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Gideon Levy: Dio governa Israele nel 2012 e gli Israeliani pensano di essere il popolo eletto

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Sintesi personale Dio esiste. L'ottanta per cento degli ebrei israeliani non può sbagliare. Ed è proprio per questo dobbiamo dire: Dio proteggici  dai risultati del sondaggio (condotto dal Centro Guttman Israel Democracy Institute for Surveys e Avi Chai Foundation). Il settanta per cento degli intervistati ha dichiarato di ritenere che  gli ebrei sono il popolo eletto. Israele  non è  quello che il mondo pensa.   La  società  israeliana non è laica, non è liberale e non è illuminata .  Il sondaggio era libero , dubito  che l'80 per cento degli iraniani avrebbe risposto  che credevano in Dio, dubito che  in  qualche altra nazione libera del pianeta, con la possibile eccezione degli americani, il risultato sarebbe stato lo stesso .   Ma non c'è sicuramente nessun altra nazione del pianeta che è così sicura,  nella sua arrogante certezza, di essere stata scelta tra  tutte le  altre nazioni e di essere superiore. I risultati di questo sondaggio  sono la chiave più importante pe

Amira Hass: Quando c’erano i sentimenti

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26 gennaio 2012   18.13 Nell’oceano di cattive notizie in cui annego ogni giorno, ho ricevuto un’email sorprendente: “Per favore, ci aiuti a trovare un palestinese che vive a Rafah. Lavorava nell’azienda agricola di mio suocero, nel sud di Israele. Era considerato uno della famiglia, ma da quando, circa dieci anni fa, agli abitanti di Gaza è stato vietato di entrare in Israele, ha smesso di venire da noi e abbiamo perso i contatti. Vogliamo fare una sorpresa a mio suocero, ma non siamo sicuri che contattare il nostro amico sia permesso dall’esercito”. Ho risposto che non esiste alcun divieto di mantenere i contatti con gli amici (almeno per ora) e ho promesso che avrei cercato di aiutarli. E poi mi sono commossa. Nel disprezzo generalizzato per i palestinesi, ci sono ancora israeliani con sentimenti diversi. Ma c’era qualcos’altro, in quella lettera, che mi commuoveva profondamente. Forse era la nostalgia di com’era l’occupazione prima della separazione forzata tra i due popoli, qu

Comunicato congiunto sull’incontro bilaterale tra la Santa Sede e l’Organizzazione per la liberazione della Palestina per l’elaborazione di un accordo

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  In seguito alla ripresa dei negoziati bilaterali tra la Santa Sede e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, un incontro ufficiale ha avuto luogo nella sede del Presidente palestinese a Ramallah il 28 gennaio 2012. I colloqui sono stati co-presieduti da mons. Ettore Balestrero, Sotto-Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati e dal ministro Ziad Al-Bandak, consulente del presidente dell’Autorità Palestinese per i rapporti con i cristiani. La parte Palestinese ha consegnato alla delegazione della Santa Sede una risposta alla bozza di accordo proposta dalla Santa Sede in un incontro precedente, e i colloqui hanno avuto luogo in un’atmosfera positiva per rafforzare ulteriormente le relazioni speciali tra le due parti. Le delegazioni si sono accordate per costituire gruppi tecnici per continuare il lavoro sulla base della bozza, in vista di una sessione plenaria nella Città del Vaticano, prevista in un prossimo futuro.La delegazione della Santa Sede era com

Israele vieta il tour delle scuole organizzato da" Rompiamo il silenzio"a Hebron

  La occupazione dei Territori vista anche attraverso gli occhi critici di ex-militari, membri del gruppo radicale di sinistra 'Shovrim-Shtika' (Rompiamo il silenzio): questo era uno degli obiettivi che si e' prefisso un liceo di Gerusalemme nell'organizzare per oggi una visita di allievi a Hebron (Cisgiordania), uno dei tradizionali punti di maggior attrito fra israeliani e palestinesi. Ma la vistosa anticipazione della iniziativa su Haaretz, stamane, ha immediatamente scatenato una reazione a catena in seguito alla quale il liceo ha dovuto rinviarne la realizzazione. Il liceo 'Leiad'a' ('Vicino all'Universita' ') ha fama di essere molto innovativo ed avanzato. Di fronte alla politica del ministero dell'istruzione di condurre scolaresche a Hebron in quanto 'Citta' dei Patriarchi' dell'ebraismo (Abramo, Isacco e Giacobbe - ndr), gli educatori del Liceo hanno pensato che per completezza sarebbe stato utile sentire anc

Israele sta usando l'Iran per aggirare i colloqui di pace in Medio Oriente

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Sintesi personale Il  Quartetto ha intimato  a Israele e ai palestinesi  di definire,entro il  26 gennaio, la loro posizione per quanto concerne la sicurezza e i confini. Nessuna concreta risposta è stata data e il Piano sta per essere relegato nel  cimitero della storia . La  proposta del  Primo Ministro Benjamin Netanyahu, presentato la scorsa settimana attraverso il suo inviato Isaac Molho  in Giordania ,costituisce  un chiaro tentativo di scaricare  sui palestinesi  la responsabilità per il fallimento dei negoziati . Netanyahu dovrebbe sapere che il suo rifiuto di presentare una mappa basata sui confini  del 4 giugno 1967 è una ricetta infallibile per congelare  i  negoziati.  Qualsiasi persona razionale capisce che una proposta inferiore per qualità a quella presentata  da Ehud Barak e Ehud Olmert è destinata  al fallimento diplomatico . Ma è preoccupante che il processo diplomatico, il cui scopo è quello di garantire l'esistenza stessa di Israele come stato ebraico e democra

Caro Iran ti scrivo Una giovane iraniana, come tante, guarda con ansia al futuro, tra libertà negate e rifiuto della guerra

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Caro Iran ti scrivo Shirin Danesh Il mio primo ricordo che ho dell’Iran è l’immagine dei funerali di Khomeini alla tv, era l’estate del 89 e noi bambini in quel clima di isteria collettiva cercavamo di passare un’estate di giochi d’infanzia. Gli anni successivi sono trascorsi senza consapevolezza di quello che accadeva, tra la scuola femminile e l’adolescenza vissuta tra le mura di casa. Non ricordo il momento esatto nel quale ho iniziato a prendere coscienza ed essere socialmente attiva, forse era il primo periodo Khatami. Gli amici che ho avuto a Teheran, o sono partiti per studiare all’estero oppure sono rimasti o forse meglio resistono in Iran, siamo disgregati e sparsi nel mondo. Ma c’è una cosa che ci accomuna, quello di svegliarci la mattina e leggere le brutte notizie sull’Iran che si susseguono. Oggi non voglio nascondere le mie preoccupazioni e non voglio scappare dai pensieri che occupano la mia vita di iraniana. Siamo agli sgoccioli, ormai è arrivato il momento