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Amira Hass: palestinesi scudi umani dell'IDF

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Human shields I Palestinesi che abitano in un quartiere ad est di Jabaliya hanno spiegato ad Haaretz che soldati dell’esercito israeliano avevano loro imposto una quantità di compiti: creare con la mazza delle aperture nei muri, entrare nelle case davanti ai soldati e accertarsi che fossero davvero stati uccisi gli uomini armati. Risposta del portavoce dell’esercito israeliano: non c’è mai stato niente di simile, i combattenti avevano ricevuto istruzioni di non servirsi della popolazione civile nel quadro dei combattimenti. Gaza Alla domanda “ chi è?” è arrivata la risposta: “ Esercito di difesa di Israele ”. Majdi Abed Rabbo, 39 anni, ufficiale dell’informazione palestinese dell’Autorità Palestinese a Ramallah, che abita nel quartiere Izbet Abed Rabbo ad est di Jabaliya, era sceso ad aprire la porta. Si è trovato di fronte al figlio dei vicini, Mahmoud Daher, che aveva dietro un soldato che gli piantava il fucile nella schiena. Il soldato allora ha spostato Mahmoud per puntare

Gideon LevyLasciamo che sia Netanyahu a vincere

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Per 16 anni siamo stati abbindolati dal processo di pace. Ne parliamo e riparliamo, farfugliamo e parlottiamo ed in generale ci sentiamo orgogliosi di noi stessi; ma nel frattempo le colonie si espandono incessantemente e Israele sfrutta ogni possibilita' per fare uso della forza, inoltre il ritiro unilaterale non ha portato alcun beneficio al processo di pace.  Lasciamo che sia Netanyahu a vincere

Enzo Traverso:8 maggio 1945

P remetto che oggi è difficile parlare della giornata della memoria senza metterla in relazione con quello che sta avvenendo in Medio Oriente. Non dico che sia una via obbligata, ma c’è una sorta di coincidenza tra questo anniversario e la cronaca dei giorni trascorsi che rende difficile, per non dire impossibile, non stabilire un rapporto. Lo si vede nei commenti della stampa, di una certa parte dell’opinione pubblica in vari paesi europei, come negli slogan che si sentono scandire nelle manifestazioni. D’altra parte questo stesso discorso politico è soggiacente alla strategia israeliana nei Territori occupati da quarant’anni. Fin dalla Guerra dei sei giorni, Israele ha presentato l’Occupazione dei territori palestinesi motivandola con un’esigenza di autodifesa e come la condizione per evitare un nuovo Auschwitz. Un tema ricorrente già in passato. Basti ricordare che si parlava di “Linea Auschiwtz” per definire le frontiere israeliane precedenti la Guerra dei sei giorni. Questo s

Ambasciatore Iraniano: tutti i paesi devono rinunciare all'atomica

1Commento: perfettamente d'accordo. Con l'involuzione democratica delle società così dette democratiche: questa mi sembra la proposta più realista e saggia Iran: All countries must disarm nukes 2 Nucleare: 118 Paesi appoggiano la proposta iraniana di bandire gli attacchi a impianti atomici Vienna, 26 agosto - Sono 118 i Paesi che appoggiano la proposta iraniana di messa al bando di attacchi contro impianti nucleari, proposta che la Repubblica islamica presenterà a settembre all'assemblea generale dell'Agenzia atomica internazionale. Questo emerge da una lettera inviata dall'Egitto al direttore generale dell'Agenzia Mohammed el Baradei, come riferisce la Reuters. Nucleare: 118 Paesi appoggiano la proposta iraniana di 3 MO: assemblea Aiea approva proposta zona denuclearizzata VIENNA - L'assemblea generale dell'Agenzia dell'Onu per l'energia atomica (Aiea) ha approvato a maggioranza, oggi a Vienna, una risoluzione non vincolante che mira a fare

Parroco di Gaza: la guerra non è finita

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"La guerra non è finita, continua con bombardamenti concreti e quotidiani, con i confini che restano chiusi, con i volti dei bambini segnati dalla violenza, con le nostre vite regolate dalle decisioni e dai capricci israeliani": raggiunto dalla MISNA a Gaza, padre Manuel Musallam – unico sacerdote cattolico della Striscia, parroco della chiesa della 'Sacra Famiglia' – parla a un mese esatto dalla fine dell'operazione militare israeliana 'Piombo fuso' che dal 27 dicembre al 17 gennaio ha causato la morte di oltre 1300 persone e il ferimento di altre 5400, in gran parte civili, per almeno un te rzo donne e bambini. "Gaza è un tappeto di macerie e di tende – dice padre Musallam che nei giorni dell'offensiva fu tra le voci più nitide che riuscirono a spezzare il silenzio su ciò che stava avvenendo – i più fortunati hanno ancora le loro case, altri hanno ricevuto un alloggio provvisorio o hanno trovato ospitalità presso parenti, i meno fortunati v

2 Come il servizio segreto israeliano ha ostacolato i piani nucleari dell'Iran

Londra, 17 febbraio - Stando al The Daily Telegraph, Israele ha lanciato una guerra dietro le quinte al programma nucleare iraniano contemplando anche l'assassinio degli scienziati coinvolti nella realizzazione del programma per rallentare il processo ed evitare uno scontro armato aperto tra i due Paesi. Un ex funzionario della Cia, citato dal giornale, ha detto che l'obiettivo è far deragliare il programma iraniano e per il momento si cerca di "rallentarlo, rallentarlo, rallentarlo, sino a quando non emerge una soluzione diversa". Con la cooperazione americana le operazioni segrete israeliane puntano all'eliminazione del personale coinvolto nel programma e a sabotare "la catena di approvvigionamento nucleare" dell'Iran. Israele sarebbe dietro la morte avvenuta nel 2007 di uno scienziato dell'impianto nucleare di Isfahan, Ardeshire Hassanpour, deceduto ufficialmente a seguito di un misterioso avvelenamento da gas tossico. fonte israeliana http://

Daniela Gross :Donne d'Israele: Amira Hass

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“ Sono abituata a essere considerata impopolare.  Per me non è un problema. Molti israeliani mi considerano una traditrice, ma altri mi leggono con interesse e si sentono solidali con le opinioni che esprimo”. Amira Hass, prima e unica giornalista israeliana a vivere a Gaza e in Cisgiordania, ha uno stile diretto e pungente. Anche quando le domande entrano nel vivo della sua esperienza personale. Non teme per se stessa? le chiede l’intervistatore. E lei, serafica, “sono abituata”: “credo che fare il giornalista significhi sorvegliare i centri di potere, osservare da vicino come vengono applicate le politiche dei governi e se rispettano nei fatti ciò che hanno promesso i governanti”. continua qui Leggi tutto...