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- Nurit Peled: "Vi racconto la mia Israele"

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Qual è la differenza tra habbeh e Intifada?

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 Sintesi personale Palestinesi e gli arabi sono ancora incerti su cosa per chiamare la protesta che ha avuto inizio alla vigilia del capodanno ebraico il 13 settembre 2015. Da allora, 89 palestinesi , 12 soldati israeliani e  coloni ebrei  e israeliani sono stati uccisi e molti altri feriti. Dopo la prima intifada del 1987 e la seconda Intifada del 2000 ci sono voluti esperti e politici  per decidere, se quella a cui stiamo assistendo oggi  è  Intifada nella terminologia palestinese  o semplicemente una limitata  esplosione di  proteste popolari  chiamata  "habbeh jamaherieh" in arabo. Le differenze hanno determinato la spaccatura all'interno del movimento palestinese  :  Mahmoud Abbas l'ha definita  habbeh, mentre i leader ei media pro-Hamas "Al-Aqsa Intifada". Mohammad Omar, uno dei maggiori esperti dei media giordani,  ha spiegato ad Al-Monitor che è difficile distinguere tra i due termini. "Il mondo arabo considera

Gerusalemme. Uccisi un israeliano a coltellate e 2 palestinesi

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Gerusalemme. Uccisi un israeliano a coltellate e 2 palestinesi Protagoniste di un attacco al mercato di Gerusalemme Ovest due cugine del campo profughi di Qalandiya di 16 e 14 anni, che hanno ferito un altro… nena-news.it/gerusalemme-uc… AGGIORNAMENTO ORE 16.15 A una stazione di rifornimento sulla statale 443 da Gerusalemme per Tel Aviv un israeliano 18enne è stato ucciso a coltellate da un palestinese che dopo qualche attimo è stato ucciso a sua volta dai colpi sparati da un altro israeliano. AGGIORNAMENTO ORE 13 – UN’ADOLESCENTE PALESTINESE UCCISA A GERUSALEMME, UN’ALTRA IN GRAVI CONDIZIONI DOPO ATTACCO CON FORBICI   Una ragazzina palestinese di 14 anni, Hadil Wajiya Awad, del campo profughi di Qalandiya, è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco nel mercato centrale di Gerusalemme Mahane Yehuda dopo che, assieme alla cugina, aveva pugnalato al torace con delle forbici  un palestinese di 70 anni residente a Betlemme. della

Il Kurdistan iracheno apre agli ebrei esiliati

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  After KRG formally welcomes Jews back to Iraq, will their numbers increas The opening of a Jewish representation office in Iraqi Kurdistan gives exiled Iraqi Jews a glimmer of hope of returning to their homeland after fleeing persecution… al-monitor.com  Sintesi personale Molti ebrei iracheni , costretti ad andarsene per le persecuzione , sognano di tornare in patria. Essi conservano una nostalgia per i loro templi e per  le strade dove sono cresciuti. Può essere difficile o in ultima analisi impossibile per un gran numero di loro  trasformare questo sogno in realtà, ma alcuni hanno cominciato a tornare grazie ad una legge recentemente approvata nel Kurdistan iracheno. Il mese scorso il governo regionale del Kurdistan (KRG) ha annunciato l'apertura di un ufficio di rappresentanza ebraica presso il Ministero degliAffari Religiosi, aumentando il numero di religioni ufficialmente riconosciute a sette.Le altre sono  : l'Islam, il Cristi

Yair Auron : ​“Non è intifada, sono atti di disperazione”

“Non è intifada, sono atti di disperazione” Abbiamo intervistato Yair Auron , professore alla Open University e co-fondatore di Gariwo-Israele, sulle notizie che giungono da Israele e sulla prossima cerimonia del 4 novembre nel Giardino dei Giusti di Neve Shalom , dove si ricordano i turchi che salvarono gli armeni nel Metz Yeghern, gli armeni che salvarono gli ebrei nella Shoah e i palestinesi ed ebrei che hanno salvato persone del popolo nemico in Medio Oriente. Che cosa ha portato lei, ebreo, a interessarsi della tragedia degli armeni? Ho iniziato a studiare il genocidio armeno 25 anni fa, sulla base della mia lunga esperienza di studioso della Shoah. La cosa più importante per me adesso è l’educazione. Ho sviluppato dei corsi sui genocidi per le università di Israele, che purtroppo finora trattavano solo dell’Olocausto, e sono l’unico professore israeliano che insegna i genocidi. Che cosa vuol dire ricordare oggi il genocidio armeno, nel suo c

Deborah Dirani : Quando la morte è una lezione di umanità

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            Quando la morte è una lezione di umanità Al funerale civile, non laico - ci tiene a precisare - ogni preghiera, ogni benedizione, ogni lacrima sarà accolta. Anche quelle di un Imam. E, scusatemi, ma io mi alzo in piedi e abbasso gli occhi. Perché io stessa, che vivo con la… www.huffingtonpost.it Oggi che il mondo si raggomitola su se stesso, che si chiude e inalbera una corazza a difesa dei suoi valori e della sua gente, che blinda frontiere e restringe passaggi, oggi c'è un uomo che a questo mondo dà una lezione di umanità commovente. È un uomo normale, o almeno lo era fino a 10 giorni fa: aveva un lavoro, una casa, una moglie, una figlia. Al mattino si alzava, afferrava gli occhiali dal comodino, si beveva un caffè, andava in ufficio, ci stava fino a sera poi, dopo un adeguato numero di ore, compiva il percorso inverso e tornava a casa, si levava gli occhiali e si addormentava nella rassicurante certezza della sua t

Francesca Borri : A Hebron i giovani non riescono più a sognare

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  A Hebron i giovani non riescono più a sognare È qui che non si è più umani, in questa città divisa in area H1 e H2, la prima sotto controllo palestinese, la seconda sotto controllo israeliano. internazionale.it | Di Francesca Borri Nov 2015 10.55 Francesca Borri , Yedioth Ahronoth , Israele Forse è meglio andare uno alla volta. Così sembriamo meno pericolosi. O forse no: sembriamo più sospetti. Però la carta di identità no, non in mano, o penseranno che sia un coltello. Oddio: e poi come la tiri fuori? Penseranno che hai un coltello in tasca. Ma soprattutto: cosa stanno dicendo? Stai fermo o sparo? O stanno dicendo: Perché stai fermo? Ora sparo? Sono solo duecento metri, e stai solo cercando di tornare a casa. Ma è così Hebron, hai l’esercito a ogni angolo, e dubbi a ogni passo.