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Gideon Levy : una forza di polizia malata e il caso Mizrahi

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sintesi personale Una forza di polizia che non solo non espelle immediatamente un ufficiale come Shahar Mizrahi, condannato per aver ucciso un presunto ladro di auto,ma lo difende, è una forza di polizia malata . Il funzionario che implicitamente critica la Corte Suprema è un funzionario che danneggia lo Stato di diritto. Mizrahi ha ucciso un civile disarmato, che non stava minacciando la vita dell'ufficiale,gli ha sparato alla testa a distanza ravvicinata( mentre tentava di fuggire) violando sia la legge sia la procedura.La sua assoluzione avrebbe dato alla polizia una licenza di uccidere ogni volta che ne avesse avuta voglia. E 'scoraggiante vedere come l'opinione pubblica che lo sostiene, vorrebbe una forza di polizia che uccide, ma solo gli arabi naturalmente. Il Presidente della Corte Suprema Dorit Beinisch ha svolto il suo lavoro con integrità e coraggio e ora è attaccato per questo e quasi nessuno è dalla sua parte.Mizrahi e i suoi difensori hanno lanciato una camp

L'Europa dell'odio , la paura dell'Islam di Davide Scalenghe

“Un viaggio al centro del Vecchio Continente per capire se l'ondata di nazionalismo che attraversa [l'Europa] sia tutto sommato necessaria per proteggerci dai pericoli di un'Europa che forse ha troppa fretta di allargare i propri confini o se, al contrario, è un fenomeno che rischia di mettere in bilico le fondamenta della democrazia e del nostro voler vivere insieme”. Questa l'introduzione di Davide Scalenghe , produttore esecutivo di Current , che accoglie i telespettatori all'inizio del servizio da lui realizzato per Vanguard Internazionale “Islam, la paura dell'Europa” . Le sette puntate di l'Europa dell'Odio “sono un percorso attraverso i diritti umani – ha raccontato Scalenghe parlando del suo progetto – e non perchè io sia un paladino dei diritti umani ma, per quello che è stato il mio percorso professionale, era importante capire fino a che punto possiamo esigere, quanto possiamo dare, quanto possiamo chiedere allo Stato in questo campo”. E cos

Nafez Assaily : ai check point arrivano i libri

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All’indomani dell’attacco suicida islamista contro le Torri gemelle a New York, questo giornale ospitò un intervento in cui proponeva di «bombardare con pane e libri» la Umma, cioè la società islamica nel mondo attraversata da virulente prese di posizioni integraliste. Ovvero: offrire sviluppo materiale e progresso intellettuale al miliardo di musulmani nel mondo onde non farli cadere nelle braccia della cieca violenza e della rivolta sanguinaria di Al Qaeda e soci. Orbene, qui, nei Territori Palestinesi, sembra che in una delle zone «calde» della pressione tra panorama islamico e mondo occidentale qualcuno utilizzi ora proprio i libri per evitare la violenza e predicare la pace. Il suo acronimo è Lownp e sta per «Library on whelles for nonviolence and peace».A fondare questa «Libreria mobile per la non violenza e la pace» è stato nel 1986 un sociologo palestinese, Nafez Assaily. Oggi la Libreria ha due sedi «fisse», quella originaria nell’antico mercato di al-Khali di Hebron e una a G

Israele: la guerra semantica e la nuova propaganda

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State seguendo l'ultima in fatto di notizie sulla semantica? Giornalismo e governo israeliano si amano di nuovo. E' terrore islamico, terrore turco, terrore di Hamas, terrore della Jihad islamica, terrore di Hezbollah, attivista del terrore, guerra al terrore, terrore palestinese, terrorismo islamico, terrore iraniano, terrore siriano, terrore antisemita ... Ma io sto facendo un' ingiustizia agli israeliani. Il loro lessico, quello della Casa Bianca – per la maggior parte - e il nostro lessico giornalistico, è lo stesso. Sì, cerchiamo di essere equi verso gli israeliani. Il loro lessico va in questa direzione: terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore.Quante volte ho appena usato la parola "terrore"? Venti. Ma potrebbero anche essere 60, o 100, o 1000, o un milione. Siamo innamorati della parola, sedotti da essa, fissati con essa

LA MESSA AL BANDO DEL NIQAB IN SIRIA È PARTE DI UNO SCONTRO ALL’INTERNO DELL’ISLAM STESSO

Silenziosamente, lontano dal clamore che ha accompagnato il voto francese sulla messa al bando del niqab nei luoghi pubblici e gli appelli del deputato conservatore britannico Philip Hollobone per imporre il divieto in Gran Bretagna, il governo siriano ha emanato il proprio, più circoscritto, bando, allontanando dalle scuole pubbliche quelle insegnanti che indossano il velo integrale.A prima vista, una simile mossa potrebbe suscitare perplessità: la Siria, con decine di sette religiose e con un governo nominalmente laico, è riuscita per decenni ad avere un approccio non intrusivo, almeno quando si tratta della sfera religiosa privata. Ma l’incremento del sentimento religioso fra la popolazione ha scosso i vertici governativi: con l’aumentare delle manifestazioni pubbliche di devozione, e a seguito di un inconsueto attacco terroristico attribuito agli islamici, avvenuto a Damasco due anni fa, il governo sembra intenzionato ad ostacolare il fanatismo religioso. Il divieto dell’uso del ni

Akiva Eldar : l'illegalità dell'espropriazione a Gerusalemme Est

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Di recente, il Procuratore Generale Yehuda Weinstein ha informato la Corte Suprema che lo stato ha intenzione di applicare la legge delle proprietà abbandonate a immobili di Gerusalemme Est. Tutto ciò starà a significare che in effetti Israele potrà appropriarsi “legalmente” di migliaia di acri di terreno e di edifici del valore di centinaia di milioni di shekel.Lo stato progetta di prendere il controllo su proprietà di persone che, durante la Guerra d’Indipendenza, si sono trasferite in paesi nemici, come pure di quegli edifici che, a Gerusalemme Est, appartengono a persone che attualmente risiedono nei territori. Se la Corte accoglierà il punto di vista dello stato, provocherà probabilmente una protesta energica da parte dei palestinesi e alzerà il tono delle critiche da parte della comunità internazionale. La questione era stata posta in discussione prima dei ricorsi della Corte Suprema che avevano fatto seguito a due casi nei quali il Tribunale Distrettuale di Gerusalemme aveva sen