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Perchè sono così tanti gli ebrei che lasciano Israele? di Uri Avnery

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Counterpunch Weekend October 18-20,2013 http://www.counterpunch.org/2013/10/18/why-are-so-many-jews-leaving-israel/ Perché sono così tanti gli ebrei che lasciano Israele? Coloro che sono interessati alla storia delle Crociate si chiedono: che cosa portò alla rovina dei crociati? Guardando i resti delle loro orgogliose fortezze in tutto il paese, ci stupiamo.   di Uri Avnery La risposta tradizionale è: la loro sconfitta nella battaglia di Horns of Hattin, due colline vicino al Lago di Galilea, nel 1187, per mano del grande sultano musulmano Salah ad -Din (Saladino). Tuttavia, lo stato crociato sopravvisse in Palestina e dintorni per altri cento anni.   Lo storico più autorevole delle Crociate, Steven Runciman, ha dato una risposta completamente diversa: il regno crociato crollò perché troppi crociati tornarono alle loro terre natali, mentre troppo poche persone andarono ad unirsi ai crociati. Alla fine, gli ultimi resti del loro regno furono gettati in m

Unrwa: "Gaza allo stremo, colpa del blocco"

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  La denuncia è netta ed autorevole. «Dallo scorso marzo il governo israeliano non ha approvato alcun progetto edilizio dell'Unrwa nella Striscia di Gaza e da un mese a questa parte non possiamo importare i materiali da costruzione», ha protestato ieri Filippo Grandi , il capo dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu che assiste i profughi palestinesi. E' un quadro drammatico quello descritto da Grandi. «Tenendo conto che Israele non permette le esportazioni (da Gaza) e di conseguenza la ripresa delle normali attività economiche, i prezzi dei beni stanno aumentando», ha spiegato il dirigente delle Nazioni Unite. «Gaza sta diventando inabitabile», ha proseguito. «La mancanza di carburante ha provocato lo spegnimento della centrale elettrica mentre i pochi posti di lavoro che erano disponibili nel settore delle costruzioni sono svaniti. E la lista è lunga». Grandi, in evidente riferimento alla linea adottata da Israele, ha sottolineato che «Rafforzare la sicurezza d

Un anno dopo il 'Pilastro della Difesa,' l'incubo continua

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Mahmoud 'Attiyeh In una frazione di secondo, il peggiore degli incubi possibili per 'Attiyeh divenne vero. Il 21 novembre 2012, suo figlio Mahmoud, 13 anni, fu ucciso da un missile lanciato da un drone israeliano mentre camminava lungo la strada che lo stava portando da casa sua a un negozio, nel quartiere di al-Manara di Gaza City . Con sé, aveva solo una monetina con cui comprare una penna per la sorellina. "Quando lo portarono in ospedale, un medico gli aprì la mano stretta a pugno. Mahmoud stringeva ancora la monetina" - raccontò due giorni dopo 'Attiyeh Abu Khousa ai delegati di Amnesty International. Il missile colpì Mahmoud in una strada larga, molto visibile dall'alto. La sorveglianza aerea israeliana avrebbe dovuto essere in grado di vedere che era un bambino. I testimoni riferirono che nei paraggi, in quel momento, non c'era alcun evidente obiettivo militare. Mahmoud fu ucciso l'ultimo degli otto giorni di conflitto

L’“EBREO PERSEGUITATO” BERLUSCONI SI ATTOVAGLIA AL RISTORANTE KOSHER DEL GHETTO E INCONTRA “CASUALMENTE” PACIFICI:

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    Anche se ufficialmente “l’offesa rimane”, l’incontro al ristorante tra Berlusconi e Pacifici riavvicina il Patonza alla comunità ebraica - La frase “incriminata” verrà eliminata dalle ristampe del libro di Vespa - “Nessuno mette in dubbio l’amicizia di Berlusconi con Israele e il popolo ebraico…” Non c'è stato chiarimento, l'offesa rimane e se ne dovrà discutere nelle sedi istituzionali». Il presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici racconta «l'incontro casuale» con l'ex premier in un ristorante kosher del Ghetto. «Berlusconi si è scusato per l'inaccettabile paragone tra la condizione dei suoi figli e quella degli ebrei durante l'Olocausto e, davanti a testimoni, si è impegnato a farlo togliere dalla seconda edizione del libro di Vespa». Consiglio Nazionale sabato il Cavaliere ha scelto uno storico locale della Capitale per rilassarsi. A tavola con lui una decina di persone, tra cui la fidanzata Francesca Pascale (che qual

Gli ultimi saponifici di Nablus testo e foto di Miriam Mezzera

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Miriam Mezzera | 17 novembre 2013 Suggestive torri di sapone nella fabbrica Shakaa a Nablus (Cisgiordania). [galleria foto, 1/6] (Gerusalemme) - Torri bianche si innalzano nelle sale a volte degli antichi edifici turchi. Sembrano torri decorate in avorio, ma sono fatte di sapone, e rappresentano l’orgoglio delle famiglie di Nablus che ancora si tramandano questa antica tradizion

Perché Israele voleva morto Arafat Di Jonathan Cook

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  Sembra che ci siano ancora un sacco di parti che preferirebbero che la morte di Arafat venisse trattata come un mistero piuttosto che un assassinio. E’ tuttavia difficile evitare di trarre la logica conclusione dopo i risultati resi noti la settimana scorsa da scienziati svizzeri, cioè che il corpo del leader palestinese conteneva alti livelli di un isotopo radioattivo, il polonio-210. Anche uno studio non definitivo e molto più limitato condotto da un gruppo di scienziati russi, pubblicato immediatamente dopo l’annuncio svizzero, indica che Arafat era morto per avvelenamento. E’ora di dichiarare la cosa ovvia: Arafat è stato ucciso. E i sospetti ricadono  esattamente  su Israele. Israele è l’unica che aveva i mezzi, i precedenti, l’intenzione dichiarata e il motivo. Non avere le impronte di Israele sull’arma del delitto, forse non era del tutto sufficiente per garantire la convinzione in un tribunale, ma dovrebbe essere un prova sufficiente per   condannare  Israe

Richard Silverstein : Israele e Arabia Saudita collaborano per attaccare l'Iran

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   Sintesi personale Tra Israele e Arabia Saudita  ci sono incontri "segreti" tra i capi dell'intelligence  e  giornalisti accoglienti che avvertono che   entrambi i paesi stanno collaborando per un attacco all'Iran:  "Una volta firmata la convenzione di Ginevra  l'opzione militare sarà di nuovo sul tavolo. I sauditi sono furiosi e sono disposti a dare a Israele tutto l'aiuto di cui ha bisogno ", riferisce il Times Un giornale di Eilat ha riferito che il capo del Mossad israeliano, Tamir Pardo  ha incontrato "in segreto" in un hotel di Aqaba il capo dei servizi segreti dell'Arabia Saudita, il principe Bandar. Per saperne di più leggere questo interessante profilo .   Questo è il secondo incontro  riportato tra di loro nel corso delle ultime settimane. Bisogna chiedersi se due noti capi dell'intelligence di presunte  nazioni ostili vogliono incontrarsi di nascosto, perché scegliere un hotel giordano? Pr