Dopo una brutale aggressione al figlio minorenne, una famiglia palestinese querela Israele e l’impresa olandese che fornisce cani all’esercito [israeliano]
26 febbraio 2018, Mondoweiss
Quando aveva 15 anni, Hamza Abu 
Hashem è stato aggredito da cani dell’esercito israeliano ed ha 
riportato gravi ferite alle gambe, alle braccia e alla schiena.
In un video dell’aggressione, che è 
avvenuta il 23 dicembre 2014 nel villaggio di Beit Ummar nel sud della 
Cisgiordania occupata, si possono sentire soldati israeliani dire 
“dagliele, figlio di puttana” e “chi ha paura?”, mentre il ragazzo 
piangeva e urlava di dolore.
Dopo che il video è stato reso 
pubblico, Michael Ben-Ari, un ex deputato del partito di destra 
“National Union Party”, lo ha postato sulla sua pagina Facebook dicendo:
 “I soldati stanno dando una lezione al piccolo terrorista. Diffondete! 
In modo che ogni piccolo terrorista che pensi di fare del male ai nostri
 soldati saprà che ci sarà un prezzo da pagare.”
Hamza è stato arrestato 
immediatamente dopo l’aggressione, per la quarta volta da quando aveva 
11 anni, e condannato a tre mesi e mezzo di prigione con l’accusa di 
aver lanciato pietre – un crimine che è costato a lui e ai suoi cinque 
fratelli il carcere per decine di volte in due decenni.
Prima di essere trasferito in 
prigione è stato ricoverato in ospedale in Israele per una settimana, 
con le mani incatenate al letto per tutto il tempo e senza che la sua 
famiglia potesse visitarlo.
Adesso, quattro anni dopo 
l’aggressione che gli ha lasciato la mente ed il corpo segnati per tutta
 la vita, Hamza, insieme alla sua famiglia, sta facendo causa al governo
 israeliano per l’aggressione, ed anche all’impresa olandese che per più
 di 20 anni ha fornito ad Israele cani da attacco.
Secondo
 un reportage del 2015 del giornale olandese NRC, ‘Four Winds K9’, 
l’impresa a cui Hamza sta facendo causa, risulta aver esportato in 
Israele “cani di servizio” per 23 anni.
Nel 
reportage, NRC cita il proprietario di ‘Four Winds K9, Tonny Boeijen, 
che avrebbe detto di aver spedito in Israele ogni anno decine di cani 
addestrati all’attacco, e che il 90% dei cani dell’esercito israeliano 
venivano addestrati dalla sua impresa. 
In
 seguito alle pressioni di politici olandesi e di organizzazioni come 
l’Ong palestinese per i diritti umani Al-Haq, nel giugno 2016 l’impresa 
ha comunicato che avrebbe interrotto l’esportazione di “cani da attacco”
 ad Israele ed avrebbe fornito allo Stato solo dei “segugi”, mentre la 
comproprietaria dell’impresa Linda Boeijen ha detto a NRC: “Non 
intendiamo violare i diritti umani.”
Ma
 per i genitori di Hamza, Ahmad e Hamda, questo non è abbastanza. 
“Dobbiamo mettere fine alla vendita di tutti i cani all’esercito 
israeliano di occupazione”, hanno detto a Mondoweiss nel loro salotto, mentre sullo schermo televisivo scorreva il video dell’aggressione ad Hamza.
“Vogliamo sottolineare che non si tratta di soldi”, ha detto categoricamente Ahmad, dicendo a Mondoweiss che la famiglia non ha richiesto un solo shekel in nessuna delle sue denunce. 
È
 intervenuta Hamda: “Nel corso degli anni, mio marito e tutti i miei sei
 ragazzi sono stati incarcerati molte volte da Israele, ed abbiamo 
pagato decine di migliaia di dollari di cauzione all’occupante. 
Tuttavia, non è il denaro che vogliamo.”
Scuotendo la testa, Hamda ha detto a Mondoweiss
 che l’ultima volta che la sua famiglia di 10 persone si è riunita è 
stato durante l’ultimo Ramadan, appena prima che il figlio maggiore 
Thaer, che è tuttora in carcere, fosse nuovamente arrestato. Prima di 
allora, dice che non ricorda nemmeno l’ultima volta in cui si sono 
trovati tutti insieme. 
L’associazione
 per i diritti dei prigionieri Addameer ha calcolato che circa il 40% 
degli uomini palestinesi viene arrestato da Israele ad un certo punto 
della propria vita. 
“L’impresa
 olandese ha cercato di chiudere la faccenda con noi, dicendo che 
avrebbero dato a Hamza circa 10.000 euro se avessimo ritirato la 
denuncia e non avessimo pubblicato nulla della sua vicenda”, ha 
continuato. “Che insulto è questo? Pensano che vogliamo del denaro? No, 
vogliamo che i diritti di tutti i bambini palestinesi vengano protetti, 
ecco che cosa vogliamo.”
Per
 Ahmad e Hamda vi sono due principali obiettivi che sperano di 
raggiungere attraverso la loro denuncia. Primo, nella loro denuncia 
contro il governo israeliano – che ammettono abbia poca probabilità di 
ottenere giustizia – l’obiettivo è rendere responsabili i soldati che 
hanno aggredito Hamza ed i politici come Ben-Ari, che loro dicono abbia 
in seguito istigato alla violenza contro i bambini. “Israele non 
assicura quasi mai giustizia ai palestinesi vittime dell’occupazione, 
ma, anche se solo simbolicamente, dobbiamo portarli in tribunale per i 
loro crimini”, ha detto Ahmad, aggiungendo che è stato dopo aver visto i
 commenti di Ben-Ari riguardo a Hamza che si è deciso a sporgere 
denuncia.
Secondo,
 per Ahmad e Hamda il presupposto della loro denuncia contro ‘Four Winds
 K9 è che per anni l’impresa ha scientemente venduto cani ad una potenza
 occupante che viola sistematicamente i diritti e le leggi 
internazionali. 
“L’impresa,
 e tutte le imprese del mondo, dovrebbero sapere che quando vendono ad 
Israele stanno facendo profitti grazie all’oppressione, alle uccisioni e
 all’incarcerazione di bambini”, ha detto Ahmad, e Hamda ha annuito. “Lo
 scopo di tutto questo è ottenere giustizia, sì, ma anche di impedire 
che ciò che è avvenuto a mio figlio accada ad altri bambini ed altre 
persone, in Palestina e in tutto il mondo.”
Segnato per tutta la vita
Oggi,
 a 19 anni, Hamza – che ha perso gran parte della sua infanzia in 
diverse prigioni israeliane per il reato di lancio di pietre – è più 
maturo dei suoi anni per come si comporta e per come parla, ma dice di 
essere ancora colto da un’indescrivibile, infantile paura quando vede 
dei soldati israeliani con i loro cani, costantemente presenti a Beit 
Ummar. 
“Adesso,
 tutte le volte che vedo proteste o disordini nel villaggio, sono 
terrorizzato e cerco di scappare via il più presto possibile”, ha detto 
Hamza a Mondoweiss, mentre camminavamo nello spiazzo dove anni fa è stato aggredito.
“Ero 
stato arrestato molte volte dall’occupante israeliano prima 
dell’aggressione, ma quella è stata di gran lunga la cosa più spaventosa
 accaduta a me e alla mia famiglia”, ha detto.
Seguito
 da Seja, la sua sorellina più piccola, Hamza ha indicato le decine di 
bambini che giocavano a calcio in una strada vicina, “Ciò che è ancor 
più spaventoso della mia aggressione, tuttavia, è che ci sono persone 
che intendono fornire all’occupante cani e armi, che in ogni momento 
possono essere usati contro questi bambini.”
“Ecco
 perché non cederemo a tentativi di corruzione o minacce”, ha detto, “è 
una questione che è molto più grande di me. Si tratta del diritto di 
ogni bambino palestinese di vivere un’infanzia normale, una cosa che a 
me non è stata concessa.”
(Traduzione di Cristiana Cavagna)
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