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Progetto Tulkarem di Stefano Fusi

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S S cuola aperta Progetto Tulkarem di Stefano Fusi A laa, Ihab, Mohammed e Mouheb sono quattro studen- ti di lingua araba, di religione musulmana e di nazionalità pale- stinese, in Italia per un progetto della nostra scuola che, prendendo il nome dalla località della Cisgiordania da cui essi provengono, prevede la loro com- pleta ospitalità a Firenze, nel triennio scolastico 2009-2012, per il conse- guimento del diploma professionale di Tecnico Chimico Biologico presso il nostro Istituto. Le origini del Progetto Il progetto, approvato dal Collegio docenti nel maggio 2008, era nato per iniziativa di alcuni insegnanti che già da qualche anno si erano impe- gnati per la sua realizzazione. Due degli originari promotori, Stefano Fusi e Daniele Leoni, avrebbero rispetti- vamente assunto i compiti di referente culturale e docente in copresenza sulle ore di Storia/Italiano, il primo, e di referente tecnico-operativo e co- ordinatore degli stage della specializzazione chimico-bi

Anatomia di un’organizzazione paramilitare in Francia: la “Ligue de Défense Juive (LDJ)”

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In questo articolo troverete la descrizione delle ultime azioni violente della associazione francese ebraica che si è distinta in Francia per la sua intolleranza e capacità di aggressione fisica di ogni suo (presunto o reale) oppositore 27 luglio 2012 - Valeria Argiolas (Linguista, arabita) In data 11 luglio 2012, in una lettera pubblica indirizzata al Presidente della Repubblica francese e al suo Ministro dell’Interno, l’Ufficio Nazionale dell’Union Juive Française Pour La Paix (UJFP), chiede la dissoluzione formale e di fatto della Ligue de Défense Juive (LDJ), definita nella lettera-comunicato “una delle rare milizie fasciste autorizzate in Francia” [1] . Il 20 settembre 2004 la trasmissione televisiva di France 2, “Complément d’enqûete”, dedicata all’antisemitismo, trasmetteva alcune sequenze dell’allenamento di krav-maga, la tecnica di combattimento dell’esercito israeliano, dei membri della LDJ all’interno di “uno stabilimento protetto dalla polizia francese” [2] . La LDJ si p

Siria: appello per una soluzione politica dalle opposizioni riunite a Sant'Egidio

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Con la nostra volontà decidiamo il nostro destino. Con le nostre mani costruiamo il nostro futuro” 27 luglio 2012 - Comunità di sant'Egidio Fonte: Comunità di sant'Egidio - 26 luglio 2012 L'appello 1. La Siria sta vivendo la crisi più drammatica della sua storia. La scelta dellasoluzione militare, che non tiene conto delle richieste della rivolta di libertà e didignità del popolo siriano, ha portato alla diffusione della violenza, alla perdita ditroppe vite umane e a distruzioni generalizzate. 2. Riuniti a Roma presso la Comunità di Sant’Egidio, noi appartenenti a diversigruppi dell’opposizione democratica siriana, attiva sia all’interno che all'esterno delPaese, rivolgiamo questo Appello al popolo siriano, a tutte le parti coinvolte e allaComunità internazionale. 3. Siamo diversi per opinioni ed esperienze. Abbiamo lottato e lottiamo per lalibertà, la dignità, la democrazia, i diritti umani e per costruire una Siriademocratica, civile, sicura per

Paola Caridi :Amos Oz nella terra del Gattopardo

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Amos Oz nella terra del Gattopardo July 27th, 2012 - 3:30 pm Share Non avevo messo in conto di incontrare Amos Oz a pochi passi dalla mia Macondo.  Valle del Belice, una parte della Sicilia (ancora) poco nota, sicuramente  meno frequentata delle isole minori e della costa orientale.  Valle del Belice, terra che ancora è noto, almeno a quelli di una certa età,  per il disastroso terremoto del 1968. Eppure, nella Valle del Belice c’è altro. Ci sono, per esempio, le tracce (ancora) fresche del Gattopardo e dei gattopardi  che son venuti dopo l’inimitabile e immarcescibile personaggio di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.  C’è una imprenditoria del vino vivace e in rapidissima ascesa, anche in ambito internazionale.  C’è terra, tanta terra, c’è un panorama meraviglioso che racconta della fine del feudo,  una campagna pettinata e suddivisa tra i contadini.  C’è il giallo e c’è il verde, i miei colori preferiti, quelli con cui iniziavo  il mio ‘racconto’ sugli Arabi I