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Susan Abulhawa: romanzi di vita palestinese

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Dal blog Mille e una pagina di Claudia Negri Devo fare una confessione. Io piango con i libri. Ho la lacrima facile, se l’occasione è quella giusta, io nel dubbio piango. Il grosso problema di tutto ciò è che io leggo molto in treno…vi lascio immaginare lo spettacolo pietoso a cui assistono le persone che viaggiano accanto a me! Una delle ultime volte, mi è successo leggendo “Ogni mattina a Jenin” di Susan Abulhawa. Lo conoscevo, l’avevo studiato, ma faceva parte di quei tanti – troppi – libri che so che devo e voglio leggere, ma vengono continuamente procrastinati. Finalmente mi è capitata l’occasione giusta e mi ci sono immersa. Una mia amica, a cui ho confidato l’ultimo incidente, mi ha confessato che per lei è uno dei libri più belli che abbia mai letto. E io non posso darle torto. È appassionante, coinvolgente e per niente scontato. È quell’incredibile equilibrio tra una storia personale – gran parte degli eventi è narrata in prima persona – e l’universalità de

Visualizzare l'occupazione: piani di costruzione a Gerusalemme Est

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Gideon Levy : America uber Alles

 Gideon Levy , 22 gennaio 2017, Haaretz La voce di Trump si diffonderà in tutto il mondo e diventerà fonte di ispirazione e legittimazione per l’estrema destra, dall’Europa a Israele. Provate a tradurre in tedesco il discorso di insediamento e avrete”Deutschland uber Alles”. Lo stesso spirito, le stesse intenzioni. “Germania, Germania prima di tutto”, proprio come vi sarà solo “America first, l’America prima di tutto”. “Donne tedesche, fedeltà tedesca/ vino tedesco e canzoni tedesche”, proprio come “braccia americane e lavoro americano”. “Lottiamo per questo/fraternamente con il cuore e le braccia!”, proprio come “Quando l’America è unita, l’America è assolutamente inarrestabile”. L’America prima di tutto o la Germania prima di tutto, venerdì il presidente Donald Trump ha fatto un discorso inquietante. L’unica consolazione è la speranza che siano solo parole, ma certo è una magra consolazione. Se lui davvero mette in atto la sua affermazione che “E’ giunta l

Amira Hass : Un interludio musicale o gli orrori dell’occupazione? Il dilemma di una giornalista israeliana

Un interludio musicale o gli orrori dell’occupazione? Il dilemma di una giornalista israeliana America uber Alles Uccidili, sono un facile bersaglio Basta seminare il panico: in Palestina e Israele un unico Stato democratico è possibile Centinaia di persone in Israele e nei territori palestinesi occupati denunciano l’incursione mortale a Umm al-Hiran Amira Hass – 20 gennaio 2017, Haaretz La scorsa settimana Betlemme ha ospitato una giornata a porte aperte di eventi musicali, compresa una lezione magistrale di una famosa violinista francese. Se solo l’esercito israeliano non fosse così impegnato a creare storie perché io le debba raccontare. Il progetto originale era di uscire di casa a El Bireh verso le 11 del mattino di giovedì, per riuscire ad arrivare alla sala conferenze delle Piscine di Salomone a Betlemme. La hanno chiamata “giornata a porte aperte” e avrebbe ospitato vari spettacoli musical

Indonesia: Ambasciata palestinese: Non usate la nostra bandiera fra i gruppi islamici

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                INDONESIA Ambasciata palestinese: Non usate la nostra bandiera fra i gruppi islamici La rappresentanza diplomatica palestinese diffida come Di AsiaNews.it La rappresentanza diplomatica palestinese diffida come "improprio" l’uso della bandiera durante marce e manifestazioni. Sono azioni che “non possono essere accettate”. Spesso la popolazione identifica la bandiera palestinese con l’islam. Ministro indonesiano: Parole che “devono essere rispettate da tutti, compresi i gruppi musulmani”. Jakarta (AsiaNews) - L’ambasciata palestinese in Indonesia diffida movimenti e associazioni musulmane, radicali e non, dall’usare la loro bandiera durante marce e manifestazioni. Con una nota ufficiale diffusa ieri, la rappresentanza diplomatica a Jakarta ha ricordato il recente uso della bandiera palestinese durante le dimostrazioni di piazza contro il

Ben Caspit : funzionari della sicurezza israeliana e dell'IDF a Netanyahu : "Non toccare l'accordo con l'Iran"

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 sintesi personale   Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha spesso dichiarato che avrebbe cercato di convincere la nuova amministrazione americana a ridiscutere l'accordo nucleare  tra l'Iran e le sei potenze mondiali . Ha anche detto alla CBS, lo scorso dicembre, che ha almeno " cinque idee   a tal proprosito ". Evidentemente  condividerà le sue idee nel mese di febbraio con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump   a Washington. Il problema di Netanyahu è che lui, come Trump, attualmente non hanno il sostegno dell' intelligence dei rispettivi paesi. La raccomandazione di tutti i settori di sicurezza, dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) al Mossad alla  Military Intelligence, è inequivocabile: non chiedere agli americani di riaprire l'accordo nucleare. È vero che  l'IDF e Mossad non erano entusiasti di tale accordo , ma  dal momento che è stato firmato, ora  ritengono che l'eventuale  riapertura causerebbe   più dann

"Rivoluzione nei rapporti Usa-Israele: 'Via libera a migliaia di nuove case' " di Alberto Stabile.

REPUBBLICA di oggi, 25/01/2017, a pag. 15, Nel giorno del suo primo colloquio con il presidente Trump, il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato la fine di ogni restrizione nell’espansione degli insediamenti ebraici nei Territori occupati e a Gerusalemme est, e trionfalisticamente ha concluso che d’ora in poi «possiamo costruire dove vogliamo e quanto vogliamo». Simultaneamente, il municipio della Città Santa, rispolverando un vecchio progetto che era costato l’ennesimo scontro tra Netanyahu e Obama, ha comunicato il via libera alla costruzione di 566 nuove abitazioni in tre insediamenti nella parte araba di Gerusalemme unilateralmente annessa nel 1967. Ventiquattro ore dopo, ieri, il governo ha annunciato la costruzione di 2500 alloggi nei ‘gushim’, i maggiori insediamenti ebraici già esistenti in Cisgiordania. E’ già significativo che all’annuncio dato da Netanyahu non sia seguita alcuna presa di posizione della Casa Bianca. E questo basta per spin

Marcia delle Donne americane :Linda Sarsour,attivista americana palestinese, attaccata dalla destra

 Sintesi personale   "Una sostenitrice  di Hamas e della  sharia " così Linda Sarsour, un' attivista palestinese-americana, è stata etichettata sui social media per il suo impegno organizzativo ,come "sorella musulmana palestinese", alla marcia  delle donne di Sabato a Washington Gli attacchi sono iniziati quando The Daily Caller, un giornale conservatore, ha pubblicato le immagini di Sarsour al fianco di Salah Sarsour, descritto   come " membro della Società islamica di Milwaukee   ed ex agente di Hamas ,imprigionato in Israele nel 1990 "Le foto dei due che non sono evidentemente collegati, sono state prese durante un evento di beneficenza a Chicago. A ltri blog conservatori e siti web, come ad esempio il Gateway Pundit l'hanno etichettata come una sostenitrice  della Sharia (citando i commenti di Sarsour circa il  congedo di maternità retribuito in Arabia Saudita). Poco dopo le accuse sono state  diffuse sui social media  dai cri

Palestinian-American behind Women's March attacked for being 'Hamas supporter'.Linda Sarsour

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        Palestinian-American behind Women's March attacked for being 'Hamas supporter' haaretz.com | Di Taly Krupkin "A supporter of Hamas and sharia law" – that was how Linda Sarsour, a Palestinian-American activist, was labeled on social media after she pledged her solidarity as a "Palestinian Muslim sister" with the hundreds of thousands attending Saturday's Women’s March on Washington, of which she was one of the organizers. Following the accusations, Sarsour asked for support on Twitter, read more: http://www.haaretz.com/us-news/.premium-1.767187 eading human rights leaders and fellow marchers to stand up for her side with a viral campaign on Twitter.     Women's March organizer Linda Sarsour posing at last month's MAS-ICNA convention w/ ex-Hamas operative Salah Sarsour (unsure if related). pic.twitter.com/LCM1BaiO4L     — Chuck Ross (@ChuckRossDC) January 21, 2017 The attacks started when

Trump toglie gli Usa dall’accordo Trans-Pacifico. Le conseguenze per la Cina

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http://www.asianews.it/…/Trump-toglie-gli-Usa-dall%E2%80%99…         USA-ASIA Trump toglie gli Usa dall’accordo Trans-Pacifico. Le conseguenze per la Cina Il neo-presidente Usa riceve l’appoggio di Bernie Sanders: questi accordi sono “un disastro” e sono costati “milioni di posti di lavoro” agli americani. John McCain: Il… Di AsiaNews.it Il neo-presidente Usa riceve l’appoggio di Bernie Sanders: questi accordi sono “un disastro” e sono costati “milioni di posti di lavoro” agli americani. John McCain: Il ritiro degli Usa dal Pacifico lascia tutto lo spazio all’egemonia cinese. Tagli ai fondi delle organizzazioni internazionali che procurano l'aborto. Washington (AsiaNews/Agenzie) – Come aveva promesso nella campagna elettorale, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per ritirare la partecipazione Usa dall’accordo commerciale del TTP (

Francesco Martone : Bds, boicottare è un diritto non un reato

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Francesco Martone Diventa fan Ex Senatore della Repubblica, membro del Comitato nazionale di "Un ponte per..." Bds, boicottare è un diritto non un reato Pubblicato: 24/01/2017 15:57 CET Aggiornato: 1 ora fa           Bds, boicottare è un