Moni Ovadia: «Che orrore la strage a Charlie Hebdo, ma l’Islam non è tutto così»
Moni Ovadia sul palco nello spettacolo "Doppio fronte" La prima guerra mondiale? Piuttosto “la prima carneficina mondiale”. È il pensiero di Moni Ovadia, che mercoledì porta al Rossetti di Trieste e giovedì al Verdi di Pordenone il suo “Doppio fronte - Oratorio per la Grande Guerra dalle lettere dal fronte”, di e con Lucilla Galeazzi e lo stesso Moni Ovadia. «Quella guerra - spiega l’attore, drammaturgo, scrittore e musicista nato nel ’46 a Plovdiv, Bulgaria, milanese d’adozione - fu uno sterminio di massa che preparò la seconda guerra mondiale. Furono mandati a morire migliaia e migliaia di poveracci, carne da cannone. Lo spiegava lo stesso Cadorna: bisogna mandare al fronte più uomini di quanti ne uccidano le mitragliatrici, l’unica munizione che non manca al nostro Paese sono gli uomini, se muoiono pazienza. Qui si muore a torrenti umani, sc