Paola Canarutto salute e diritti umani a Gaza e in Cisgiordania



Questa testimonianza è destinata ai nostri colleghi di tutto il mondo che potrebbero non essere consapevoli della deliberata violazione dei diritti umani in Cisgiordania e a Gaza The Lancet, 9 gennaio 2009
La Palestina è geograficamente divisa nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania. Gaza è l'area più densamente popolata del pianeta: dopo essere stata paralizzata dal blocco dei confini a partire dal 2007, al momento questa terra è sotto il bombardamento delle forze armate israeliane[1].A differenza di Gaza, la Cisgiordania non ha missili che possano minacciare Israele: tuttavia, anche qui i diritti umani sono ampiamente calpestati, cosa di cui siamo stati testimoni in un viaggio di indagine nel novembre 2008. Le restrizioni alla libertà di movimento per barriere e checkpoint, unite alla burocrazia per i permessi di viaggio, ritardano l'accesso agli ospedali sia per i pazienti sia per gli operatori sanitari. Abbiamo visto tre gemelli di 33 settimane lasciati ad aspettare per oltre cinque ore nell'attesa dei permessi, e infine trasferiti in ospedale senza i genitori, e sentito di operatori sanitari che, dopo la chiusura di alcuni checkpoint più vicini, impiegano adesso più di due ore e mezza per andare a lavoro (rispetto alla mezz'ora necessaria). Nelle università abbiamo ascoltato delle immense difficoltà che gli studenti e lo staff si trovano a dover affrontare a causa delle paralizzanti restrizioni di viaggio all'interno dei Territori occupatiIl blocco totale comporta il divieto di ingresso a Gaza, proibito a noi come agli operatori sanitari, ed ha interrotto l'approvvigionamento di cibo, energia e forniture mediche sin dalla chiusura dei confini agli inizi di novembre. I Medici per i Diritti Umani di Israele (Physicians for human Rights – Israel) ci hanno detto che sono stati ridotti i permessi di uscita per trattamenti medici fuori da Gaza, e che molti permessi vengono negati a meno che i pazienti non acconsentano a collaborare con i servizi di sicurezza per la raccolta di informazioni[2].bbiamo visto come per i palestinesi si stiano riducendo progressivamente le possibilità di sostentamento, sia a causa degli insediamenti israeliani illegali sulla loro terra coltivabile, sia per il boicottaggio della loro industria. La violenza continua a tutti i livelli: abbiamo parlato con bambini feriti dalle sassaiole dei loro coetanei israeliani mentre i soldati stavano a guardare. Bambini di 12 anni sono sotto processo presso la corte militare israeliana. L'accusa più comune è di aver lanciato sassi, reato che sotto la legge militare corrisponde a una pena di venti anni [3].Dopo il nostro viaggio in Cisgiordania avevamo molti motivi di preoccupazione, che, molto prima di quanto ognuno di noi avrebbe potuto aspettarsi, si sono concretizzati in maniera devastante nello sproporzionato attacco delle forze israeliane su Gaza. Siamo stati toccati in maniera personale quando la marina israeliana ha attaccato la nave Dignity, che trasportava aiuti di emergenza a Gaza, e su cui viaggiava anche un membro del nostro gruppo di viaggio [4].Suggeriamo, in mancanza di altre misure efficaci per influenzare la politica, di considerare seriamente il boicottaggio mirato nei confronti di entità accademiche e commerciali.Dichiariamo di non avere conflitti di interessi. Questa testimonianza è destinata ai nostri colleghi di tutto il mondo che potrebbero non essere consapevoli della deliberata violazione dei diritti umani in Cisgiordania e a Gaza Salute e diritti umani in Cisgiordania e a Gaza

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