1.200 abitanti isolati dall'esercito, nell'area più povera della Cisgiordania



e Nazioni Unite dichiarano l'emergenza acqua e le autorità israeliane rispondono con un ordine di demolizione di una nuova cisterna di acqua e di abitazioni.
At-Tuwani, Colline a Sud di Hebron: Il 4 luglio l'esercito israeliano ha chiuso ulteriormente l'unico accesso all'area di Masafer Yatta, la zona più povera della Cisgiordania in cui vivono circa 1200 persone. La strada deve rimanere sempre aperta, secondo il diritto umanitario internazionale e secondo un'accordo tra Autorità Palestinese e lo Stato d'Israele, in quanto a Yatta vi è l'ospedale, le scuole superiori e il mercato in cui i pastori dell'area si recano a vendere i prodotti della pastorizia.Tra gli abitanti dell'area vi è anche una donna che partorirà a breve. Diversi blocchi sulla stessa strada, e a pochi metri uno dall'altro, erano stati messi nei giorni precedenti, così che da oggi con l'aggiunta di montagne di terra e detriti che chiudono la strada, è impossibile passare con qualsisi mezzoL'area è indicata dall'Ufficio per il Coordinamento degli Aiuti Umanitari (OCHA) delle Nazioni Unite, in stato di emergenza per la scarsità d'acqua. L'Amministrazione Civile israeliana, che dovrebbe garantire i diritti degli abitanti dell'area, ha consegnato il 27 giugno un ordine di demolizione per una cisterna dell'acqua costruita di recente ad At-Tuwani grazie alla Cooperazione spagnola. Con la strada chiusa neanche i trattori adibiti al trasporto d'acqua possono passare.
Lo stesso giorno nel villaggio di UmmFaqqara sono stati consegnati gli ordini di demolizione per una moschea, un generatore a gasolio e delle piccole case in cemento con tetto di lamiera. In questo villaggio come molti altri nell'area, la popolazione vive in grotte. Gli abitanti dell'area vivono sopravvivendo di pastorizia e piccola agricoltura, anche grazie agli aiuti alimentari delle organizzazioni internazionali.L'area semidesertica è priva di energia elettrica e di acquedotto a causa dei permessi negati per realizzarli da parte delle autorità israeliane.
La popolazione è anche sotto attacco quotidiano dei vicini coloni estremisti nazional-religiosi di Maon, Havat Maon e Susyia.
Solo nel mese di giugno i coloni dell'area hanno compiuto diverse aggressioni, due delle quali conclusesi all'ospedale per 4 palestinesi. In una di queste aggressioni, avvenuta nel villaggio di Susiya (demolito tre volte dall'esercito negli anni passati) vi è stato un pestaggio di alcuni anziani palestinesi ad opera di giovani coloni armati di spranghe. Alcuni abitanti del luogo hanno filmato l'evento, le cui immagini sono state trasmesse dalla Bbc. La notizia è stata ripresa dall' International Herald Tribune, New York Times e altri media locali ed internazionali.
Gli abitanti dell'area da anni hanno scelto la lotta nonviolenta in risposta alle violenze di esercito e coloni, per questo l'Operazione Colomba e il Christian Peacemaker Teams vivono quotidianamente a fianco della popolazione locale, collaborando anche con le associazioni israeliane per i diritti umani attive nella zona.

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