Post

Francesca Borri : A Hebron i giovani non riescono più a sognare

Immagine
  A Hebron i giovani non riescono più a sognare È qui che non si è più umani, in questa città divisa in area H1 e H2, la prima sotto controllo palestinese, la seconda sotto controllo israeliano. internazionale.it | Di Francesca Borri Nov 2015 10.55 Francesca Borri , Yedioth Ahronoth , Israele Forse è meglio andare uno alla volta. Così sembriamo meno pericolosi. O forse no: sembriamo più sospetti. Però la carta di identità no, non in mano, o penseranno che sia un coltello. Oddio: e poi come la tiri fuori? Penseranno che hai un coltello in tasca. Ma soprattutto: cosa stanno dicendo? Stai fermo o sparo? O stanno dicendo: Perché stai fermo? Ora sparo? Sono solo duecento metri, e stai solo cercando di tornare a casa. Ma è così Hebron, hai l’esercito a ogni angolo, e dubbi a ogni passo.

Nonna Naima e i giovanissimi di Gaza che vogliono “resistere studiando”

Immagine
            Nonna Naima e i giovanissimi di Gaza che vogliono “resistere studiando” 20 novembre 2015 dall'inviato Daniele Rocchi Il sogno di “Um George”, vecchia signora 84enne, è di poter vedere un giorno il Papa nella sua terra. I ragazzi che… bocchescucite.org     Il sogno di  “Um George”, vecchia signora 84enne, è di poter vedere un giorno il Papa nella sua terra. I ragazzi che frequentano l’Holy Family School, gestita dal Patriarcato latino di Gerusalemme, testimoniano il loro desiderio di pace e di rinascita. La condanna ferma del terrorismo e la scommessa sullo studio Ricordano ancora le bombe cadere sopra le loro case e le grida di dolore dei loro amici e parenti rimasti sotto le macerie. Nella mente è forte la memoria dei loro congiunti morti. Non c’è famiglia a Gaza che non abbia avuto un lutto o dei feriti nel corso dell’ultima guerra con Israele, denominata “Margine Protettivo” (8 luglio-26 agosto 2

Amir Oren : studio americano dichiara che Israele ha 115 testate nucleari

Immagine
Sintesi personal   Israele ha prodotto 660 kg di plutonio nel suo reattore nucleare di Dimona e lo ha utilizzato per fare 115 testate nucleari,  così afferma  uno studio dell'Istituto di Washington   per la Scienza e la Sicurezza Internazionale (ISIS) pubblicato Venerdìì L'istituto diretto da David Albright  ha elaborato un' analisi professionale e non prende una posizione anti-israeliana. Oltre alle armi progettati per essere sganciate da un aereo, secondo la relazione, Israele detiene anche missili  nucleari che possono essere lanciati da sottomarini, ciascuno con una testata dai 3 ai 5 Kg di plutonio. La potenza totale potrebbe essere usato per fare  dalle 90 alle  290 testate,. Si calcosa che Israele abbia circa  115.bombe nucleari  Altri istituti di ricerca hanno proposto altre stime  che vanno dalle  80 alle  200 testate nucleari Amir Oren Israel Has 115 Nuclear Warheads, U.S. Research Institute Says di Amir Oren

Israel Has 115 Nuclear Warheads, U.S. Research Institute Says di Amir Oren

Immagine
Israel has 115 nuclear warheads, U.S. research institute says HAARETZ.COM Israel produced 660 Kg of plutonium in its nuclear reactor in Dimona, and used it to make 115 nuclear warheads, which it holds in its arsenal today, a study by the Washington D.C.-based Institute for Science and International Security (ISIS) published Friday alleges. The institute, headed by David Albright, aims at professional analysis and doesn't take an anti-Israeli stance. The report on Israel's nuclear program is a chapter in a series on the civil and military programs of nuclear nations. According to the institute's researchers, since starting to produce plutonium in its Dimona reactor, in December 1963, Israel has amassed between 400 to 91

Chiara Cruciati : Lo scontento palestinese in Israele

Lo scontento palestinese in Israele «Arresti arbitrari di giovani donne e uomini, repressione della libertà di espressione e di protesta, detenzione amministrativa, brutalità della polizia, violazione dei diritti degli arrestati, detenzioni per reato di opinione». La lista snocciolata dall’avvocatessa Suhad Bishara, dell’associazione legale palestinese Adalah , è lunga. Sono le misure prese nelle scorse settimane di proteste, e attentati, palestinesi in Cisgiordania e dentro lo Stato di Israele. D'altronde ancora ieri, 19 novembre, è stata una giornata particolarmente sanguinosa: cinque i morti - quattro ebrei (incluso un giovane statunitense) e un palestinese - in due differenti attacchi avvenuti a Tel Aviv e nei dintorni di Hebron, in Cisgiordania. I due responsabili palestinesi sono stati arrestati e le loro abitazioni saranno presto demolite come misura di ritorsione. C’è chi la chiama intifada e chi preferisce aspettare prima di etichettare la rivolta i

Enzo Bianchi : “L’Islam non è tutto violento e le crociate hanno causato più morti dell’ISIS”

Immagine
        Enzo Bianchi: "L'Islam non è tutto violento e le crociate hanno causato più morti dell'ISIS" |... Enzo Bianchi è priore della comunità di Bose. lafedequotidiana.it | Di Michele M Ippolito Gli attentati di Parigi hanno riaperto il problema, quanto mai serio, del rapporto mai semplice, del mondo islamico con quello occidentale. Si tratta di una relazione delicata. Ne parliamo col Priore della Comunità monastica di Bose, Enzo Bianchi. Priore, il Papa in riferimento ai fatti di sangue, ha detto che uccidere nel nome della divinità è una bestemmia, condivide questa posizione? “La condivido in pieno. Nessuno è autorizzato ad usare il suo Credo per spargere del sangue.  Io sono convinto che oggi nell’ Islam esiste certamente una frangia radicale, estremista e violenta. Questa parte radicalizza ogni discorso e strumentalizza la religione a fini che nulla hanno a che spartire col sacro”. L’Islam è tutto violento per 

Dalla paura nascerà un nuovo legame sociale. Rileggere Ulrick Beck contro il terrorismo

Immagine
Dalla paura nascerà un nuovo legame sociale. Rileggere Ulrick Beck contro il terrorismo "La paura crea la propria realtà", scriveva il sociologo tedesco Ulrich Beck. Una realtà che mette il mondo in radicale pericolo. "Senza una lingua per il futuro" -… vita.it La paura crea la propria realtà", scriveva il sociologo tedesco Ulrich Beck. Una realtà che mette il mondo in radicale pericolo. "Senza una lingua per il futuro" - dichiarò nel 2001, in una conferenza alla Duma - vivremo in una società mondiale del rischio" dove parole come "guerra", "violenza", "crimine", "terrorismo" indicherano tutto e niente lasciando l'uomo in balia dei suoi fallimenti. Ma dalla paura può anche inaspettatamente nascere un nuovo legame sociale. Il suo lavoro più noto lo aveva pubblicato nel 1986, l’anno della catastrofe di Černobyl . Risikogesellschaft , tradotto in itali

Italia: musulmani contro l'Isis.Not in My Name a Roma

Immagine
  "No all'Isis". Il grido dei musulmani italiani che vogliono la pace "No Isis. Se volete attaccarci troverete noi per primi. Troverete me […], venitemi a prendere se siete in grado. Sono io a difendere l’Italia e da qui non me vado. Sono… www.huffingtonpost.it         Not in My Name a Roma. Il grido di una giovane manifestante: "Isis, sono io a difendere l'Italia. Siamo contro di voi"   Un velo azzurro le copre il capo. Alle sue spalle c'è un cartello con su scritto "Tutti contro il terrorismo". Si chiama Manik ed è una ragazza tunisina che studia all'università La Sapienza di Roma: "Mi mancano gli ultimi esami per laurearmi in biologia, sono musulmana e dall'Italia non me ne vado", dice. Poi alza le mani al cielo e inizia a urlare sempre più forte, quasi a perdere la voce: "Noi non siamo l'Isis. Se volete attaccarci troverete noi per

Michele Giorgio : Hebron nella morsa

  Hebron nella mors Sulla superstrada che da Betlemme porta a Hebron l’autista del nostro taxi service in alcuni tratti tocca i 130. «Non intendo rischiare, i coloni sono arrabbiati dopo quanto è accaduto ieri (giovedì) e non voglio… ilmanifesto.info/hebron-nella-m… Michele Giorgio HEBRON Sulla superstrada che da Betlemme porta a Hebron l’autista del nostro taxi service in alcuni tratti tocca i 130. «Non intendo rischiare, i coloni sono arrabbiati dopo quanto è accaduto ieri (giovedì) e non voglio prendermi le loro pietre», ci dice con tono preoccupato riferendosi all’attacco armato che un palestinese di Beit Awwa, un villaggio a sud di Hebron, ha compiuto allo svincolo per gli insediamenti ebraici di Etzion uccidendo due ebrei, un colono e un giovane americano, Yaakov Don ed Ezra Schwartz, e un palestinese, Shadi Arafeh. In realtà, scrive qualche giornale, Arafeh non sare

Norma Rangeri :Al mercato della paura

Immagine
Al mercato della paura Vogliono farci vivere con la paura addosso. Vogliono condizionare la nostra vita quotidiana. Vogliono limitare la nostra libertà. Tutti siamo d’accordo su questo aspetto non secondario, anzi direi centrale, degli… ilmanifesto.info  Vogliono farci vivere con la paura addosso. Vogliono condizionare la nostra vita quotidiana. Vogliono limitare la nostra libertà. Tutti siamo d’accordo su questo aspetto non secondario, anzi direi centrale, degli effetti del terrorismo stragista. Chi mette bombe allo stadio, chi si fa esplodere in un bar, chi agisce come i cecchini nella sala di un concerto abbattendo ragazze e ragazzi uno dopo l’altro, questo intende dirci: vogliamo farvi vivere nel terrore e siamo capaci di colpirvi dove e quando vogliamo. Capire questo è fondamentale. Ma il terrore passa, si diffonde e ci invade anche attraverso l’informazione. E di questo «effetto collaterale» sono c

Gideon Levy : Quando l'esercito israeliano non viene perseguito dalla giustizia, il ciclo di morte continua Samir Awad e Lafi Awad.

Immagine
Gideon Levy : When the IDF Doesn't Pursue Justice, the Cycle of Death Continues  Sintesi personale Amici di Lafi Awad siedono sulla sua tomba in silenzio. Ogni tanto un altro amico si unisce a loro battendo le mani  con incredulità e dolore. Alex Levac In che modo le forze di difesa israeliane imparano la lezione e come  il suo sistema di giustizia insegna ai soldati  che uccidono qualcuno senza motivo,  come cercare di evitare il ripetersi di atti criminali? Risposta: non lo fa . Il risultato è che il ciclo continua   senza sosta  nel villaggio cisgiordano d i Budrus. Nel gennaio 2013 i soldati dell'IDF hanno ucciso un ragazzo di 16 anni, studente del liceo, Samir Awad. Era andato  vicino a una sezione della barriera di separazione nei pressi della sua scuola, un atto dimostrativo di coraggio tra i bambini del villaggio. E 'stato colpito alla gamba da un agguato organizzato da quattro soldati nascosti