Palestina. Le "cicatrici" di un rapper
Si chiama "Scars of Gaza" ed è l'ultimo video di Raffoul, uscito ad agosto, proprio durante i recenti bombardamenti. Uno squarcio a parole nella follia che ormai da decenni ha preso il sopravvento nella sua terra, e un invito a non stare zitti di fronte alle atrocità di cui il popolo palestinese è testimone ogni giorno , e non solo durante gli ultimi brutali attacchi di quest'estate. Questa è sempre stata la peculiarità di questo rapper, i cui testi rappresentano un viaggio nella sofferenza di una vita sotto l'apartheid israeliana, sofferenza vissuta in prima persona e le cui cicatrici vengono fuori nella sua arte. "Possiamo rimanere in silenzio mentre il genocidio continua – recita l'attivista Dahlia S. Wasfi nell'introduzione al video - Oppure possiamo alzare le nostre voci per le vittime che sono state messe a tacere, e per coloro che lottano per sopravvivere". Raffoul se la prende anche con i media, soprattutto occiden