Misna : testonianza terribile dell'ospedale di Shifa
1 vuole le statistiche, i dati? Glieli do subito: 540 morti, 2550 feriti; 171 bambini uccisi, 744 bambini feriti; un terzo dei morti sono donne o bambini; metà dei feriti sono donne o bambini”: è senza fronzoli nelle sue risposte il dottor Samir Skaik, direttore del pronto soccorso dell’ospedale di Shifa, la struttura sanitaria più importante della Striscia di Gaza. Raggiunto dalla MISNA, Skaik usa nelle risposte la stessa rapidità che è costretto a usare per visitare e operare i feriti che a centinaia stanno affluendo in questi giorni all’ospedale. “Sa perché le dico quanti bambini e quante donne – aggiunge quasi per recuperare un’umanità che chi attacca sembra aver dimenticato – le dico questo perché lei mi avrebbe chiesto quanti sono di Hamas e quanti non lo sono. Donne e bambini sicuramente non lo sono, ma le dirò che anche le altre vittime sono quasi esclusivamente civili”. All’ospedale Shifa, il tempo sembra essersi fermato; ogni ora è uguale se non peggiore a quella precedente. “Bombardamenti, pausa, bombardamenti, ora anche combattimenti - continua Skaik - lavoriamo senza sosta da giorni; qui operiamo, mangiamo, ci riposiamo; abbiamo assistito centinaia di persone, centinaia sono morte, centinaia sono ancora per strada. Vede – continua – quelle che ho citato prima sono le cifre ufficiali, i nomi o i corpi senza nome che abbiamo registrato, ma i nostri barellieri ci riferiscono che decine di corpi sono rimasti per strada perché è impossibile prenderli senza correre rischi; e quanti siano i morti e i feriti rimasti al freddo non lo sa nessuno”. Nel racconto del medico palestinese le storie si intrecciano tra di loro, non c’è tempo per la compassione, serve valutare e intervenire nel giro di pochi minuti, senza l’ausilio di attrezzature adeguate: “Il nostro principale problema adesso è la mancanza di corrente elettrica e il cattivo funzionamento dei generatori; poi mancano anche medicinali e attrezzature mediche, siamo costretti a tenere notte e giorno le finestre aperte per evitare che i vetri delle finestre vadano in frantumi a causa delle esplosioni e qui a Gaza è inverno, c’è freddo”. Ma il freddo per il dottor Skaik è l’ultimo dei problemi, mentre un nuovo bombardamento dell’aviazione israeliana passa tra le maglie della censura militare che ha vietato ai giornalisti di entrare a Gaza e raggiunge la cornetta del telefono. “Immaginate la Striscia di Gaza; un enorme casermone sovrappopolato senza soluzione di continuità. Qualunque ordigno venga lanciato su Gaza causa vittime civili, causa feriti che non possiamo curare, causa amputazioni. Noi stiamo cercando di fare del nostro meglio – conclude Skaik – voi provate a immaginare tutte le cose più tremende che possano succedere in una guerra e avrete l’immagine esatta di ciò che sta avvenendo a Gaza”.[GB]
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Guerra di Gaza : testimonianze cristiane, laiche,palestinesi, ebraiche,israeliane | ||
2 nell'inferno dell'ospedale di Gaza : “Non c’è nessuna crisi umanitaria a Gaza” - ha assicurato domenica Oved Yehezkel, segretario del governo di Israele. E invece c’è, eccome se c’è. Basta accendere il pc a qualunque ora per imbattersi nel sangue dei civili palestinesi e nella furia devastatrice dell’esercito israeliano. Oggi, Taghreed El-Khodary ha prestato i suoi occhi ai lettori del New York Times e li ha portati nell’inferno del Shifa Hospital. Sangue ovunque, grida, pianti. “I don’t know what kind of weapons Israel is using” - si chiede sconcertata l’infermiera Ziad Abd al Jawwad. Da quando lavora al Shifa non ha mai visto una simile emergenza amputazioni. Quasi un’epidemia. Già, che razza di armi usano gli israeliani per ridurre i palestinesi in questo stato? Alla morgue, il pianto straziante di una donna a cui hanno riconsegnato la salma di sua figlia. Aveva diciassette anni, ora solo la metà di lei verrà seppellita. L’altra, si è dissolta nell’esplosione. Almeno, si consola la madre, il viso è rimasto intatto. Il dottor Mads Gilbert è norvegese, arrivato a Gaza una settimana fa. La crisi umanitaria? è sotto agli occhi di tutti, come l’odore della morte, un vapore untuoso che arriva ad impregnare persino l’anima. Al Shita, denuncia Gilbert, manca tutto - mancava prima dell’aggressione israeliana, figuriamoci adesso. Farmaci, anestetici, monitor, apparecchiature chirurgiche, stufe, pezzi di ricambio. Tutte le finestre dell’ospedale sono state disintegrate dalle esplosioni. Si dorme da giorni con le finestre aperte, come in tutta Gaza, con temperature intorno allo zero. Per il dottor Gilbert the situation was the worst he had seen. Gli infermieri non fanno più il turn-over. qualcuno di loro è rimasto ucciso, gli altri lavorano 24 ore su 24 finchè il loro fisico regge. Continuano a pulire il sangue che stilla dalle lenzuola, dai lettini, dai pavimenti, ma il fetore che si respira allo Shifa è atroce
.I don’t know what kind of weapons Israel is using -
Nell’inferno del Shita Hospital di Gaza
Amira Hass: Wounded Gaza family lay bleeding for 20 hours
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