. - Barack Obama ha intimato a Israele di non attaccare l'Iran ma probabilmente le forze armate (Idf) dello Stato ebraico non sarebbero in grado di distruggere tutti gli impianti nucleari di Teheran e anche in questo caso un eventuale successo potrebbe trasformarsi in un inferno. Questa la conclusione cui sono giunti due studiosi del prestigioso 'Center for Strategic and International Studies di Washington'. In un approfondito studio di 114 pagine, citato da Haaretz Abdullah Toukan e Anthony Cordesman, prendono in considerazione tutte le variabili militari, strategiche, politiche e di scenario del caso. La conclusione e' che "un attacco militare israeliano contro gli impianti nucleari iraniani e' possibile (ma) sarebbe complesso ed estremamente rischioso e senza alcuna certezza che la missione nel complesso possa avere successo". PROBLEMI DI INTELLIGENCE: Il primo ostacolo e' che oltre agli impianti noti gli iraniani potrebbero averne anche di segreti, dove potrebbero proseguire indisturbati le attivita' di arricchimento dell'uranio. L'altro punto e' la stretta finestra di opportunita' per l'operazione considerato che per gli israeliani Teheran sara' in grado di costruire la prima bomba tra il 2009 e il 2012 mentre gli Usa ritengono che cio' non possa accadere prima del 2013. I PIANI DI ATTACCO: I due studiosi si sono concentrati sulla fattibilita' di un attacco solo contro le tre principali installazioni nucleari: il centro di ricerca di Isfahan, il complesso per l'arricchimento dell'uranio di Natanz e il reattore in costruzione ad acqua pesante di Arak. Non solo la distruzione dei tre centri non assicurerebbe la fine delle attivita' di ricerca ma l'aeronautica israeliana (Iaf) dovrebbe impegnare il grosso della propria flotta aerea. Si parla di non meno di 90 caccia-bombardieri a partire da tutti i 25 F-15E del loro arsenale e 65 F-16. A questi si dovranno aggiungere 5 aerocisterne Kc-130 e quattro B-707 per rifornire all'andata e al ritorno i jet armati degli ordigni piu' potenti e pesanti in dotazione: le bombe a guida laser di fabbricazione Usa GBU-27 da 900 chilogrammi e le GBU-28 da 2,2 tonnellate. Entrambi gli ordigni definiti 'bunker buster' ('distruggi bunker') sono gli unici in grado di perforare i laboratori sotterranei di Natanz sepolti a almeno 25 metri di profondita'. Le GBU-28 si sono dimostrate efficaci fino a 30 metri. Tutti gli aerei saranno coperti da due jet Gulfstream G550 dotati dello stesso sistema di disturbo dei radar che riusci' a nascondere gli aerei israeliani che il 6 settembre del 2007 distrussero la sospetta centrale nucleare siriana di Dayr az-Zawr. Un altro rebus sono le possibili rotte di attacco: la migliore corre lungo la frontiera turco-siriana, taglia attraverso il nord dell'Iraq per raggiungere il suolo iraniano dopo oltre 2.000 chilometri di volo a bassissima quota. Le difficolta', spiegano Toukan e Cordesman, non sono finite perche' i 3 impianti sono protetti da decine di batterie missilistiche e da centinaia di cannoncini contraerei. Sempre che i russi non abbiano gia' venduto a Teheran - malgrado le smentite - i quasi impenetrabili sistemi antiaerei S-300 in grado di abbattere almeno il 30% dei jet. Gli autori dello studio hanno anche preso in considerazione l'eventualita' - non tecnicamente scartabile viste le difficolta' di un raid aereo - di un attacco con missili balistici: i Jericho II a III con gittate che vanno rispettivamente da 1.500 fino a un massimo di 6.500 chilometri. MA per distruggere i soli tre obbiettivi presi in considerazione ne servirebbero almeno 42 ipotizzando tutti centri perfetti. Improbabile infine un bombardamento dell'altra centrale nucleare di Busher. L'impianto completato dai russi e' in fase di accensione e il bombardamento della copertura del noccio causerebbe migliaia di morti in Iran per il fall-out radioattivo ma anche pericolose contaminazioni in Barhein, Qatar e Emirati Arabi Uniti (sulla rotta dei venti che scorrono da nord) alleati degli Usa. LE CONSEGUENZE: Mentre e' ritenuta altamente improbabile una risposta della Siria, principale alleato dell'Iran, la rappresaglia di Teheran si dispiegherebbe su piu' fronti. La Repubblica islamica potrebbe colpire Israele non solo direttamente con i missili a media gittata Shahab-3 (2.000 chilometri di gittata) ma anche scatenando la rappresaglia di Hamas dalla Striscia di Gaza a sud e delle milizie sciite di Hezbollah dal Libano a nord. In particolare questi ultimi, che gia' nel conflitto dell'estate del 2006 martellarono con 4.000 razzi lo Stato ebraico, secondo stime attendibili avrebbero a disposizione un arsenale di 40.000 razzi. Una minaccia contro cui Israele non ha alcuna difesa. A parte le rappresaglia militari Teheran giochera' la carta del petrolio bloccando come ha gia' minacciato piu' volte lo stretto di Hormuz. Per i 34 chilometri del braccio di mare che chiude il Golfo Persico, tra Iran e Oman, passa il 20% di tutto il petrolio estratto nel mondo.
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