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Nafez Assaily : ai check point arrivano i libri

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All’indomani dell’attacco suicida islamista contro le Torri gemelle a New York, questo giornale ospitò un intervento in cui proponeva di «bombardare con pane e libri» la Umma, cioè la società islamica nel mondo attraversata da virulente prese di posizioni integraliste. Ovvero: offrire sviluppo materiale e progresso intellettuale al miliardo di musulmani nel mondo onde non farli cadere nelle braccia della cieca violenza e della rivolta sanguinaria di Al Qaeda e soci. Orbene, qui, nei Territori Palestinesi, sembra che in una delle zone «calde» della pressione tra panorama islamico e mondo occidentale qualcuno utilizzi ora proprio i libri per evitare la violenza e predicare la pace. Il suo acronimo è Lownp e sta per «Library on whelles for nonviolence and peace».A fondare questa «Libreria mobile per la non violenza e la pace» è stato nel 1986 un sociologo palestinese, Nafez Assaily. Oggi la Libreria ha due sedi «fisse», quella originaria nell’antico mercato di al-Khali di Hebron e una a G

Israele: la guerra semantica e la nuova propaganda

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State seguendo l'ultima in fatto di notizie sulla semantica? Giornalismo e governo israeliano si amano di nuovo. E' terrore islamico, terrore turco, terrore di Hamas, terrore della Jihad islamica, terrore di Hezbollah, attivista del terrore, guerra al terrore, terrore palestinese, terrorismo islamico, terrore iraniano, terrore siriano, terrore antisemita ... Ma io sto facendo un' ingiustizia agli israeliani. Il loro lessico, quello della Casa Bianca – per la maggior parte - e il nostro lessico giornalistico, è lo stesso. Sì, cerchiamo di essere equi verso gli israeliani. Il loro lessico va in questa direzione: terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore, terrore.Quante volte ho appena usato la parola "terrore"? Venti. Ma potrebbero anche essere 60, o 100, o 1000, o un milione. Siamo innamorati della parola, sedotti da essa, fissati con essa

LA MESSA AL BANDO DEL NIQAB IN SIRIA È PARTE DI UNO SCONTRO ALL’INTERNO DELL’ISLAM STESSO

Silenziosamente, lontano dal clamore che ha accompagnato il voto francese sulla messa al bando del niqab nei luoghi pubblici e gli appelli del deputato conservatore britannico Philip Hollobone per imporre il divieto in Gran Bretagna, il governo siriano ha emanato il proprio, più circoscritto, bando, allontanando dalle scuole pubbliche quelle insegnanti che indossano il velo integrale.A prima vista, una simile mossa potrebbe suscitare perplessità: la Siria, con decine di sette religiose e con un governo nominalmente laico, è riuscita per decenni ad avere un approccio non intrusivo, almeno quando si tratta della sfera religiosa privata. Ma l’incremento del sentimento religioso fra la popolazione ha scosso i vertici governativi: con l’aumentare delle manifestazioni pubbliche di devozione, e a seguito di un inconsueto attacco terroristico attribuito agli islamici, avvenuto a Damasco due anni fa, il governo sembra intenzionato ad ostacolare il fanatismo religioso. Il divieto dell’uso del ni

Akiva Eldar : l'illegalità dell'espropriazione a Gerusalemme Est

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Di recente, il Procuratore Generale Yehuda Weinstein ha informato la Corte Suprema che lo stato ha intenzione di applicare la legge delle proprietà abbandonate a immobili di Gerusalemme Est. Tutto ciò starà a significare che in effetti Israele potrà appropriarsi “legalmente” di migliaia di acri di terreno e di edifici del valore di centinaia di milioni di shekel.Lo stato progetta di prendere il controllo su proprietà di persone che, durante la Guerra d’Indipendenza, si sono trasferite in paesi nemici, come pure di quegli edifici che, a Gerusalemme Est, appartengono a persone che attualmente risiedono nei territori. Se la Corte accoglierà il punto di vista dello stato, provocherà probabilmente una protesta energica da parte dei palestinesi e alzerà il tono delle critiche da parte della comunità internazionale. La questione era stata posta in discussione prima dei ricorsi della Corte Suprema che avevano fatto seguito a due casi nei quali il Tribunale Distrettuale di Gerusalemme aveva sen

Gerusalemme : L’apartheid stradale di Israele di Mya Guarnieri

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Mahmoud Alami, un tassista di Gerusalemme, conosce la città come il palmo della sua mano. Conosce i quartieri, le strade. E conosce i semafori. Ce n’è uno in particolare che lo disturba, non professionalmente, ma personalmente. Si trova tra Beit Hanina, un quartiere palestinese, e Pisgaat Zeev, un insediamento ebraico. “Resta verde [per i coloni] per cinque minuti. Ma per entrare e uscire da Beit Hanina? Solo due o tre auto possono passare”, dice Alami. “E’ troppo breve. Provoca un sacco di traffico”. Al-Jazeera ha rilevato che i semafori che portano agli insediamenti e ai quartieri ebraici rimangono verdi per una media di un minuto e mezzo. Per le zone palestinesi, la durata è di 20 secondi. Un semaforo nella Gerusalemme Est a predominanza araba è verde per meno di 10 secondi. “[I palestinesi] sono bloccati “, dice Amir Daud, un altro tassista. “E’ una situazione molto brutta per la gente” Gli ingorghi sono solo uno dei tanti problemi che affliggono le infrastrutture e i servizi nell

VIDEO : SCONTRI E ARRESTI A BILIN .Fermata Luisa Morgantini

Bilin (Cisgiordania), 23 luglio 2010, Nena News – I militari israeliani che presidiano il Muro nel villaggio di Bilin, oggi hanno prima sparato lacrimogeni e proiettili di gomma e poi caricato la manifestazione settimanale che da anni di svolge in questo piccolo centro divenuto il simbolo della lotta palestinese contro la barriera costruita da Israele all’interno della Cisgiordania occupata.Diversi i contusi e gli intossicati tra i circa 300 dimostranti, a causa dei lacrimogeni, tra i quali due fotografi. Cinque gli attivisti arrestati tra i quali un britannico e un palestinese. Fermata anche l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Luisa Morgantini, che guidava una delegazione italiana dell’Assopace. “Sono stata fermata per un’ora e poi rilasciata”, ha raccontato Morgantini, aggiungendo di essere rimasta intossicata perche’ avvolta dal fumo di candelotto lacrimogeno sparato dai soldati. Alla manifestazione hanno partecipato anche decine di attivisti israeliani. Scontri tra forze

Vittorio Arrigoni: ancora bambini tra le vittime dell'ultima incursione israeliana, con uso di armi improprie

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E' improvvisamente corsa dentro casa e si inginocchiata al centro del stanza dove stavamo tutti. Non avevamo capito fosse ferita, fino a quando non ha iniziato a vomitare fiotti di sangue dal naso e dalla bocca. I suoi fratelli erano immobili dinnanzi a lei, terrorizzati". Dopo il massacro della famiglia Abu Said, che settimana scorsa ha portato all'uccisione di una madre di cinque figli e il ferimento di altri tre civili, l'esercito israeliano ha esercitato ancora una volta l'uso di armi proibite contro la popolazione della Striscia di Gaza. Secondo la ricostruzione basata sulle dichiarazioni dei testimoni, mercoledì 21 luglio, verso le ore 16, a Beit Hanun, guerriglieri della resistenza palestinese hanno cercato di respingere un'incursione di mezzi militari israeliani che avevano varcato di circa duecento metri il confine. Il fuoco israeliano ha immediatamente ucciso uno dei miliziani: Mohammed Hatem al-Kafarna, 23 anni, mentre un altro resistente, Qasse