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Palestina:Il piccolo mondo di Ain Arik dove cristiani e musulmani convivono

Alla moschea di Ain Arik, villaggio di circa 1.700 persone nei pressi di Ramallah, c'è il minareto più alto della Cisgiordania dal quale, a un certo punto, pare uscire il suono delle campane. È solo un buffo effetto sonoro, che tuttavia potrebbe anche rappresentare la realtà, visti gli ottimi rapporti tra la chiesa e la moschea del villaggio. «Ciò che distingue Ain Arik è infatti la secolare convivenza tra musulmani e cristiani», conferma padre Giovanni, del locale convento della Piccola Famiglia dell'Annunziata, una comunità religiosa di tipo monastico fondata una cinquantina di anni fa da Giuseppe Dossetti. Padre Giovanni, sguardo sereno e accento bolognese che alterna ad un arabo perfetto, è ad Ain Arik dal 1989 assieme a pochi fratelli e sorelle che compongono la famiglia, guida spirituale della comunità cristiana del villaggio, composta da un terzo degli abitanti e suddivisa a sua volta in ortodossi, la maggioranza, e cattolici, circa 150 persone. Fedeli alla regola d

professore ebreo vince il premio Nobel arabo per la medicina

U.S. professor becomes first Jew to win 'Arab Nobel Prize' Un professore americano Ronald Levy, docente di Stanford, dove dirige il dipartimento universitario diOncologia, è diventato il primo Ebreo a vincere il Faisal Premio Internazionale di Medicina,noto come il "Premio Nobel arabo." Nonostante qualche timore iniziale, lui e la sua famiglia sono stati accolti con regale ospitalità in Arabia Saudita

Helena CobbanGAZA HA CAMBIATO OGNI COSA, MA LA SUA GENTE ANCORA SOFFRE

A tre mesi dalla fine della guerra israeliana contro Hamas a Gaza, la situazione di stallo fra Israele e il movimento islamico palestinese è invariata, ma le condizioni di vita della popolazione civile sono ancora più gravi – scrive l’analista Helena Cobban. I circa 1,5 milioni di abitanti di Gaza, quasi tutti civili, si trovano tuttora in una situazione estremamente dura, visto che Israele continua a proibire l’invio a Gaza di gran parte dei beni necessari per vivere una vita dignitosa – compresi i materiali da costruzione che servono per riparare o ricostruire le migliaia di case e di strutture di altro genere che l’esercito israeliano ha distrutto durante la guerra. Ma è già evidente che la guerra ha cambiato molti aspetti delle complesse dinamiche politiche esistenti fra la comunità israeliana e quella palestinese, ed all’interno di ciascuna comunità. Semplicemente riuscendo a sopravvivere, Hamas è diventato più forte sia nel panorama politico palestinese che nel più ampio

Gideon Levy :L'Olocausto e l'occupazione israeliana non possono essere paragonati

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Sintesi personale L'occupazione israeliana è brutale e crudele. Israele ,nel 2009, sta cominciando ad assomigliare alla Germania  del 1930 . Il processo di disumanizzazione dei palestinesi incoraggiata  dai media e realizzata  dall' IDF, richiama alla mente immagini raccapriccianti. Chiunque di fronte alla recinzione del filo spinato a -Qalqilya  non può fare a meno di pensare a un campo di concentramento. Un campo di concentramento - non un campo di sterminio. La persona che ha imbrattato di graffiti il  muro di separazione chiama Abu Dis un ghetto e ha ragione Il razzismo  verso  gli  arabi israeliani, ovunque si vada, dovrebbe suscitare profonda preoccupazione.Ci sono più di un paio di  disposizioni militari e di  leggi che, se tradotti  in tedesco, causerebbero  allarme Il termine "minaccia demografica" dovrebbe suonare  familiare alle generazioni dell'Olocausto , e  alle generazioni successive, così come la discussione - vergognosamente  accolta  nella sua le

Gideon LEVYGaza, ricordate?

                                     Gaza, ricordate? Abu-Aun, 53 anni, è stato ferito nel tentativo di fuggire quando la sua casa di Beit Lahia, nella Striscia di Gaza, è stata bombardata. Da allora cammina con le stampelle. Sua moglie ha partorito proprio nel mezzo della guerra, e adesso il neonato vive con loro nel freddo della tenda. La tenda è volata via durante la tempesta che ha divorato la Striscia di Gaza mercoledì scorso, così la famiglia ha dovuto rimontarla. Ricevono acqua solo occasionalmente, in un container, e una piccola baracca di latta fa da bagno per le 100 famiglie di questo nuovo campo profughi, “Campo Gaza”, nel quartiere Al-Atatra di Beit Lahia. Quest'ultimo finesettimana Abu-Aun era particolarmente amareggiato; la Croce Rossa ha rifiutato alla sua famiglia una tenda più grande. E non ne può più di mangiare fagioli. Per tre mesi, la famiglia Abu-Aun e migliaia di altre persone vivono in cinque accampamenti di tende costruiti dopo la guerra. Non hanno

Erotismo: Jasad, una rivista contro l’oscurantismo

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Il secondo numero del discusso trimestrale 'Corpo' è diffuso in tutto il mondo arabo ma nasce in Libano, Paese in cui si gode maggior libertà di altri della regione. Una libertà però limitata. Erotismo: Jasad, una rivista contro l’oscurantismo tag: mondo arabo