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Amira Hass The Sacred Task of Preventing Palestinians From Reaching Work

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There’s an officer in charge of freedom of information at the Coordinator of Government Activities in the Territories, but she’s not familiar with the Freedom of Information Law. About a month ago, she said so at a court hearing on a petition asking the Defense Ministry to clarify the criteria for revoking entry permits of relatives of assailants against Israelis. The author of the petition, attorney Tamir Blank, asked the officer whether she had considered his request for information under the law’s provisions that temper the Shin Bet security service’s exemption regarding providing information. Her reply was: “I don’t know. I’m not familiar with the law.” This strange revelation just makes worse the off-the-cuff order by then-Defense Minister Avigdor Lieberman in August 2016: to cancel the existing entry permits to Israel of relatives of Palestinian assailants. The petition under the Freedom of Information Law is the cherry on the top of a legal battle – which has not received pu

Ramzy Baroud e Romana Rubeo :Il legame tra Mussolini e Jabotinsky: le radici nascoste del passato fascista di Israele

Israele e identità ebraica laica e religiosa Israele politica nazionale-estera-militare Il legame tra Mussolini e Jabotinsky: le radici nascoste del passato fascista di Israele 4 febbraio 2020 –  Palestine Chronicle Non è sorprendente che il capo dell’opposizione italiana, Matteo Salvini, abbia promesso che, se diventerà il prossimo primo ministro italiano, riconoscerà Gerusalemme capitale di Israele. Salvini guida la Lega, precedentemente nota come Lega Nord, un partito che è stato a lungo considerato una moderna espressione dell’ideologia fascista a lungo in letargo del Paese. I precedenti di Salvini in quanto ad affermazioni a favore di Israele e di cieca fedeltà a Tel Aviv sono antichi quanto la carriera politica del personaggio. Il fatto che Salvini abbia fatto il suo debutto politico a livello nazionale con un annuncio non fatto a Roma ma a Tel Aviv è sufficiente a evidenziare la centralità di Israele nel suo discorso politico. Inoltre Salvini è il ragazzo

Nathan Thrall : Il piano di pace in Medio Oriente di Trump rivela la dura verità.

Stato Palestinese o realtà virtuale? 29 gennaio 2020 –  New York Times Questa non è una rottura dello status quo. È il culmine naturale di decenni di politica americana. Martedì scorso il presidente Trump ha reso pubblico dopo una lunga gestazione il suo piano per la pace in Medio Oriente, il cosiddetto “accordo del secolo”. Questo prevede che vi sia uno Stato palestinese in Cisgiordania e Gaza; che Gerusalemme, compresa la Città Vecchia, sia la capitale indivisa di Israele; che Israele annetta tutte le colonie, nonché la Valle del Giordano, che costituisce quasi un quarto della Cisgiordania, compreso il confine orientale con la Giordania, con la creazione di uno Stato-arcipelago palestinese a macchia di leopardo, circondato come da un mare dal territorio israeliano. Trump ha annunciato che gli Stati Uniti riconosceranno la sovranità israeliana su tutto il territorio che il piano assegna a Israele, e poco dopo, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è impegnat

Le radici di noi ebrei laici. Dialogo con Rosita Luzzati in occasione dei trent’anni di Shorashim

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ebrei europei ed italian di Bianca   Rosita Luzzati fotografata da Bianca Ambrosio Dialogo con Rosita Luzzati in occasione dei trent’anni di Shorashim Quando eravamo piccoli il sabato andavamo a  Shorashim . Si arrivava alle dieci di mattina, i primi anni nella storica sede di via San Gimignano e più avanti all’Umanitaria; ci si divideva per gruppi di età e con i propri madrichim si entrava in classe e si imparavano vicende bibliche e qualche parola di ebraico, si faceva merenda con i popcorn e la coca cola, si cantavano canzoni con il madrich Alex (Soria) che suonava la chitarra – cantavamo le canzoni delle feste ebraiche ma anche il gatto e la volpe di Bennato o Gam Gam – e infine si scendeva in cortile a giocare a pallone o a go-go-go. Ci accompagnavano e ci venivamo a riprendere, a turno, i miei genitori, i genitori dei Benveniste, degli Alazraki o dei miei cugini Beilin, tutti nomi che Rosita Luzzati ricorda bene. Vado a farle visita una domenica