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Misna Gaza, bilancio di una devastazione...per non dimenticare

Palestinians mourn dead, gape at destruction Vergognati Livni makes light of Gaza civilian casualty Israeli students call Barak 'murderer ' Hanno ragione loro “Sembra che la Striscia di Gaza sia stata colpita da un gigantesco terremoto. Interi quartieri sono ormai irriconoscibili. Alcune case sono state completamente abbattute, altre stanno ancora su ma sono così gravemente danneggiate dai bombardamenti che risultano inagibili. Le strade sono state completamente distrutte, rendendo di fatto impossibile la circolazione dei veicoli. Amici e vicini che non si vedevano da settimane gioiscono nel ritrovarsi ancora vivi. Mentre altri cercano fra l’immondizia o le macerie degli edifici utensili e beni di prima necessità ancora utilizzabili”: è il quadro fornito dal Comitato Internazionale della Croce Rossa (Icrc/Cric) dopo 72 ore di operazioni in varie zone della Striscia di Gaza per identificare i bisogni principali della popolazione al termine di tre settimane di violen

Israele perde la guerra dell'acqua

Israele perde la guerra dell'acqua, di mazzetta [19 - 01 - 2009] Mentre i politici israeliani giocano alla guerra-lampo prima dell'arrivo dell'Uomo Nero alla Casa Bianca, il tempo scorre indifferente ai piani dei grandi leader e la vita continua a proporsi una strada piena di minacce e di imprevisti. Così può capitare che mentre le energie del paese sono assorbite dalla guerra, gli esperti alzino la mano per annunciare che è finita l'acqua. L'inverno poco piovoso, se non secco, ha dato una mano, il più avaro di pioggia da ottanta anni, ma il problema per Israele è serio e sistemico ben oltre una pur severa siccità incombente. Il consumo di acqua pro-capite è cresciuto esponenzialmente dalla fondazione del paese e sebbene rappresenti un indicatore di benessere, per un paese con scarse risorse idriche è il sistema più semplice e sicuro per prosciugare ogni riserva in fretta. Secondo gli esperti Israele è più o meno a questo punto.Ci sono alcuni margini di rispa

Zeev Sternhell : la vittoria si definisce in base ai risultati politici

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Sintesi personale Gli Israeliani sono ancora abbagliati dal successo della campagna militare,nonostante l'orribile costo di vite umane,ma è necessario ricordare che la vittoria si definisce in base ai risultati politici . In questo contesto è interessante osservare che , nonostante la sconfitta militare, hamas ha già ottenuto dei risultati: è stato riconosciuto dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU sia come forza dominante nella striscia sia come vittima Questo è stato causato da un uso quotidiano della nostra forza militare , che potrebbe essere stato necessario a livello tattico, ma ha determinato, anche nei governi amici, un cambiamento nei nostri confronti dinanzi alle immagini dei bambini uccisi E così gli Stati Uniti , la Francia non potevano ignorare l'uccisione di civili a Gaza A Washington, George W. Bush e Condoleezza Rice hanno volutamente girato le spalle ad Israele. Gli Israeliani non si sono ancora resi conto dell'orrore di Gaza: era necessar

Gideon Levy: il tempo delle domande

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Continua a leggere 16 gennaio 2009 Volendo risalire alle  origini, si potrebbe citare Lev Tolstoj: “Il patriottismo nel suo significato più chiaro, semplice e inequivocabile  è solo un mezzo che i governi usano per raggiungere i loro obiettivi, e i  cittadini per raggiungere l’abdicazione dalla dignità umana, dalla ragione, dalla coscienza. Il patriottismo è schiavitù”. Con questa guerra, come con ogni  guerra, sulla terra è calato uno spirito malvagio. Un editorialista, probabilmente  illuminato, ha descritto le terribili  colonne di fumo nero che s’innalzano  da Gaza come “immagini spettacolari”. Il viceministro israeliano della difesa ha dichiarato che i numerosi funerali che si svolgono a Gaza sono la dimostrazione dei “traguardi raggiunti” da Israele. Un giornale ha titolato a tutta pagina “Le ferite di Gaza”, riferendosi ai soldati israeliani feriti e ignorando vergognosamente le migliaia di palestinesi che, negli ospedali di Gaza, non possono essere curati. Alcuni commentato

MisnaPRIMI BILANCI DI UN "TERREMOTO" (2) ...

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Secondo l’Icrc sono almeno 60.000 i palestinesi rimasti (letteralmente) senza nulla, dopo che i bombardamenti israeliani hanno distrutto le loro abitazioni e tutto quello che contenevano. “Un uomo anziano si è avvicinato a me, mentre stavo valutando i danni nel suo quartiere, e mi ha detto che tutto quello per cui aveva lavorato una vita intera, tutto quello che aveva ottenuto, il suo orto di olivi, limoni e alberi di palma, era andato distrutto. Tutto. Poi è scoppiato a piangere. È rimasto, solo, di fronte a me a piangere a lungo” racconta il funzionario della Croce Rossa Iyad Nasr, di ritorno da uno dei tanti sopralluoghi di questi giorni. Le agenzie umanitarie hanno chiesto l’invio immediato di materassi, lenzuola, oggetti per la cucina e teli di plastica per aiutare nell’immediato le migliaia di persone che hanno perso tutto. E mentre gli esperti spiegano che il quadro di distruzione attuale è “temporaneo” e che ci vorrà ancora una settimana per avere un quadro più completo d

sito dedicato ai bambini israeliani e palestinesi uccisi

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Israelis: 124 Palestinians: 1440 sito bambini israeliani e palestinesi uccisi (2000-2008) Il marchio di Caino:bambini nella polvere

di Juan Goytisolo, Immaginare il dolore degli altri a Gaza

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Un milione e mezzo di palestinesi patiscono l’assedio nel ghetto di Gaza, nel frattempo, i politici di Israele proclamano la loro indifferenza rispetto alle sofferenze degli assediati. Questo può solo produrre più violenza. “Nuociamo solamente agli altri quando siamo incapaci di immaginarli” ho letto in qualche libro, non so se di Todorov o di Carlos Fuentes. La frase si riferiva a gesta lontane, come la Conquista spagnola dell’America o le guerre coloniali europee del XIX secolo, quando le crudeltà di quelle guerre, patite da popoli “inferiori”, si rivestivano con un’aura di altruismo ed eroicità: missione evangelizzatrice o apporto delle luci della civilizzazione alla loro barbarie e arretratezza. Già Sharon formulò così un programma d’azione: “I Palestinesi devono soffrire molto di più”. Mi torna alla memoria la frase di Marek Halter: “Ho paura per Israele e Israele mi fa paura”. Le cose oggi sono diverse. Che si tratti di guerre d’aggressione o di guerre di presunta difesa o anc