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Visualizzazione dei post con l'etichetta Mondo arabo

Umberto De Giovannangeli : Inferno yemenita: i sauditi sparano sui migranti e ne uccidono a centinaia

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  Mondo arabo 692 GLOBALIST.IT Inferno yemenita: i sauditi sparano sui migranti e ne uccidono a centinaia La denuncia di Hrw La rotta documentata parte dall’Etiopia e termina in Arabia Saudita, passando per lo Yemen, il paese della penisola arabica dove da otto anni è in corso una guerra che ha provocato una gravissima crisi umanitaria. A migrare sono soprattutto etiopi (oltre il 90 per cento, secondo le stime contenute nel rapporto), spinti da motivi diversi, tra cui la povertà, le conseguenze della siccità o le violenze  e le persecuzioni legate a conflitti etnici.Dall’Etiopia i migranti vanno regolarmente in Gibuti, dove poi gruppi di trafficanti li portano in Yemen passando per il golfo di Aden. Una volta raggiunto lo Yemen, i migranti vengono trasportati al confine saudita, che come altre zone nel nord ovest del paese è controllato dagli Houthi, milizie sciite sostenute dall’Iran che dal 2014 combattono una guerra contro il governo yemenita, a sua volta sostenuto da una coalizione

Chiara Cruciati IL clima a Sharm el-Sheikh: ong escluse, proteste vietate, arresti preventivi

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COP 27. Il regime di al-Sisi, forte della legittimità garantita dall'Onu e dai governi occidentali, approfitta della conferenza sul clima per un'altra ondata repressiva, dal Cairo alla città ospite militarizzata. Greta Thunberg:«È greenwashing». Chiara Cruciati Lunedì scorso l’attivista svedese Greta Thunberg aveva giustificato la sua assenza alla Cop 27 che si apre oggi in Egitto con quella che ha definito una politica di greenwashing: ospitare la Conferenza Onu sul clima per ripulirsi l’immagine. Un’operazione riuscita, quella del regime di Abdel Fattah al-Sisi (le uniche voci di protesta a levarsi sono quelle delle società civili e delle ong): Nazioni unite e governi hanno così scelto di riconoscere legittimità internazionale a un regime notoriamente liberticida. EPPURE LA COP 27 è stata ulteriore motivo di repressione in Egitto: Sharm el-Sheikh è stata militarizzata, un centinaio di attivisti già arrestati e le ong egiziane escluse dal dibattito Onu. Una «pulizia» necessari

Israele e Turchia legami di difesa e di sicurezza con la Turchia. Quindi, se ne deduce, con i Fratelli Musulmani

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Mondo arabo Il ministro della Difesa Gantz ha incontrato il suo omologo e presidente turco Erdogan e il suo omologo Hulusi Akar nella prima visita di un ministro della Difesa israeliano in Turchia dopo quasi un decennio, mentre i legami Ankara-Gerusalemme si accelerano 27 ottobre 2022 7:29 IDT Il ministro della Difesa Benny Gantz ha incontrato giovedì il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, dopo aver annunciato una graduale ripresa dei legami della difesa e della strategia con Ankara. All'inizio dell'incontro, Gantz ha ringraziato Erdogan per il lavoro delle agenzie di difesa del suo paese per aver salvato la vita di israeliani e membri della comunità ebraica turca. C'è molto potenziale in queste azioni, ha affermato, per rafforzare la cooperazione in materia di sicurezza e i legami ufficiali di difesa dei paesi. In precedenza, Gantz ha incontrato il ministro della Difesa turco Hulusi Akar. In un discorso congiunto dopo l'incontro, ha dichiarato che " Quest'

Giulia Ceccutti : Marionette e burattini arabi salvati dall’oblio

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Terrasanta.net e n t r S o p d o s l c 7 6 3 1 t i 8 l h l 8 7 1 u 2 2 9 i c i 5 9 0 2 9   Anche le culture arabe conoscono il teatro delle marionette e dei burattini. Una fondazione, con base a Londra, cerca di preservare questo patrimonio, rilanciandolo e salvaguardandolo. Ce ne parla il suo direttore Mahmoud Al-Hourani. Ne parliamo nella sezione "Cultura e dintorni" di Terrasanta.net: Marionette e burattini arabi salvati dall’oblio bit.ly/3ddII25 Anche le culture arabe conoscono il teatro delle marionette e dei burattini. Una fondazione, con base a Londra, cerca di preservare questo patrimonio, rilanciandolo e salvaguardandolo. Ce ne parla il suo direttore Mahmoud Al-Hourani. Un’arte originale e accessibile a tutti. Una forma di narrazione che, da oltre un millennio, occupa un posto speciale all’interno delle culture arabe, unendo la dimensione dell’intrattenimento a quella della sensibilizzazione su temi di attualità e, non di rado, legati alla politica. È il teatro dei

Michele Giorgio : IRAQ. Il cambiamento climatico sta cancellando il Crescente fertile

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  Mondo arabo PAGINEESTERI.IT IRAQ. Il cambiamento climatico sta cancellando il Crescente fertile Pagi ne Esteri, 26 agosto   – L’Iraq è chiamato con urgenza a contenere le conseguenze del cambiamento climatico che rischiano di trasformare in un deserto totale una terra da sempre conosciuta come il Crescente fertile. Gli iracheni quest’anno affrontano una stagione di caldo torrido senza precedenti – già in tempi «normali» d’estate si raggiungono anche i 45 gradi – e continue tempeste di sabbia e polvere. La sfida è immensa.   Nel 2019, le Nazioni unite hanno classificato l’Iraq come il quinto paese più vulnerabile al mondo ai cambiamenti climatici e alla desertificazione . Commentando l’aumento del numero e le proporzioni delle tempeste di sabbia, il direttore generale del ministero dell’ambiente  Issa Al-Fayyad   ha previsto che ci saranno una media di 300 giorni polverosi all’anno entro il 2050. «Il cambiamento climatico sta avendo impatto pesante sull’Iraq», ha detto in una recente