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GERUSALEMME UN PO’ COSI’, ECCO – di Fulvio Scaglione

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  I sostenitori italiani della politica di Israele (intendo dire: di qualunque politica, gialla, rossa o verde, purché sia Israele a deciderla) citano spesso, a proposito della polemica su Gerusalemme capitale, il pronunciamento del Congresso Usa che nel 1995, con il Jerusalem Embassy Act, stabiliva che “Gerusalemme sia riconosciuta come capitale dello Stato di Israe le”, con relativo spostamento dell’ambasciata. Lo fa anche Paolo Mieli sul Corriere della Sera di oggi. Peccato che Mieli, come altri prima di lui, dimentichi di citare altri due pronunciamenti. Quello dei presidenti George W. Bush (repubblicano) e Barack Obama (democratico), che non hanno implementato l’Act perché “costituisce un’inammissibile interferenza con l’autorità costituzionale del Presidente di formulare la posizione degli Stati Uniti, parlare per la Nazione negli affari internazionali, e determinare i termini in base ai quali è concesso il riconoscimento agli Stati e

Non tutti amici degli «Amici di Sion»

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      Non tutti amici degli «Amici di Sion» Pieno sostegno degli evangelical al presidente Trump nella sua politica su Gerusalemme. I cristiani sionisti di matrice Usa sono un influente gruppo di pressione che accresce le divisioni. terrasanta.net Il museo degli "Amici di Sion" a Gerusalemme con uno striscione che inneggia al presidente Usa, Donald Trump Pieno sostegno degli evangelical al presidente Trump nella sua politica su Gerusalemme. I cristiani sionisti di matrice Usa sono un influente gruppo di pressione che accresce le divisioni. Quando Donald Trump, il 13 dicembre scorso alla Casa Bianca, è stato premiato per la sua decisione di trasferire l’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme , riconoscendo così di fatto l’annessione dell’intera città allo Stato di Israele, ha ricevuto il premio Friends of Zion da Mike Evans, figura di spicco del mondo evangelical sionista statunitense. Evans è molto a

Fulvio Scaglione :Abu Dis capitale della Palestina?

L'Onu, Gerusalemme e il randello del dollaro L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha fatto il vuoto intorno agli Usa (e ad Israele) per la decisione di trasferire l'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. Senza, però, alcuna conseguenza pratica. 22 dicembre 2017 Meglio contro Teheran che per Gerusalemme Anche sul riconoscimento americano di Gerusalemme capitale dello Stato ebraico è chiaro che l’Arabia Saudita e altre monarchie del Golfo hanno mollato i palestinesi. Preferiscono stare con Israele contro l'Iran. 14 dicembre 2017 Israele e Palestina, Trump e i sauditi vogliono un accordo Pare che il presidente statunitense Donald Trump stia per presentare una proposta forte per la pace tra israeliani e palestinesi. Cruciale il nuovo approccio dell'Arabia Saudita. 30 novembre 2017 Libano, lo show di Hariri Che copione sta andando in scena in questi giorni in Libano? Difficile saperlo veramente. Rest

Banksy va a Betlemme Intervista al celebre artista

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Banksy va a Betlemme Intervista al celebre artista britannico, che spiega l’obiettivo del progetto legato all’albergo Walled Off in Cisgiordania. Leggi internazionale.it   L’albergo di Banksy Walled Off (a sinistra) a Betlemme, il 15 marzo 2017. (Thomas Coex, Afp) Palestina Banksy va a Betlemme Jan Dalley , Financial Times , Regno Unito 28

Soldati italiani nella No man's land del Niger (di U. De Giovannangeli)

Soldati italiani nella No man's land del Niger (di U. De Giovannangeli) Non è "solo" il più grande Paese di transito di migranti. Il Niger è anche altro: una immensa terra di nessuno dove a farla da padroni, in una parte significativa dell'immenso territorio, sono miliziani jihadisti, tribù in armi e organizzazioni criminali che fanno del traffico di esseri umani il loro core business. Su questa area cruciale del "corridoio libico" sono passati, solo per restare all'anno che sta per chiudersi, oltre 300mila migranti destinati a riempire le tasche di criminali e signori della guerra che spopolano sulla rotta del Mediterraneo. L'Italia, ha ribadito oggi il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni , è impegnata nel contrasto degli schiavisti del Terzo Millennio e a questo scopo nei prossimi mesi invierà in Ni

Netanyahu è orgoglioso del miglioramento dei rapporti diplomatici di Israele, ma il voto dell’ONU dà una lezione di umiltà

No a Landau 22 didembre 2017, Haaretz Le molte dichiarazioni del primo ministro negli ultimi due anni riguardo ad un presunto e vistoso cambiamento nell’atteggiamento del mondo verso Israele non hanno superato la prova della realtà . Più passava il tempo prima della sconfitta all’Assemblea generale dell’ONU, tanto più a Gerusalemme cambiavano le aspettative sui risultati attesi. All’inizio Israele ha cercato di convincere più Paesi possibile a votare contro la risoluzione, ma quando le esplicite minacce americane di tagliargli gli aiuti non hanno cambiato in modo significativo la situazione, il principale tentativo fatto è stato centrato sul convincere i leader almeno ad astenersi o ad andarsene improvvisamente per le vacanze di Natale e assentarsi dall’aula. E se questo non avesse funzionato, che per lo meno abbassassero il tono dei loro discorsi durante il dibattito. Dopo il voto, il primo ministro Benjamin Netanyahu ed il suo ministro degli Esteri, Benja

Hamza Abu Eltarabesh Come lo Stato Islamico tiene in ostaggio Gaza

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21 dicembre 2017, The Electronic Intifada Quando Rami Fawda ha sentito che era prevista finalmente l’apertura del valico di Rafah, la sua reazione è stata di sollievo misto a preoccupazione. Il sollievo era dovuto al fatto che il quarantaquattrenne ingegnere vive ad Ankara, in Turchia, dove lavora da 13 anni e vi doveva tornare. Era arrivato a Gaza durante l’estate per visitare la sua famiglia, solo per la seconda volta da quando era andato via, ma era rimasto bloccato, cercando inutilmente per tre volte di ottenere il passaggio attraverso Rafah – il confine tra Gaza e l’Egitto. Allora Fawda ha cercato di andarsene in ottobre, quando le autorità egiziane hanno annunciato l’apertura prevista di Rafah in seguito ai tanto sbandierati negoziati preliminari di unità da poco conclusi tra i partiti palestinesi Fatah ed Hamas al Cairo. Ma anche questa possibilità è naufragata, questa volta a causa di un attacco ad un posto di controllo dell’esercito egiziano nel Sinai c
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Rapporto OCHA del periodo 5 – 18 dicembre 2017 – Zeitun Nei Territori palestinesi occupati [ vengono indicati come tali: Striscia di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est ] , il periodo cui si riferisce il presente rapporto è stato contrassegnato da un’ondata di proteste, scontri, lanci di razzi e attacchi aerei che hanno provocato la morte di 8 palestinesi e il ferimento di altri 2.900 circa, tra cui almeno 345 minori; anche 7 israeliani sono stati feriti. La sollevazione palestinese, seguita all’annuncio del 6 dicembre con il quale gli Stati Uniti riconoscevano Gerusalemme come capitale di Israele, desta preoccupazione per la possibilità che possa innescare un nuovo periodo di ostilità. Nella Striscia di Gaza, nel corso di proteste e scontri, tre civili palestinesi (tutti uomini) sono stati uccisi con armi da fuoco dalle forze israeliane, mentre altri 658 civili, tra cui 79 minori, sono stati feriti. Gli eventi, quotidiani, hanno avuto luogo