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Michele Giorgi : I prigionieri politici palestinesi boicottano le corti israeliane

Non cessano le proteste palestinesi due mesi dopo la dichiarazione con cui Donald Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale d’Israele. Ieri al termine delle preghiere islamiche del venerdì centinaia di palestinesi hanno affrontato l’esercito israeliano a Hebron, Ramallah, Nablus e Gerico. Almeno sette i dimostranti feriti da proiettili sparati dai soldati israeliani, altri 18 sono stati intossicati dai gas lacrimogeni nei villaggi di Mazraat al Gharbyeh e Bilin vicino Ramallah, ad al Qaryoun e al Qisariya (Nablus) e in altre località della Cisgiordania. Non si protesta solo nelle strade. A quasi un anno dal lungo sciopero della fame nelle carceri israeliane contro la “detenzione amministrativa” (senza processo) promosso dal “Mandela palestinese” Marwan Barghouti, tre giorni fa 450 prigionieri politici hanno cominciato una nuova contestazione contro questa forma di detenzione proclamando il boicottaggio a tempo indeterminato delle corti militari israeliane. In un comunicato

Cosa può succedere ora a Netanyahu?

« Fino a quando Benjamin Netanyahu continuerà ad essere il primo ministro israeliano?» Se lo chiedeva in estate il quotidiano israeliano Haaretz  e se lo chiedono oggi molti altri dopo che la polizia israeliana ha aveva suggerito al procuratore generale di incriminare il primo ministro . Netanyahu è stato accusato di corruzione, frode e abuso di fiducia nell’ambito di due inchieste che in Israele hanno avuto grande risalto. A meno di sorprese Netanyahu arriverà però senza intoppi alla scadenza naturale del suo mandato, nel novembre 2019, per due ragioni: l’instabilità della politica israeliana e la procedura giudiziaria prevista in Israele per rimuovere il primo ministro. Cosa c’entra la politica Netanyahu è accusato di avere aiutato amici facoltosi in cambio di regali e di aver chiesto a un popolare quotidiano israeliano una copertura a lui più favorevole. A prescindere dalla gravità della vicenda, nota da molti mesi, è diffi

Insegnante palestinese dilaniato da un cane dell’esercito israeliano mentre i soldati stavano a guardare

Israele colpisce Gaza dopo che due soldati sono stati feriti, due palestinesi morti Insegnante palestinese dilaniato da un cane dell’esercito israeliano mentre i soldati stavano a guardare La crisi per la corruzione di Netanyahu: ne faranno le spese i palestinesi Il ministro della Giustizia di Israele approva l’apartheid – lo Stato ebraico “a scapito dell’uguaglianza” Per ottenere uno Stato, i palestinesi devono lavorare anche per i due Stati. 16 febbraio 2018, Haaretz Dopo aver fatto irruzione nella casa di un insegnante a notte fonda, i soldati gli hanno aizzato contro il loro cane. Il cane lo ha azzannato e bloccato, mentre i suoi familiari assistevano inorriditi Non è un bello spettacolo. Sua moglie ci mostra le foto sul suo telefonino: il suo braccio ferito, malconcio e sanguinante, morsicato e lacerato, deturpato in tutta la sua lunghezza. Lo stesso vale per la sua gamba. È il r

Gideon Levy Palestinian Schoolteacher Mauled by Israeli Military Dog as Soldiers Watch

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Palestinian terrorist handed four life sentences for murdering three in Israeli settlement How Israel can shrink the occupation, without shrinking its security Judea and Samaria District? Wikipedia in Hebrew can't find the West Bank It’s not an easy sight to look at. His wife shows us the photographs on her phone: his wounded arm, battered and bleeding, mauled and mangled, scarred along its entire length. The same with his hip. It’s the

Fulvio Scaglione : l vero problema delle Ong? Politico, non (solo) morale

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Io ero e resto convinto che nei primissimi anni Novanta Willy Huber, che allora dirigeva l’ospedale di Save the Children a Mogadiscio, in Somalia, mi abbia salvato la vita. In più, ho avuto decine di contatti, e in qualche caso rapporti profondi, con esponenti di Ong in varie parti del mondo. Figuriamoci quindi se posso avere una posizione preconcetta nei confronti del cosiddetto “volontariato”. Però una crisi è una crisi. E quella attuale è assai profonda, e non riguarda solo i colossi travolti dallo scandalo come Oxfam o quelli che si stanno autodenunciando perché avevano già preso provvedimenti e non vogliono finire nel tritacarne come Save the Children o Medici senza Frontiere. Tanto profonda che la Charity Commission, l’ente che per conto del governo inglese sorveglia le Ong, denuncia di ricevere ogni anno oltre mille segnalazioni di abusi sessuali, che riguardano organizzazioni grandi, piccole e minuscole. Ed è chiaro che il cittadino di buona volontà, il cittadino-do

AHED TAMIMI, ISRAELE E LA GUERRA AL TERRORISMO - Fulvio Scaglione

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AHED TAMIMI, ISRAELE E LA GUERRA AL TERRORISMO - Fulvio Scaglione Il processo contro Ahed Tamimi riguarda l'eterno conflitto tra Israele e Palestina, l'occupazione israeliana e le reazioni palestinesi. Ma riguarda anche tutti noi e la… t.co Non è difficile prevedere che il processo ad  Ahed Tamimi , 17 anni compiuti da pochi giorni, l’adolescente palestinese arrestata durante una manifestazione contro l’occupazione israeliana e contro le decisioni del presidente statunitense Donald Trump su Gerusalemme, occuperà a lungo le cronache e non solo quelle. Contribuirà a questo la decisione del giudice della corte militare di Ofer , dove la ragazza è imputata, che ha deciso di procedere con udienze a porte chiuse, espellendo dall’aula non solo giornalisti e attivisti delle organizzazioni umanitarie, ma anche i diplomatici presenti come osservatori. Ma sono le condizioni di partenza a rendere comunque clamoroso il processo: Ahed Tamimi

Intellettuali e attivisti iraniani promuovono un referendum contro la teocrazia

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Intellettuali e attivisti iraniani promuovono un referendum contro la teocrazia Teheran (AsiaNews) - Intellettuali, attivisti, accademici e personalità della società civile iraniana hanno sottoscritto in questi giorni un documento in si accusa il regime teocratico di aver fallito la realizzazione degli ideali repubblicani. Raccogliendo la proposta lanciata nei giorni scorsi dal presidente moderato Hassan Rouhani , i 15 firmatari chiedono inoltre di indire un referendum sotto la supervisione della comunità internazionale per “definire le caratteristiche” del futuro Stato.  Secondo i proponenti, il quesito referendario dovrebbe permettere alla popolazione di esprimersi sull’establishment al potere e, in particolare, la leadership religiosa che detiene il potere ultimo nel Paese. Si tratta di stabilire se essa incontra ancora “il sostegno della maggioranza”. 

Ministro palestinese in Vaticano: “La Santa Sede convochi una Conferenza su Gerusalemme”

Roma (Agenzia Fides) – La decisione unilaterale dell'Amministrazione USA di riconoscere Gerusalemme come capitale esclusiva di Israele “sta minando la possibilità di avere risultati positivi dai negoziati di pace”, perché introduce nel conflitto una “dimensione religiosa che complica ulteriormente la situazione”. Israele “sta approfittando della decisione del Presidente USA Donald Trump per aumentare la pressione sulla presenza cristiana nella Città Santa”. Per questo conviene che la Santa Sede convochi una Conferenza su Gerusalemme, chiamando i capi e i rappresentanti di tutte le Chiese e comunità di battezzati per ribadire che i cristiani non rinunceranno agli interessi che li legano per sempre alla Città dove Cristo è stato crocifisso ed è risorto. E' questa la proposta che Riyad al Maliki, Ministro degli Esteri palestinesi, ha sottoposto all'attenzione dei suoi interlocutori vaticani, negli incontri avuti giovedì 15 febbraio nel Palazzo Apostolico con il

47Soul, quattro palestinesi nell’East End di Londra video

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di  Marcello Lorrai Giovedì 15 febbraio 2018 ore 18:58 Il nome del gruppo, così come il termine che hanno coniato per identificare la loro formula musicale, nonché il titolo del loro album appena pubblicato, sono tutto  un gioco di riferimenti alla storia e alle vicissitudini della Palestina . 47Soul è un gruppo di electro-hip hop nato nel 2013. A formarlo sono stati dei musicisti di diverse provenienze ma  tutti di origine palestinese : chi di Amman in Giordania, chi di Ramallah in Cisgiordania, chi della Galilea, chi della diaspora negli Stati Uniti. Le difficoltà derivanti dall’avere passaporti diversi li hanno spinti, per sviluppare il loro sodalizio, a  trasferirsi a Londra , dove il loro crossover di grande vivacità ed effetto, e di grande presa dal vivo li ha portati in questi anni ad affermarsi  fra i gruppi arabi di punta sul piano internazionale , come un altro storico gruppo hip hop palestinese, i Dam. Il 47 del nome dei 47 Soul evoca  l’ultimo anno pr