Tribunale Hariri, un’ombra che aleggia sulla politica libanese
1 L’attuale capo del governo libanese Saad Hariri era stato uno dei più accesi sostenitori del Tribunale speciale per il Libano (Tsl), che avrebbe dovuto far luce sull’uccisione del padre (l’ex premier Rafiq) avvenuta in un attentato dinamitardo nel febbraio 2005. Negli auspici del leader della coalizione “14 marzo” (dal nome di una grande manifestazione antisiriana tenuta nel 2005), la corte internazionale nominata dalle Nazioni Unite avrebbe dovuto portare allo scoperto le responsabilità di Damasco negli avvenimenti di cinque anni fa, diventando così una potente arma nelle mani del fronte filo-occidentale. Adesso, con la sentenza del Tsl che si fa prossima, il capo dell’esecutivo di Beirut preferirebbe volentieri tornare indietro e mettere una pietra sull’intera la questione. A determinare il cambio di rotta sono i profondi mutamenti di alleanze avvenuti in Libano e nella regione nell’arco degli ultimi cinque anni e in particolare l’avvicinamento compiuto dalla coalizione 14 m