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Il Corpo mistico di israele e i nuovi guardiani della soglia

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Pensiero liberi Sempre più ampia è lo spettro dei nemici ,degli antisemiti ,degli antisionisti per chi continua a considerare Israele un Corpo mistico che deve essere difeso dai guardiani della soglia( nominati da chi?) Sempre più ampio la cerchia dei nemici da demonizzare e aggedire per chi ha trasformato l'ebraismo in una ebraicità sempre più nazionalista, costituita da deviazioni messianiche e cabalistiche, per chi ha svenduto per meno di trenta denari antiche parole e sapienze, per chi ha trasformato il Tempio in possesso e non in purezza del cuoreSempre più è necessario alzare il tiro e creare opachi veli notturni per nascondere il vero fine..Tutto questo ostacola la nascita dello Stato di Israele inserito in un contesto geopolitico, tutto questo impedisce di cogliere la dimensione reale del problema: non definire e non giudicare israele secondo parametri propri delle categorie politiche costituisce un pericolo per l'esistenza stessa di israele e per l'ebrais

Carter: Israele e Gaza

1 1Porto nel mio cuore i racconti di donne, uomini, bambini costretti a vivere come bestie più che come esseri umani. Non potrò mai dimenticare ciò che ho visto con i miei occhi: immagini di case, scuole rase al suolo in una deliberata devastazione». Parla Jimmy Carter, ex presidente degli Stati Uniti, premio Nobel per la Pace. Carter è in questi giorni a Gaza. Queste le sue impressioni continua qui 2 Zvi Schuldiner : " Come ai tempi di Carter " 3 3 video Jimmy Carter, la tregua rotta da Israele e la morte di Gaza “La tregua tra Israele e Hamas raggiunta lo scorso 19 giugno non è stata rotta dalle milizie palestinesi ma dallo Stato d’Israele”. A parlare così non è il presidente iraniano Ahmadinejad o un portavoce di Hamas, ma l’ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter, in un intervento sul Washngton Post intitolato ‘Una guerra non necessaria’. Un fatto completamente e stranamente ignorato dalla quasi totalità dei media.Così scrive Carter, presidente da

David Grossman : "Noi, incapaci di fare la pace questo ci ha detto Netanyahu".

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Il discorso di Benyamin Netanyahu è stato, come talvolta si suol dire, il discorso di una vita. Della nostra vita arenata, priva di speranze. Ancora una volta la maggior parte degli israeliani può raccogliersi intorno a quella che sembra essere una proposta audace, generosa, ma che, al solito, è un compromesso tra i timori, il lassismo, e la magnanimità ipocrita del centro che sta "un po’ a destra e un po’ a sinistra". Ma quanto è grande la distanza tra tutto questo e la dura realtà, tra tutto questo e le legittime necessità, le giuste pretese dei palestinesi, accolte oggi dalla maggior parte del mondo, Stati Uniti compresi.Ora, dopo che ogni parola del discorso è stata analizzata e soppesata, vale la pena di fare un passo indietro e osservare l’intera rappresentazione, l’intero quadro. Ciò che il discorso di Netanyahu ha rivelato, al di là di funambolismi ed equilibrismi, è la nostra impotenza, l’inanità di noi israeliani dinanzi a una realtà che esige flessibilità, audacia

Aluf Benn . la strategia israeliana pro Ahmadinejad

Il premio della stupidità di questa settimana deve andare ai funzionari ,agli ufficiali ,agli esperti che hanno affermato di preferire il Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad Difficile pensare a una manifestazione più evidente della miopia strategica israeliana Quest'analisi scaturisce da queste considerazioni : il presidente iraniano è un pupazzo in mano a Khamenei,il programma nucleare non sarà fermato indipendentemente da chi sarà eletto ,è meglio per noi un presidente che minaccia l'Olocausto di israele in quanto ci permette più facilmente di raccogliere il favore del mondo contro l'Iran Per capire come questo approccio è sufficiente guardare a quanto è accaduto in questi 4 anni Il nucleare iraniano ha superato la "soglia tecnologica" e ha raggiunto la capacità di produrre uranio arricchito e le sanzioni sono servite a poco . Durante questo periodo Israele, pur godendo di un 'alleanza d'amore con l'amministrazione Bush e di un

George Friedman Gli Insediamenti in Cisgiordania e il futuro delle relazioni USA-Israele

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Obama sa che Netanyahu non è nella posizione politica di poter eseguire la richiesta , anche se fosse intenzionato a farlo. Egli guida una coalizione mosaico, all’interno della quale il sostegno della destra è critico. Per la destra israeliana, creare insediamenti in quelle che loro chiamano Samaria e Giudea è un principio fondamentale, al quale non possono piegarsi . A differenza di Ariel Sharon, un uomo di destra che era politicamente potente, Netanyahu è un uomo di destra politicamente debole. Netanyahu ha concesso tutto quello che poteva concedere quando ha detto che non sarebbero stati più creati nuovi insediamenti. Egli non ha l’abilità politica di dare ad Obama quello che questi gli chiede; Netanyahu è bloccato sulle sue posizioni, a meno che non voglia provare a ristrutturare il suo gabinetto o a persuadere persone come Avigdor Lieberman – suo ministro degli esteri appartenente alla destra – di cambiare la loro visione del mondo. Quindi, Obama ha deciso di creare una crisi con

Shaul Arieli Quando Netanyahu ha parlato di Stato palestinese, era veramente questo che intendeva?

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Il discorso del primo ministro Benjamin Netanyahu ancora una volta ha dimostrato che i partiti della destra israeliana non hanno un’adeguata alternativa pratica alla soluzione dei due stati per due popoli. Il blocco della destra esiste soltanto per negare quest’idea, e si frammenta nel momento in cui deve presentare un’alternativa diplomatica che salvaguardi gli interessi di Israele.Le dichiarazioni sulla necessità di distruggere l’idea dei due stati sono state rimpiazzate da schermaglie di retroguardia finalizzate ad impedire l’implementazione di quest’idea. Nel 1993, Ariel Sharon volle annunciare che se il Likud fosse tornato al potere, avrebbe cancellato gli accordi di Oslo; Netanyahu annunciò che il programma di autonomia palestinese sotto il controllo israeliano era l’unica alternativa. Queste dichiarazioni sono state rapidamente sostituite dai discorsi su uno “stato palestinese” o uno “stato palestinese demilitarizzato”. Era chiaro a Netanyahu ed ai suoi predecessori che essi av