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Norman Finkelstein e Amy Goodman : Le molte menzogne perpetuate a proposito di Gaza

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Le molte menzogne perpetuate a proposito di Gaza L’America deve tutto agli Haitiani Trump punisce i Palestinesi per dare un esempio al mondo Israele rischia una possibile inchiesta da parte della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra per il suo attacco del 2014 contro Gaza che uccise più 2.100 palestinesi, tra cui 500 bambini. Per saperne di più parliamo con Norman Finkelstein, autore del nuovo libro ‘ Gaza: An Inquest into its Martyrdom’ [Gaza: un’indagine sul suo martirio]. E’ autore di molti altri libri, tra cui “L’industria dell’Olocausto: lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei” e ‘ Knowing Too Much: Why the American Jewish Romance with Israel Is Coming to an End’ [Sapere troppo: perché l’innamoramento degli ebrei statunitensi nei confronti di Israele sta arrivando alla fine]. AMY GOODMAN: Prima di cominciare a parlare più estesamente di Gaza volevo chiederti velocemente quali hai pensato siano state le motiv

Michelle Goldberg : il sionismo liberale è morto?

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Sintesi  personale Il mese scorso, Donald Trump ha annunciato che gli Stati Uniti avrebbero  spostato la loro ambasciata   da Tel Aviv a Gerusalemme, facendo infuriare i palestinesi, che vogliono Gerusalemme Est come capitale di un futuro stato palestinese.  Nonostante ciò  non si sono scatenanti  disordini diffusi nei paesi musulmani. Mentre il mondo ha respinto la nuova politica , gli stati arabi sembravano tacitamente accettarlo.  Come ha  riferito il  New York Times la  settimana scorsa  , un ufficiale dell'intelligence egiziana ha persino chiamato influenti conduttori di talk show per esortali  a tenere il loro pubblico lontano dall'indignazione anti-israeliana. Per alcuni conservatori negli Stati Uniti, l'apatica risposta araba dimostra che Trump aveva ragione.  Il Daily Caller si è gongolato nel rifiuto di Trump di permettere alle "minacce palestinesi di violenza" di influenzare gli Stati Uniti. Questo argome

Daniele Rocchi :Il grido dei giovani cristiani di Gaza: “Aiutateci a restare nella nostra terra” | AgenSIR

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I l grido dei giovani cristiani di Gaza: “Aiutateci a restare nella nostra terra” Ha preso il via dalla Striscia di Gaza la visita in Terra Santa dei vescovi di Usa, Canada, Ue e Sud Africa (Holy Land Coordination). Nella parrocchia cattolica della Sacra Famiglia, composta da solo 138 fedeli, i vescovi hanno ascoltato le parole del parroco, padre Mario Da Silva, e il grido dei giovani locali, desiderosi di restare nella loro terra ma spinti a lasciarla dalle sempre più gravi e disagiate condizioni di vita e dalle crescenti pressioni fondamentaliste. (Foto AFP/SIR)   Da Gaza) L’ultimo raid aereo israeliano risale nella notte tra sabato 13 e domenica 14 gennaio. Jet con la Stella di David hanno bombardato una zona a est della città di Rafah, al confine con l’Egitto distruggendo un tunnel, presumibilmente di Hamas, che correva verso Egitto e Israele. Ma il parroco di Gaza, padre Mario Da Silva , religioso brasiliano dell’Istituto del Verbo in

Tra i ritardi dell’ANP e le minacce di Israele, Gaza sta andando verso l’ignoto

Abbas dichiara morti gli accordi di Oslo: “Il piano di pace di Trump è uno schiaffo e noi glielo restituiremo.” L’ANP sta sfruttando la storia invece di affrontare la realtà Imporre la pace: Trump e i palestinesi Perché tagliare gli aiuti USA all’Autorità Nazionale Palestinese non è una cattiva idea Tra i ritardi dell’ANP e le minacce di Israele, Gaza sta andando verso l’ignoto Motasem A Dalloul 4 gennaio 2018,  Middle East Monitor Le due principali fazioni palestinesi, Hamas e Fatah, sono responsabili delle divisioni interne ai palestinesi, ma il 12 ottobre dello scorso anno hanno firmato insieme un accordo di riconciliazione sponsorizzato dall’Egitto. I palestinesi di Gaza hanno festeggiato l’accordo, che è stato presentato come la fine del decennale blocco da parte di Israele, dell’Autorità Palestinese e dell’Egitto. Come gesto di buona volontà, Hamas ha sciolto il suo comitato amm

Rapporto OCHA del periodo 19 dicembre 2017 – 1 gennaio 2018

Nei Territori palestinesi occupati (TPO), durante il periodo di riferimento del presente bollettino, l’ondata di proteste e scontri è continuata, seppur con intensità ridotta; era iniziata il 6 dicembre, dopo il riconoscimento di Gerusalemme quale capitale di Israele da parte degli Stati Uniti. Dall’inizio delle proteste, complessivamente, 14 palestinesi sono stati uccisi e 4.549 sono stati feriti dalle forze israeliane. Le persone ferite durante tale periodo rappresentano circa il 56% del totale dei feriti nel 2017. Nella Striscia di Gaza, in scontri correlati alle summenzionate proteste, tre civili palestinesi sono stati uccisi dalle forze israeliane e 280 sono rimasti feriti; altri due civili sono morti per le ferite riportate in episodi simili accaduti durante il precedente periodo di riferimento. Gli episodi si sono svolti vicino alla recinzione perimetrale tra Gaza e Israele ed hanno comportato lanci di pietre contro le forze israeliane schierate dalla parte

ZEITUN : articoli sulla posizione dell'ANP, Israele , Trump

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1     L’ANP sta sfruttando la storia invece di affrontare la realtà gennaio 10, 2018 Ramona Wadi 9 gennaio 2018, Middle East Monitor Solo una settimana dopo che il leader dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato che importanti decisioni verranno prese nel 2018, ci sono già degli indizi che una delle priorità sia prolungare lo stallo politico a beneficio di Israele. Lunedì l’agenzia Wafa [agenzia di stampa ufficiale dell’ANP, ndt.] ha informato che il comitato centrale dell’OLP [Organizzazione per la Liberazione della Palestina, che riunisce la maggior parte dei gruppi politici palestinesi ed è dominata da Fatah, ndt.] terrà un incontro il 14 gennaio, apparentemente per “cercare una nuova prospettiva politica” riguardo alle conseguenze dell’annuncio del presidente USA Donald Trump del riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele. La breve nota di stampa si riferisce a una dichiarazione del presidente del consiglio n