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LA MESSA AL BANDO DEL NIQAB IN SIRIA È PARTE DI UNO SCONTRO ALL’INTERNO DELL’ISLAM STESSO

Silenziosamente, lontano dal clamore che ha accompagnato il voto francese sulla messa al bando del niqab nei luoghi pubblici e gli appelli del deputato conservatore britannico Philip Hollobone per imporre il divieto in Gran Bretagna, il governo siriano ha emanato il proprio, più circoscritto, bando, allontanando dalle scuole pubbliche quelle insegnanti che indossano il velo integrale.A prima vista, una simile mossa potrebbe suscitare perplessità: la Siria, con decine di sette religiose e con un governo nominalmente laico, è riuscita per decenni ad avere un approccio non intrusivo, almeno quando si tratta della sfera religiosa privata. Ma l’incremento del sentimento religioso fra la popolazione ha scosso i vertici governativi: con l’aumentare delle manifestazioni pubbliche di devozione, e a seguito di un inconsueto attacco terroristico attribuito agli islamici, avvenuto a Damasco due anni fa, il governo sembra intenzionato ad ostacolare il fanatismo religioso. Il divieto dell’uso del ni

Akiva Eldar : l'illegalità dell'espropriazione a Gerusalemme Est

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Di recente, il Procuratore Generale Yehuda Weinstein ha informato la Corte Suprema che lo stato ha intenzione di applicare la legge delle proprietà abbandonate a immobili di Gerusalemme Est. Tutto ciò starà a significare che in effetti Israele potrà appropriarsi “legalmente” di migliaia di acri di terreno e di edifici del valore di centinaia di milioni di shekel.Lo stato progetta di prendere il controllo su proprietà di persone che, durante la Guerra d’Indipendenza, si sono trasferite in paesi nemici, come pure di quegli edifici che, a Gerusalemme Est, appartengono a persone che attualmente risiedono nei territori. Se la Corte accoglierà il punto di vista dello stato, provocherà probabilmente una protesta energica da parte dei palestinesi e alzerà il tono delle critiche da parte della comunità internazionale. La questione era stata posta in discussione prima dei ricorsi della Corte Suprema che avevano fatto seguito a due casi nei quali il Tribunale Distrettuale di Gerusalemme aveva sen

Gerusalemme : L’apartheid stradale di Israele di Mya Guarnieri

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Mahmoud Alami, un tassista di Gerusalemme, conosce la città come il palmo della sua mano. Conosce i quartieri, le strade. E conosce i semafori. Ce n’è uno in particolare che lo disturba, non professionalmente, ma personalmente. Si trova tra Beit Hanina, un quartiere palestinese, e Pisgaat Zeev, un insediamento ebraico. “Resta verde [per i coloni] per cinque minuti. Ma per entrare e uscire da Beit Hanina? Solo due o tre auto possono passare”, dice Alami. “E’ troppo breve. Provoca un sacco di traffico”. Al-Jazeera ha rilevato che i semafori che portano agli insediamenti e ai quartieri ebraici rimangono verdi per una media di un minuto e mezzo. Per le zone palestinesi, la durata è di 20 secondi. Un semaforo nella Gerusalemme Est a predominanza araba è verde per meno di 10 secondi. “[I palestinesi] sono bloccati “, dice Amir Daud, un altro tassista. “E’ una situazione molto brutta per la gente” Gli ingorghi sono solo uno dei tanti problemi che affliggono le infrastrutture e i servizi nell

VIDEO : SCONTRI E ARRESTI A BILIN .Fermata Luisa Morgantini

Bilin (Cisgiordania), 23 luglio 2010, Nena News – I militari israeliani che presidiano il Muro nel villaggio di Bilin, oggi hanno prima sparato lacrimogeni e proiettili di gomma e poi caricato la manifestazione settimanale che da anni di svolge in questo piccolo centro divenuto il simbolo della lotta palestinese contro la barriera costruita da Israele all’interno della Cisgiordania occupata.Diversi i contusi e gli intossicati tra i circa 300 dimostranti, a causa dei lacrimogeni, tra i quali due fotografi. Cinque gli attivisti arrestati tra i quali un britannico e un palestinese. Fermata anche l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Luisa Morgantini, che guidava una delegazione italiana dell’Assopace. “Sono stata fermata per un’ora e poi rilasciata”, ha raccontato Morgantini, aggiungendo di essere rimasta intossicata perche’ avvolta dal fumo di candelotto lacrimogeno sparato dai soldati. Alla manifestazione hanno partecipato anche decine di attivisti israeliani. Scontri tra forze

Vittorio Arrigoni: ancora bambini tra le vittime dell'ultima incursione israeliana, con uso di armi improprie

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E' improvvisamente corsa dentro casa e si inginocchiata al centro del stanza dove stavamo tutti. Non avevamo capito fosse ferita, fino a quando non ha iniziato a vomitare fiotti di sangue dal naso e dalla bocca. I suoi fratelli erano immobili dinnanzi a lei, terrorizzati". Dopo il massacro della famiglia Abu Said, che settimana scorsa ha portato all'uccisione di una madre di cinque figli e il ferimento di altri tre civili, l'esercito israeliano ha esercitato ancora una volta l'uso di armi proibite contro la popolazione della Striscia di Gaza. Secondo la ricostruzione basata sulle dichiarazioni dei testimoni, mercoledì 21 luglio, verso le ore 16, a Beit Hanun, guerriglieri della resistenza palestinese hanno cercato di respingere un'incursione di mezzi militari israeliani che avevano varcato di circa duecento metri il confine. Il fuoco israeliano ha immediatamente ucciso uno dei miliziani: Mohammed Hatem al-Kafarna, 23 anni, mentre un altro resistente, Qasse

Libano contro Israele: la guerra delle telecomunicazioni

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Israele contro il Libano: una guerra sotto altro nome La linea Beirut-Tel Aviv torna ad essere calda, anzi rovente. Storie di spionaggio telefonico, con compagnie libanesi da 14 anni al servizio del Mossad – il servizio segreto israeliano - e perfino membri di rilievo dei mukhabarat libanesi implicati in una torbida compravendita di dati sensibili. E il Libano si (ri)scopre estremamente vulnerabile dimostrandosi, ancora una volta, una nazione debole ed insicura. In un'interrogazione tenutasi la scorsa settimana, il deputato sciita Hassan Fadlallah ha dettagliatamente esposto ai parlamentari presenti l'intera questione. Secondo le parole del rappresentante di Hezbollah, da oltre 14 anni l'ingegnere Tareq Rabaa, 40 arabo di origini libanesi, sarebbe al soldo dei servizi segreti israeliani. Impiegato presso la compagnia telefonica libanese Alfa , Rabaa avrebbe venduto negli anni numerosi dati sensibili permettendo così al Mossad di controllare tabulati telefonici ed intere c

Gideon Levy : Dudu e il sesso in tempo di apartheid

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Sabbar Kashur voleva essere una persona, una persona come tutti gli altri. Ma per sua sfortuna, egli è nato palestinese. Succede. le sue possibilità di essere accettato come un essere umano in Israele sono nulle. Sposato e padre di due figli, voleva lavorare a Gerusalemme, la sua città, e forse avere un'amante o solo un avventura veloce....anche questo succede. Kashur sapeva di non avere alcuna possibilità con le donne ebree,quindi ha adottato un altro nome per se stesso, Dudu. Non ha i capelli ricci, ma gli stava bene lo stesso quel nome,d'altronde tutti lo chiamavano Dudu. Che come sapete e' il caso di tanti arabi di gerusalemme con nomi ebraici : il ragazzo dell' autolavaggio si chiama Rafi, quello delle pulizie delle scale Yossi,e quello del supermercato lo conoscono tutti come Moshé. Cosa c'è che non va allora ? Sono solo i temibili agenti del Shin Bet come "Capitano George" e "Abu Faraj" autorizzati ad adottare nomi da altri popoli? Sono so

Israele: come è facile uccidere

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A Israele la condizione di reciprocità in guerra non è mai andata giù. Dai sanguinosi giorni della guerra del Kippur il ministero della Difesa di Tel Aviv ha cercato sempre di superare a livello tecnologico e logistico i propri avversari. L'ultima coniugazione di questa politica di dominio è il cosiddetto " Spot and Shoot " (identifica e spara): fucili radiocomandati posti sul muro divisorio di Gaza e manovrati da una sala di controllo, lontana e sicura, da donne soldato in forza all'I srael Defense Forces (Idf) . Logica. È quella di sparare a distanza su chiunque sia sospettato di essere un terrorista. Col passare degli anni, e delle morti, l' Idf ha visto diminuire in modo esponenziale il numero di reclute perché, ammette l'esercito, i giovani israeliani non sono più disposti a combattere in zona di guerra. Così la Rafael, azienda israeliana produttrice d'armi, ha inventato il sistema Sentry Tech che permettere d'uccidere senza rischiare di esse