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Meretz sull'accordo sul nucleare iraniano

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  Meretz: L'accordo sul nucleare iranico e' ormai un fatto compiuto e non siamo affatto convinti che sia negativo per gli interessi di Israele. Consigliamo ai ministri e ai politici del governo Netanyahu, che stanno "pazziando" in maniera indecente, di lasciar perdere la bomba di Teheran e di occuparsi seriamente della vera bomba che ci minaccia la nostra esistenza, cioe' i nostri rapporti con i pal estinesi l'accordo urgente da sottoscrivere con loro. שרי הממשלה כל כך עסוקים בלהשתולל ולתקוף את ההסכם עם איראן, שהם שוכחים דבר אחד חשוב: ההסכם הזה הבוקר הוא כבר מציאות קיימת, ואם קוראים אותו אפשר אפילו לגלות שהוא מציאות לא רעה בכלל. ההסכם כולל גלגול לאחור של המסלול המהיר והמסוכן לפצצה איראנית, ומהדק ומכביד את הפיקוח בצורה שלא תאפשר לאיראנים להתקדם לכיוון הפצצה "מאחורי הגב של העולם". במקום להתעסק בהתבכיינות ובחרחור ריבים עם העולם, אני מציעה לממשלה ולעומד בראשה להתפנות לטפל בפצצה המתקתקת האמיתית של ישראל – הסכסוך עם הפלסטינים והצורך הדחו

Israele -Palestina : una settimana in foto - 14-20 novembre

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Attivisti palestinesi distruggono una parte del muro di separazione nel villaggio  di Bir Nabala, vicino a Ramallah, 15 Novembre 2013. (Foto: Activestills.org)   Attivisti palestinesi tagliano una parte della barriera di separazione nel villaggio cisgiordano di Rafat, vicino a Ramallah, 15 novembre 2013. (Foto: Activestills.org)   Beduini che vivono nel deserto del Negev,  insieme ad  attivisti , dimostrano di fronte alla Knesset israeliana contro il Piano Prawer-Begin, Gerusalemme, 20 novembre 2013. Secondo il piano del governo, quasi tutti i residenti dei "non riconosciuti " villaggi del Negev saranno sfrattati, perdendo la loro terra e saranno  forzatamente trasferiti in comunità pianificate.   (Foto: Tali Mayer / Activestills.org)   I residenti del villaggio beduino di Umm al-Hiran attendono la decisione della Corte Suprema per quanto concerne  il destino del loro villaggio, Gerusalemme, 20 novembre 2013. (Foto: Yotam Ronen / Acti

La brezza della nostra patria di

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http://www.alternativenews.org/english/index.php/features/culture/7363-the-breeze-of-our-homeland La brezza della nostra patria «La brezza della nostra patria rianima il corpo Di sicuro non possiamo vivere senza la nostra terra L’uccello piange quando viene gettato fuori dal suo nido Cosa succede alla patria che perde il suo popolo?» Verso di una canzone popolare della tradizione palestinese, suonata sotto forma di “Ataaba” di Melica Rochi Ci sono molte occasioni nella vita palestinese che vengono interpretate con musiche tradizionali, e per ognuna di esse c’è un differente stile. Ataabas, quella su menzionata, è solo un esempio dei vari stili popolari palestinesi.                               Il musicista palestinese Wassim Qassis La musica tradizionale palestinese ha diverse forme: folk, pop e classica, ma il genere di musica più importante e comune è senz’altro quella folk. Le canzoni folk non hanno singoli compositori poiché testo e melodia s

Gad Lerner : rimpianto esagerato

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  I presidenti delle Comunità ebraiche di Roma e Milano lasciano trapelare un esagerato rimpianto per la caduta in disgrazia di Berlusconi

Moni Ovadia : Il veleno del privilegio

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  Di Moni Ovadia (Pagina Ufficiale) Voce d'Autore - L'Unità - del 16 novembre 2013 Il veleno del privilegioL'affaire Cancellieri-Ligresti sta per giungere al suo capolinea. Un'ulteriore intercettazione di una telefonata, questa volta, a quanto riferita, fatta dal Guardasigilli al fratello dell'imputato Ligresti Nino, ne ha rivelato la vera natura. Uno degli ennesimi casi di uso del privilegio di casta e di classe per favorire uno dei "loro", da cui il nostro paese è letteralmente infestato. Come finirà tutto ciò? Con il solito glissons sostenuto dal cosiddetto "garantismo" azzurro? Se sì, come si giustificheranno poi le dimissioni chieste al ministro Josefa Idem e ottenute a seguito di un comportamento, a parere di molti italiani, meno grave, ancorché condannabile? Qualora dovesse finire a tarallucci e vino, non ci sarà alcun bisogno di giustificare nulla dato che nel Belpaese la coerenza non è richiesta. In una democrazia un po&#

Operazione Colomba: Tagliati nella notte 106 alberi di ulivo nei pressi del villaggio palestinese di At Tuwani, Colline a Sud di Hebron

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Due campi, appartenenti ad una famiglia palestinese, sono distrutti At Tuwani - Nel pomeriggio del 17 ottobre, alcuni palestinesi hanno scoperto che 106 alberi di ulivo erano stati distrutti. L'uliveto è situato tra gli avamposti israeliani di Avigayil e Mitzpe Yair, lungo la Bypass Road 317 (colline a Sud di Hebron) e appartiene ad Abed Al Nabee. Era stato piantato proprio all'inizio di quest'anno. Circa alle 15:30 di domenica, i proprietari, con alcuni internazionali e membri dell'organizzazione B'tselem, si sono riuniti nei pressi degli alberi distrutti per attendere l'arrivo della polizia. Dopo poco, la polizia israeliana e l'esercito hanno raggiunto il luogo per studiare la scena e raccogliere indizi. Successivamente, con il permesso della polizia, anche gli internazionali hanno potuto accedere al campo per contare il numero degli alberi danneggiati - un totale di 106 alberi tagliati o sradicati.   Questo incidente rappresenta la

Perchè sono così tanti gli ebrei che lasciano Israele? di Uri Avnery

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Counterpunch Weekend October 18-20,2013 http://www.counterpunch.org/2013/10/18/why-are-so-many-jews-leaving-israel/ Perché sono così tanti gli ebrei che lasciano Israele? Coloro che sono interessati alla storia delle Crociate si chiedono: che cosa portò alla rovina dei crociati? Guardando i resti delle loro orgogliose fortezze in tutto il paese, ci stupiamo.   di Uri Avnery La risposta tradizionale è: la loro sconfitta nella battaglia di Horns of Hattin, due colline vicino al Lago di Galilea, nel 1187, per mano del grande sultano musulmano Salah ad -Din (Saladino). Tuttavia, lo stato crociato sopravvisse in Palestina e dintorni per altri cento anni.   Lo storico più autorevole delle Crociate, Steven Runciman, ha dato una risposta completamente diversa: il regno crociato crollò perché troppi crociati tornarono alle loro terre natali, mentre troppo poche persone andarono ad unirsi ai crociati. Alla fine, gli ultimi resti del loro regno furono gettati in m

Unrwa: "Gaza allo stremo, colpa del blocco"

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  La denuncia è netta ed autorevole. «Dallo scorso marzo il governo israeliano non ha approvato alcun progetto edilizio dell'Unrwa nella Striscia di Gaza e da un mese a questa parte non possiamo importare i materiali da costruzione», ha protestato ieri Filippo Grandi , il capo dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu che assiste i profughi palestinesi. E' un quadro drammatico quello descritto da Grandi. «Tenendo conto che Israele non permette le esportazioni (da Gaza) e di conseguenza la ripresa delle normali attività economiche, i prezzi dei beni stanno aumentando», ha spiegato il dirigente delle Nazioni Unite. «Gaza sta diventando inabitabile», ha proseguito. «La mancanza di carburante ha provocato lo spegnimento della centrale elettrica mentre i pochi posti di lavoro che erano disponibili nel settore delle costruzioni sono svaniti. E la lista è lunga». Grandi, in evidente riferimento alla linea adottata da Israele, ha sottolineato che «Rafforzare la sicurezza d