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Palestine's vision of peace is clear

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We believe that no just and lasting peace can be achieved without respecting the rights of everyone, including both Palestinians and Israelis. Palestinian President Mahmoud Abbas in Ramallah on June 2, 2014. / Photo by AP By Mahmoud Abbas Published 18:00 07.07.14 Twenty-six years have passed since the Palestine Liberation Organization officially endorsed the two-state solution. In a painful and historic decision, Palestine recognized the State of Israel based on pre-1967 territory, conceding over 78 percent of Palestinian land. Rather than seize this opportunity for peace, the current Israeli government

Sacrificare alleanze e il futuro israeliano per l'Altare di Elad

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  Sacrificing Israel’s Friendships – and Future— at the Altar of Elad Last week, the Israeli online magazine +972 reported that Maj. Gen. (ret.) Amos Yadlin, the former head of military intelligence and the current director of the... peacenow.org  Sintesi personale   La scorsa settimana, la rivista online israeliana +972 ha  riferito che Maj. Gen. (RET.) Amos Yadlin, l'ex capo dell'intelligence militare e l'attuale direttore dell'Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale, e premio Nobel Elie Wiesel, hanno  firmato  un comjunicato congratulandosi con i coloni per la presa in consegna  di  circa 7 edifici (con più di 20 appartamenti) a Gerusalemme Est, nel quartiere palestinese di Silwan, che i coloni chiamano la Città di Davide / Ir David. L'annuncio diceva: Alla vigilia di Sukkot  siamo felici di congratularci  con le decine di nuove famiglie che si stanno unendo all' insediamento ebraico di Ir D

Palestina: gruppi estremisti ebraici prendono d’assalto la moschea Al Aqsa

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  Gruppi ebraici estremisti hanno preso d’assalto i cortili della moschea Al Aqsa, sotto la protezione delle forze di sicurezza israeliane che hanno istituito un cordone di sicurezza all’entrata della spianata delle moschee impedendo ai palestinesi sotto i 50 anni di entrare per il secondo giorno di fila. Centinaia di palestinesi sono stati costretti a pregare in prossimità dei posti di blocco, secondo quanto dichiarato da Mahmoud Abu Atta, portavoce della Fondazione Al-Aqsa per il waqf e per il patrimonio. Decine di giovani palestinesi si sono riuniti questa mattina davanti all’entrata della spianata delle moschee, per protestare contro l’irruzione dei gruppi estremisti ebraici.   http://arabpress.eu/palestina-coloni-prendono-dassalto-moschea-aqsa/ Allegati

I diritti umani secondo l’Islam, la Carta che si ispira al Corano

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I diritti umani secondo l'Islam, la Carta che si ispira al Corano | Voci Globali Giovani studenti liceali leggono la Dichiarazione dell'81 che ha voluto essere specifica per i membri dell'Islam e superare la Carta universale del '48. vociglobali.it Data 15 October 2014 di Redazione [Anche quest'anno Voci Globali ha portato il Corso in Diritti Umani e Giornalismo Partecipativo al liceo E. Fermi di Bologna. Parte del programma è l'elaborazione - da parte degli studenti - di articoli e riflessioni su alcuni dei temi trattati durante gli incontri] Gabriele Giordani ( 4^ G ); Teresa Nicoli Aldini ( 4^ H ); Erica Degli Esposti ( 2^F ); Marianna Selleri ( 2^C ) Nel 1981, nella sede dell’ UNESCO, a Parigi, venne emessa la Dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo in seguito alle critiche mosse dalle autorità islamiche contro una visione troppo occidentale dei diritti de

Francia : altri ebrei francesi hanno aderito allo Stato Islamico

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Sintesi personale Vi è un  certo numero di ebrei ,tra i più di 1.000 cittadini francesi che hanno aderito allo Stato islamico, un funzionario del governo francese ha dichiarato a Channel 2 News di Israele. Alcuni di loro si sono convertiti all'islam. La rivelazione arriva pochi giorni dopo le notizie emerse   di un 'adolescente ebrea francese facente parte del gruppo delle 100 giovani donne che hanno lasciato la Francia per unirsi jihad in Siria nel corso dell'ultimo anno e mezzo. Meyer Habib, un membro ebreo del parlamento francese, ha specificato che i sospetti jihadisti erano argomento di conversazione all'interno della comunità ebraica di Francia,ma  non vi è alcuna prova ufficiale  che abbiano aderito all' IS. Un rabbino francese ha dichiarato che la questione è di grande preoccupazione per molti nella comunità ebraica. "E 'inconcepibile quanto  accaduto", ha detto a Channel 2 More Jews have joined Islamic State, French

More Jews have joined Islamic State, French official says

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More Jews have joined Islamic State, French official says - Jewish World News A handful of Jews, some converts to Islam, among 1,000 French citizens who have joined jihad, Channel 2 reports. haaretz.com There are a number of Jews among the more than 1,000 French citizens who have joined the Islamic State, a French government official told Israel's Channel 2 news. Citing figures compiled by the French Interior Ministry, the official on Monday said intelligence shows there are people "of Jewish extraction," some of whom converted to Islam, among those who joined the jihadist group. The official emphasized that there are only a small handful of Jews among the IS recruits – not enough to consider it

470 palestinesi in detenzione amministrativa

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  Israel holding more than 470 Palestinians in administrative detention – highest number in 5 years Alla fine di agosto, dopo di Operazione Fratello Keeper  sono  473  i  detenuti amministrativi - il numero più alto dall'aprile 2009 La detenzione amministrativa è la detenzione senza processo,  in violazione delle restrizioni imposte dal diritto internazionale. Il governo di Israele deve rilasciare tutti i detenuti amministrativi o perseguire  in conformità con il dovuto processo. ALLEGATI    Mel Frykberg :Detenzione amministrativa e prigionieri palestinesi Haaretz: la maggioranza degli Israeliani non sa cosa sia la detenzione amministrativa e l'alimentazione forzata G .Levy: la detenzione amministrativa: senza prove, senza certezze Sguardo critico sul sistema giudiziario militare di Israele Haaretz : La detenzione amministrativa è una delle misure più offensive di un regime contro i diritti civili di una persona.

Gran Bretagna, ok alla mozione che riconosce la Palestina

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  Noam Sheizar | Pubblicato 13 ottobre 2014   Sintesi personale Centinaia di personalità israeliane ( accademici, ex ministri e vincitori del Premio Israel)    hanno firmato una lettera pubblica invitando i parlamentari britannici a sostenere il riconoscimento dello Stato palestinese  Tra i  firmatari ci sono :  il premio Nobel Prof. Daniel Kahneman, ex ministro del Meretz Ran Cohen e Yossi Sarid, quattro ex Parlamentari (tra cui Natomi Chazan, l'ex capo del New Israel Fund), sei vincitori del Premio Israel  e l'ex procuratore generale Michael Ben Yair. Nella lettera si legge: Noi,  israeliani che ci preoccupiano per il benessere dello Stato di Israele, crediamo che l'esistenza  e la sicurezza di Israele dipendano dalla esistenza  e dalla sicurezza di uno Stato palestinese. Per questo motivo i   sottoscritti invitano il Parlamento del Regno Unito a  votare a favore della mozione  che sarà discussa  Lunedi 13 ottobre 2014  per chiedere a
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“Rifugio”. Viaggio tra le comunità cristiane del Medio Oriente “Il Medio Oriente cristiano è un crocevia di storia antica e contemporanea, di popoli stretti fra il sacrificio di restare e la fuga verso un Occidente muto e sordo nei loro confronti”. Incontro con Linda Dorigo e Andrea Miluzzi, autori del progetto fotografico “Rifugio”. E di un lungo viaggio... Linda e Andrea hanno fatto un viaggio. E’ iniziato a luglio 2011 ed è finito da poco. Un lungo percorso che ha toccato nove paesi del Medio Oriente alla ricerca delle comunità cristiane, per trovarle, scoprirle, capire come vivono. Per conoscerle e soprattutto conoscere le nostre origini, le origini dell’ “Occidente”.  “Abbiamo convissuto con le comunità cristiane e le loro vite hanno dato forma al nostro racconto. Da millenarie popolazioni nate e svil

Palestina: si scatena la violenza dei settler contro i palestinesi e contro gli attivisti per la raccolta delle ulive

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Breaking the Silence ha condiviso un link . "The Palestinians complained that the settlers kept bothering them with their farming and wouldn’t let them get to their grazing areas with their sheep. The left-wingers came to support the Palestinians and went with them to the grazing are as, while the Jews called the army to get the Palestinians away from there, because they were getting too close to the settlement (...) the more serious ones involved a patrol moving the Palestinians from a certain area, and once or twice we arrested left-wing activists because they were in a closed military zone, which is forbidden." As soldiers we also found ourselves compelled to stand idly by as settlers attacked Palestinian residents and peace activists. This is what happens when your job description is to defend settlers/perpetrators. Read the full testimony here>> http://www.breakingthesilence.org.il/testimonies/database/41652   I palestinesi si s

Gaza, "Impossibili la ricostruzione se continua il blocco israeliano"

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In vista della conferenza dei donatori globali per la ricostruzione di Gaza, Oxfam lancia l'allarme: se continuano le restrizioni, ci vorranno 50 anni per ricostruire i territori distrutti della Striscia. A fronte delle 89 mila case e 226 scuole distrutte nel conflitto, ad un mese dal cessate il fuoco, sono solo 500 camion con materiale da ricostruzione entrati a Gaza 10 ottobre 2014 ROMA - Alla vigilia della Conferenza internazionale sulla ricostruzione di Gaza, che si terrà il 12 ottobre al Cairo, Oxfam denuncia la grave situazione in cui rischia ancora di trovarsi per lungo tempo la popolazione che vive all'interno della Striscia. "Se non si raggiunge rapidamente un accordo per la fine del blocco israeliano su Gaza, la maggior parte del denaro raccolto in occasione della conferenza dei donatori globali per la ricostruzione della Striscia resterà ferma in conti bancari per decenni, prima che raggiunga la popolazion

«Museo e uscita dall'Ucei». Per la Comunità ebraica stasera il Consiglio decisivo

Memoria e polemiche «Museo e uscita dall'Ucei». Per la Comunità ebraica stasera il Consiglio decisivo Memoria e polemiche «Museo e uscita dall'Ucei». Per la Comunità ebraica stasera il Consiglio decisivo «Avvio della procedura per l'uscita della Comunità ebraica romana dall'Unione delle comunità ebraiche italiane; uscita della comunità ebraica dal consiglio d'amministrazione del Museo della Shoah». Sono i due punti choc all'ordine del giorno del Consiglio della comunità ebraica romana, che si riunirà questa sera. Le polemiche - non solo sotterranee - non sono mancate: così qu ella di oggi s'annuncia come una discussione lunga e sfibrante: all'ordine del giorno anche il bilancio della Comunità e la gestione dell'ospedale. Intanto, appare chiara la scelta della lista «Hazak», pur se in minoranza rispetto alla «Per Israele» del presidente Riccardo Pacifici: «Si tratta di argomenti decisivi per il futuro dell'ebraismo in Italia», di

Il coraggio delle donne curde contro l'ISIS.Aiutate Kobanê!

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Il coraggio delle donne curde contro l'Is non può essere ignorato e "messo da parte" o  "strumentalizzato": lasciamo ai politici il loro cinico gioco Aiutate Kobanê! Di vari collaboratori 10 ottobre 2014 Fate pressione sui vostri governi affinché evitino un massacro a Kobanê e una nuova escalation della Guerra civile in Turchia! Per favore firmate la petizione sul link: https://www.change.org/p/tbmmresmi-insani-ve-askeri-yardım-için-kobaniyekoridoraç Con 500.000 abitanti che per lo più fuggiti da altre zone della Siria, la città di Kobanê nella regione curda della Siria, (“Rojava), è sotto l’assedio dell’organizzazione terrorista fino da metà settembre. Kobanê è sotto attacco dai fronti Est, Ovest, e Sud. Appena pochi chilometri a nord c’è il confine con la Turchia. L’ISIS ha massacrato civili nelle regioni che occupa, ha venduto nei mercati molte donne come schiave. Scappando da un probabile massacro, circa 65.000 persone di Kobanê

Women on the Frontline: attiviste arabe si riuniscono a Tunisi

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Webdo.tn (08/10/2014). Attiviste per i diritti delle donne del mondo arabo si riuniranno a Tunisi dal prossimo 10 ottobre fino al 12 per stilare il bilancio della partecipazione femminile nella regione ed elaborare strategie appropriate per promuoverne il ruolo e affrontare la crisi sociale attuale. L’evento, che avrà luogo a Tunisi, si inscrive nel quadro del programma  Women on the Frontline promossa dalle ONG Hivos, Oxfam e PwC. Alla riunione saranno presenti le rappresentanti di diverse organizzazioni femminili di Egitto, Tunisia, Siria, Iraq, BAhrein, Yemen e Libia. Tra loro, per citare qualche nome, figurano: Sawsan Zakzak, della Lega delle Donne Siriane; Zahra Langhi, della Piattaforma delle Donne Libiche per la Pace; Najoua Makhlouf, della Commissione Nazionale delle Donne dell’Unione Generale del Lavoro tunisina (UGTT); Nihal Saad Zaghloul, la cyber-attivista egiziana (da sinistra a destra nella foto). http://arabpress.eu/women-on-the-frontline-attiviste-arab