A cento secondi dalla mezzanotte nucleare varie Non occorre essere diplomatici, esperti di questioni internazionali, frequentare think-tank, parlare l’inglese e leggere il mensile “Foreign Affairs” per sapere che le cose nel mondo non vanno un granché bene. Trump, Putin, Erdogan, la Libia, l’Iran, la UE e le democrazie impacciate; il coronavirus che in un attimo potrebbe passare dalla dimensione medica a quella politico-globale. E poi i mutamenti climatici che sono politica dal loro insorgere; la questione migranti, l’ingiusta distribuzione della ricchezza economica. Un tempo ignorata, la parola “geopolitica” è fra le più cliccate sul web. Puntuale cartina di tornasole delle incertezze collettive, anche quest’anno il Bulletin of the Atomic Scientist ha reso noto a che punto è la lancetta dell’ “Orologio del Giorno de Giudizio”: siamo a 100 secondi dall’Armagedon nucleare. In 73 anni mai così vicini al disastro. Tradizionalmente, con annuale e crescente preoccupazione, Slow