![La copertina di 'Gaza writes back', opera di 15 giovani scrittori palestinesi sull'operazione Piombo Fuso](https://lh3.googleusercontent.com/blogger_img_proxy/AEn0k_usk8IoBVQwLlqR99gsqhdEn3cyfl7cK7PHL9Gw2hMM34mTV-UWA4zTNUTyEAfbhkaYeLqnpGJKavpMCw8lbkrdlfspV96TOb_Zj21AAjshlVeYzvlKrNg2SDq7fgmJ0ecm41czor5unBt3YIVoSQqpQHvCXpfZR9lLhw=s0-d)
(ANSAmed) - ROMA - Cinque anni fa Israele lanciava l'operazione 'Piombo
fuso' contro Gaza. Oggi quindici giovani scrittori palestinesi
rispondono con un libro, 'Gaza writes back' ('Gaza risponde per
iscritto'), che punta a far capire al mondo quale sia stato l'impatto di
quelle tre settimane di bombardamenti a cavallo tra dicembre 2008 e
gennaio 2009 sulla vita della Striscia e dei suoi abitanti. Il volume
nasce con aspirazioni internazionali: tutti i racconti sono stati
scritti direttamente in inglese, come ha spiegato a vari blog letterari
l'editore, Refaat Alareer, docente di letteratura comparata e scrittura
creativa all'Università di Gaza, che ha anche investito sull'affinamento
delle capacità di scrittura in inglese dei 15 autori, in gran parte
studenti universitari o poco più vecchi, tra cui molte donne. Una scelta
di politica editoriale per evitare "mediazioni o influenze di
traduttori e voci non palestinesi", come dichiarato dallo stesso
Alareer, che ha aggiunto: "Pensare globale è diventato una necessità
dopo l'offensiva israeliana del 2008-2009". Del resto, il supporto
internazionale ai palestinesi non si concretizza solo in aiuti e
cooperazione: ma anche in sostegno agli scrittori emergenti veicolato da
internet, potente megafono che fornisce alla nuova generazione di
scrittori di Gaza stimoli e linfa vitale per il loro lavoro. Non a caso,
nell'introduzione di 'Gaza writes back' si fa esplicito riferimento al
web e a come questo abbia cambiato il processo narrativo tra i
palestinesi. "I giovani scrittori - ha confermato Alareer al blog di
settore Arablit - hanno iniziato postando materiale su Facebook o nei
blog. Poi sono venuti siti come Mondoweiss, Electronic Intifada,
Palestine Chronicle. L'incoraggiamento ricevuto dai lettori palestinesi e
di tutto il mondo li ha stimolati a scrivere ancora. Senza la rete,
molto di questo materiale sarebbe andato perso, o non sarebbe mai stato
scritto". Questo fa il paio con il fatto, ormai conclamato, che per i
palestinesi (ma non solo) le piattaforme social sono diventate un
importante campo di battaglia. E anche 'Gaza writes back' sarà promosso
essenzialmente attraverso il tam tam digitale. (ANSAmed)
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