uri Avnery : sono i militari che comandano in Israele

da Misna  : dal Libano a Gaza
Luglio 2006 - “Chi tornasse in Israele dopo una lunga assenza e guardasse la tv potrebbe ricavarne l’impressione che una giunta militare stia governando il paese, in maniera (già) sudamericana. Su tutti i canali televisivi, ogni sera compare una parata di alti gradi militari in uniforme. Spiegano non solo le azioni militari del giorno, ma commentano anche questioni politiche e costruiscono la linea politica e di propaganda. Durante tutte le altre ore di trasmissione, circa una dozzina di generali ripete ancora e ancora il messaggio dei comandanti delle forze armate. (Alcuni di loro non sembrano specialmente intelligenti, per non dire semplicemente stupidi. Fa paura pensare che queste persone hanno potuto a volte decidere chi può vivere e chi deve morire.) D’accordo, siamo una democrazia. L’esercito è del tutto soggetto alle istituzioni civili. Secondo la legge, il consiglio dei ministri è il “comandante supremo” dell’esercito (che in Israele include la marina e l’aeronautica). Ma in pratica oggi sono gli alti comandi militari che decidono questioni militari e politiche. Quando Dan Halutz (che si è visto per ora almeno una volta anche sugli schermi televisivi italiani, ndr) dice ai ministri che il comando militare ha deciso su questa o quella operazione, nessun ministro osa esprimere opposizione. Di sicuro non gli sfortunati ministri del partito Laburista…”. Più avanti Avnery aggiunge: “Ora non è più un segreto: questa guerra è stata preparata da molto tempo. I corrispondenti militari con fierezza hanno scritto questa settimana che le forze armate si sono esercitate per questa guerra in tutti i suoi dettagli da alcuni anni. Appena un mese fa si svolse una grande esercitazione per simulare l’ingresso di forze di terra nel sud del Libano; in un momento in cui sia i politici sia i generali andavano ripetendo 'non ci ficcheremo più nel pantano libanese, non vi porteremo mai più forze di terra'. Adesso nel pantano ci siamo e grandi forze di terra vi operano”. Più avanti, concludendo, l’ex-deputato israeliano scrive: “Il risultato sarà un rafforzamento di Hezbollah, non solo oggi, ma per anni a venire. Forse sarà questo il principale risultato della guerra, più rilevante di qualsiasi successo militare. E non solo in Libano, ma in tutto il mondo arabo e musulmano. Di fronte agli orrori che riempiono molti schermi televisivi e di computer, anche l’opinione mondiale sta cambiando. Quella che era stata vista come una risposta giustificata alla cattura di due soldati si manifesta ora come la barbara azione di una brutale macchina bellica. L’elefante nel negozio di cristalli”. Avnery conclude: “Da questa guerra niente di buono potrà venire, né per Israele né per il Libano né per la Palestina. Il 'Nuovo Medio Oriente' che ne scaturirà sarà un posto peggiore in cui vivere”. Alle parole di Avnery forse non è irragionevole aggiungere un paio di drammatici interrogativi: è questo stesso pantano di sangue e macerie, governato da giunte militari e forze della violenza assortite, quel “Grande Medio Oriente” da anni vagheggiato dai neo-conservatori che hanno oggi il potere a Washington? Come fermare tanta distruttiva follia? 
A Tel Aviv, come da tempo denunciano molti osservatori – primo fra tutti l’ex-parlamentare israeliano Uri Avnery – il potere è ormai in mano ai militari: “Ognuno sa che questa campagna, a Gaza come in Libano – scrive Avnery - è stata preparata e ordinata dalle forze armate. L’uomo che prende le decisioni in Israele è adesso Dan Halutz. Non è un caso che il lavoro in Libano sia stato affidato all’Aeronautica.” Halutz, un generale nato nel 1948 in una famiglia mista iraniano-ebrea, il 1° giugno 2005 venne nominato capo di stato maggiore delle forze armate dopo una lunga carriera in aeronautica. Ehud Olmert - da qualche mese primo ministro che, secondo Avnery, aspira a essere riconosciuto come “macho-macho e Sharon numero 2” - e il presunto “pacifista” ministro della Difesa ed ex-sindacalista laburista Amir Peretz (nato in Marocco con il nome di Armand nel 1952) si limiterebbero a ratificare quello che Halutz decide. E che forse aveva deciso da tempo, se si deve credere a un articolo pubblicato qualche giorno fa dal quotidiano “Jerusalem Post” in cui si affermava che una mobilitazione anche di riservisti era stata disposta ben prima che venisse rapito il caporale a Gaza. Vladimir Putin, al margine del G8 ha detto tra l’altro: "Dobbiamo fare il massimo sforzo per risolvere questa crisi con mezzi pacifici. Condanniamo ogni atto terroristico, compresa la cattura di ostaggi, ma abbiamo l'impressione che, al di là della restituzione dei soldati, Israele persegua altri obiettivi maggiori". Solo Israele? E il “Grande Medio Oriente”. tutto riformato e “conquistato” così caro all’attuale amministrazione di Washington e a quelle dozzine di neo-conservatori che vi si sono installati e a molti dei 300 capi delle grandi "corporations" americane che a loro fanno capo? 

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