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Gideon Levy : They came, they razed, they left: A visit to a destroyed Palestinian village

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………………………………………… The remains of Homsa, March 10, 2014. The demolition was over in an hour. Photo by Alex Levac …………………….. http://www.haaretz.com/weekend/twilight-zone/.premium-1.585009 Israel is continuing to destroy systematically the villages of shepherds who live in the Jordan Rift. Last week, the Civil Administration demolished Homsa, another tiny Palestinian village. In January, 160 residents of the valley were made homeless; last year, twice as many were left homeless as in the year before. Again the same unconscionable sights: heaps of debris, bare metal pegs lunging out of the earth, crushed fences, destroyed animal pens and squashed tin huts; remnants of personal property strewn all over; sheep wandering about looking in vain for shade; chickens pecking about; despondent shepherds; wretched sheep dogs; runny-nosed children curled up in Grandmother’s lap and merciless sun beating down. Residents of Homsa. April 10, 2014. Photo by Alex Levac Another Pales

Akiva Eldar : popolo ebraico e pubblico palestinese

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   Sintesi personale La sera del 7 aprile, ero seduto nel cortile della scuola di   the Hand in Hand   che si trova alla periferia del villaggio arabo di Kafr Qara .    ragazzi e le ragazze hanno  applaudito il cantante israeliano Ehud Bana i, il  musicista arabo George Sam'an e i loro gruppi. Genitori ,  insegnanti , uomini e donne, sia ebrei che arabi, hanno partecipato al10 ° anniversario di questo evento della scuola bilingue . Tenendosi per mano hanno iniziato a cantare e  a ballare ,le canzoni bilingue  e le parole sono entrate dentro Qualcuno ha indicato una giovane donna  circondata da bambini che chiedevano l'autografo . Mi è stato detto che era Nof Atamna Ismaele , la vincitrice di "Master Chef". I suoi figli sono studenti  questa scuola. IL  primo ministro Benjamin Netanyahu , la stessa persona che vuole l'annuncio da parte dei  Palestinesi  che Israele è lo stato della nazione ebraica, non era qui presente. Come avrebbe

Gaza, la ricerca della "normalità" nelle foto di Tanya Habjouqa

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  Tre bambini che si abbracciano su un divano, con Yasser Arafat che ride su un poster in bianco e nero alle loro spalle. Un gruppo di giovani donne dagli hijab colorati sulle montagne russe. Preparativi per una festa, una ragazzina con la tavola da surf che guarda verso l’orizzonte, un padre e un figlio che sfrecciano in moto gridando di felicità. E’ una Gaza fatta di piccole, gioiose scene di vita quotidiana quella immortalata dall’acclamata fotografa Tanya Habjouqa, vincitrice del secondo premio all’ultimo World Press Photo. Per la prima volta in Italia, ospite del festival Middle East Now (da mercoledì all’Odeon), presenterà alla Aria Gallery di borgo Ss. Apostoli il suo progetto “Occupied Pleasures”, dall’11 aprile al 25 maggio (LEGGI L'ARTICOLO) Gaza Felix, l'altro volto dei territori palestinesi Vivere a Gaza è possibile: tutte le immagini            

Gerusalemme, i cristiani chiedono meno controlli di polizia per le celebrazioni pasquali

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A Gerusalemme un gruppo di cristiani ha presentato una petizione al governo israeliano, chiedendo una diminuzione delle misure di sicurezza adottate dalla polizia in vista delle celebrazioni pasquali. Misure che potrebbero scoraggiare i fedeli dal recarsi in chiesa, la polizia risponde dichiarando che i blocchi stradali e i controlli sono necessari per garantire l'ordine. Gerusalemme (AsiaNews/ Agenzie) -  I  cristiani palestinesi di Gerusalemme, preoccupati per le misure di sicurezza che verranno adottate dalla polizia israeliana durante le celebrazioni pasquali, chiedono al governo di evitare restrizioni. In risposta, la polizia israeliana dichiara che i blocchi stradali e i controlli all'ingresso dei Luoghi Santi sono necessari per prevenire eventuali crisi e per mantenere l'ordine. Il contrasto finirà in tribunale. Un gruppo di residenti di Gerusalemme Est ha firmato e presentato una petizione all'Alta Corte di Giustizia di Israele, chiedendo all

Iran. Sulle tracce di Rumi e Tupac, l'hip hop di pace di Yas

E' il primo rapper iraniano a cui sia stata concessa l'autorizzazione, da parte del governo, a registrare e pubblicare la sua musica, oltre che a tenere concerti sia in patria sia all'estero. Ma Yas, questo il suo nome da MC, è noto soprattutto per i testi potenti e socialmente impegnati delle sue canzoni, tanto da essere conosciuto anche come "il Tupac persiano". E infatti, con le canzoni di Tupac Shakur, Yas ci è praticamente cresciuto dato che, fin da adolescente, non faceva che ascoltare i dischi hip hop che suo padre gli portava di ritorno dai suoi viaggi in Germania. Allora Yas non conosceva l'inglese, ma una volta afferrato il ritmo, gli schemi delle rime, e carpito l'emozione e passione presenti nella voce di Tupac, da quel genere musicale non è più riuscito a staccarsi. Questo finché non ha iniziato a tradurne i testi: è lì che il giovane iraniano ha capito la vera potenza del messaggio dell'hip hop. "Ho iniziato a pr

La memoria come luogo dell’identità, la letteratura come resistenza. Incontro con Susan Abulhawa

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  Letteratura, resistenza, femminismo e boicottaggio. Ma anche risate, un pranzo, una passeggiata romana e una giornata di sole: Osservatorio Iraq intervista la scrittrice palestinese autrice di “Ogni mattina a Jenin”. di Cecilia Dalla Negra Quella che la vede protagonista di un appuntamento romano è molto più di un’iniziativa. Sarà perché siamo alla Casa Internazionale delle Donne, o perché la primavera è appena cominciata e c’è un bellissimo sole. Sarà forse perché il pubblico è quasi esclusivamente femminile, o perché è sabato mattina, e la città è ancora intorpidita. Ma quella che si crea sin dall’inizio è un’atmosfera che ricorda più un salotto. Di quelli arabi magari, in cui seduti a terra si sorseggia un the parlando, scambiandosi cortesie, imparando a conoscersi. E’ una conversazione intima quella che Susan Abulhawa intreccia immediatamente con il suo pubblico: la stessa che ammalia e impedisce di interrompere la lettura del suo romanzo  una volta

Funzionari degli Stati Uniti irati con Israele per la sua posizione sulla Crimea di Barak Ravid

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Per Barak Ravid | aprile 13, 2014 | 09:45 Netanyahu e Putin arrivano per una conferenza stampa congiunta al Cremlino di Mosca. Mercoledì 20 novembre 2013. Photo by AP Sintesi personale   Figure di primo piano dell'amministrazione Obama hanno espresso grande delusione per la mancanza di sostegno di Israele per la posizione americana sulla crisi Ucraina e per il fatto che il governo israeliano abbia posto le sue relazioni con gli Stati Uniti e con la Russia sullo stesso piano. Il capo del dipartimento politico-sicurezza del ministero della Difesa, Magg. Gen. (Res.) Amos Gilad ha dichiarato  che la politica di Israele in materia è stata trainata dai interessi di sicurezza  che non devono essere confusi con quelli degli Stati Uniti "Israele sta seguendo gli eventi ... e abbiamo qui una

U.S. officials angry: Israel doesn’t back stance on Russia

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U.S. officials angry: Israel doesn’t back stance on Russia Senior Israeli defense official: Israel's policy driven by its own security interests, not the U.S.; amid tension, Netanyahu backs out of event he was invited to personally by Putin. By Barak Ravid | Apr. 13, 2014 | 9:45 AM

L'arte di Gaza: immagini di artisti

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Hazem Harb, Invisibilità Series # 3, 108x90 cm, tecnica mista su collage su tela, 2010  Sintesi personale . Un museo universitario nel nord-est dell'Inghilterra  espone le opere  di Hazem Harb e Mohammed Joha :  mostrando che l'arte palestinese in grado di attrarre e ispirare il pubblico fuori dai soliti circuiti metropolitani.   Domina  un senso di distacco , di solitudine,  di identità spesso a metà oscurata 140410-invisibilità-5.jpg Hazem Harb, Invisibilità # 5, 200x160 cm, tecnica mista su collage su tela, 2010. Le opere di Mohammed Joha  sono bellissime , ma inquietante in un modo diverso.   140410-crime-scene.jpg Mohammed Joha, Scena del crimine, Series # 1, 120x100 cm, acrilico su tela, 2013. Joha  ha detto al pubblico  nella serata di apertura, "Quest'  arte che è per tutta l'umanità, non per le persone di una nazione." http://electronicintifada.net/content/sweet-and-sinister-images-gazas-hott

PALESTINA. L’ANP è ufficialmente firmataria della Convenzione di Ginevra

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  dalla redazione Gerusalemme, 12 aprile 2014, Nena News – Il giorno dopo il congelamento del trasferimento delle tasse palestinesi da parte israeliana verso le casse del governo di Ramallah, l’Autorità Palestinese segna la prima vittoria nel braccio di ferro con Tel Aviv, che sta definitivamente affossando un processo di pace mai realmente partito. Il blocco del trasferimento delle tasse era stato ordinato dal premier Netanyahu come ennesima punizione per la decisione dell’ANP di riavviare le procedure per l’ingresso in diverse agenzie Onu e in numerosi trattati internazionali . Pochi giorni prima la punizione politica era giunta sotto forma di stop al rilascio dei prigionieri politici palestinesi previsto nell’ambito del processo di pace e di sospensione dei rapporti amministrativi di alto livello tra ministeri palestinesi e israeliani. Oggi arriva, invece, la prima buona notizia per Ramallah: l’ANP è ufficialmente firmataria della Convenzione di Ginevra, trattato inte