Amira Hass: Falso allarme

Secondo i più cinici è stato solo "un modo per prepararsi a una guerra che c'è già stata". Nel conflitto dell'estate scorsa, infatti, le autorità israeliane si sono rivelate incapaci di rispondere alle esigenze della popolazione civile.

Prima di mezzogiorno l'esercitazione è stata inaspettatamente interrotta. Un vero allarme, sulla presenza di un probabile attentatore suicida, ha spinto le forze di sicurezza a ripristinare le normali procedure di emergenza.

Sulle strade si sono formati ingorghi interminabili, e i disagi sono proseguiti anche dopo il ritrovamento di una borsa sospetta su un taxi. Nella borsa, però, non c'era nessun esplosivo.

L'allarme era reale o scatenato dal panico? A febbraio l'intelligence israeliana ha scoperto, in un appartamento di Tel Aviv, un attentatore suicida che si preparava a colpire. Ma non tutti gli allarmi sono fondati. Un paio di mesi fa una segnalazione simile si è conclusa con un nulla di fatto: i sospetti erano lavoratori palestinesi cittadini d'Israele. Per capire che l'allarme era ingiustificato, sarebbe bastato leggere i rassicuranti rapporti sulla loro identità.

Quello del 20 marzo è stato quindi un allarme reale? O solo la segnalazione di un lavoratore "illegale", uno tra le centinaia di palestinesi che, per sbarcare il lunario, entrano in Israele attraverso strade secondarie, correndo rischi di ogni genere e pagando mazzette agli autisti dei taxi?

Un paio di settimane fa mi ha telefonato una donna israeliana che non conoscevo: mi ha raccontato di essere diventata amica di un giovane palestinese che lavora "illegalmente" in Israele. Anche a costo di avere problemi con la legge, lo ospita in casa per settimane intere.

Non tutti i lavoratori palestinesi sono così fortunati: il fratello di un mio amico ha "vissuto" a lungo nella discarica dove lavorava, vicino a Tel Aviv. La donna ha chiesto al suo giovane ospite come riusciva ad aggirare l'assedio israeliano. "A un posto di blocco", le ha spiegato lui, "c'è un soldato che prende soldi per lasciarci passare".
http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=15284



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