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Kerry: "La soluzione a due Stati è in pericolo: quella a uno Stato porta all'occupazione perpetua"

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          Media arabi: "Usa e palestinesi, quel patto per la risoluzione Onu". Trump: "Basta trattare Israele con disprezzo" repubblica.it Il capo della diplomazia Usa difende la decisione di astenersi dal voto durante il Consiglio di sicurezza Onu sulla condanna a nuovi insediamenti a Gerusalemme est. "Non abbiamo messo a punto la bozza originale della risoluzione. Le accuse sono solo un diversivo". Benjamin Netanyahu: "Discorso deludente, impaziente di lavorare con Trump". Il neopresidente degli Stati Uniti: "Basta trattare Israele con disprezzo, resti forte, il 20 gennaio si avvicina rapidamente" 28 dicembre 2016 "LA soluzione di due Stati" per Israele e palestinesi è "in pericolo". Il segretario di Stato Usa, John Kerry, durante il suo discorso al dipartimento di Stato,

Il piano di pace di Kerry: trascrizione in inglese

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U.S. Secretary of State John Kerry strongly criticized Israel's government in a speech on Wednesday, saying that trends on the ground are leading to a one-state solution and defending the U.S. decision not to veto a UN Security Council resolution against the Israeli settlements. Netanyahu's office replied and accused the U.S. Secretary of State of obsessing about settlements. >> Get all updates on Israel, Palestinians and the U.S.: Download our App, sign up to Breaking News Alerts, and Subscribe >> "If the choice is one-state Israel can either be Jewish or democratic, it cannot be both and it will not ever live in peace," Kerry said. Kerry presented the principles of a future final status agreement: An Israeli and a Palestinian state based on the 1967 lines; full rights to all citizens; a solution to the Palestinian refugee issue; Jerusalem as the capital of both states; an end to the occupation, while satisfying Israel's security needs, with a demilit
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Risoluzione Onu sulle colonie: Israele “riduce” i legami con le nazioni presenti al voto Il primo ministro nipponico vuole rinsaldare l’“alleanza di speranza” con Washington in attesa di conoscere le intenzioni del prossimo presidente americano. La Cina invita Abe a scusarsi per il massacro di Nanchino. L’indice di approvazione del premier sale al 60%. Honolulu (AsiaNews/Agenzie) – Non dobbiamo mai più “ripetere gli orrori della guerra, questo è il giuramento solenne che il Giappone ha preso”. Lo ha dichiarato ieri il primo ministro giapponese Shinzo Abe concludendo la visita alla base militare di Pearl Harbor, teatro dell’attacco del 7 dicembre 1941 con cui aviazione giapponese causò 2400 perdite americane. Abe, che non ha chiesto scusa per l’accaduto, è il primo leader giapponese a recarsi al memorial della Uss Arizona, una delle corazzate affondate nell’attacco.

Risoluzione Onu sulle colonie: Israele “riduce” i legami con le nazioni presenti al voto

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Ridimensionato il programma delle visite e il lavoro con le ambasciate. Il provvedimento è di natura “temporanea”. Richiamati gli ambasciatori di Nuova Zelanda e Senegal. In dubbio il vertice col premier britannico a Davos. Incurante del voto Israele prosegue con la realizzazione di 618 nuovi insediamenti a Gerusalemme est. Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - Israele ha “ridotto” i legami diplomatici con le nazioni che, la scorsa settimana, hanno votato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la risoluzione che condanna le colonie israeliane in territorio palestinese. È quanto il portavoce del ministero degli Esteri Emmanuel Nahshon, chiarendo che non sono stati sospesi del tutto i rapporti ma vi è stato un “ridimensionamento” delle visite e del lavoro con le ambasciate; inoltre, il provvedimento è di natura “temporanea”. “Fino a nuova comunicazione - spiega il portavoce - limiteremo i contatti con le amba

Dario Calimani : Non si può continuare a far finta di nulla. Israele è stata messa in un angolo

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        ...Israele - Moked Non si può continuare a far finta di nulla. Israele è stata messa in un angolo. Israele si è messa in un angolo. Che l’antisemitismo sia in forte crescita e che gli ebrei non attirino molte simpatie in giro per il mondo è indubbio. E non siamo del tutto certi che ci sia un rapporto… leggi  moked.it Non si può continuare a far finta di nulla. Israele è stata messa in un angolo. Israele si è messa in un angolo. Che l’antisemitismo sia in forte crescita e che gli ebrei non attirino molte simpatie in giro per il mondo è indubbio. E non siamo del tutto certi che ci sia un rapporto necessario e consequenziale fra antisemitismo e ani-israelianismo: l’antisemitismo c’è sempre stato, anche prima che esistesse Israele, come sventuratamente si sa. Che i paesi arabi facciano di tutto per attizzare inimicizia e odio nei riguardi di Israele – e spesso anche degli ebrei tout court – è altrettanto innegabile. Israele

Voto ONU sugli insediamenti: Netanyahu sta trascinando Israele nell’abisso.

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              Voto ONU sugli insediamenti: Netanyahu sta trascinando Israele nell’abisso. Copertina: Il Prime Ministro israeliano Benjamin Netanyahu arriva all’incontro del 18 December 18, 2016. (Foto AMIR) Con la sua reazione distruttiva,… invictapalestina.wordpress.com Copertina: Il Prime Ministro israeliano Benjamin Netanyahu arriva all’incontro del 18 December 18, 2016. (Foto AMIR) Con la sua reazione distruttiva, Netanyahu sta chiudendo i canali per il dialogo con i paesi di cui  Israele ha bisogno ora e in futuro | Editoriale 27 dicembre 2016 11:11 Diventa più chiara come una sconfitta diplomatica di Israele al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite,  altrettanto chiaro il motivo per cui il primo ministro Benjamin Netanyahu insiste ostinatamente per essere ministro degli esteri. 14 paesi membri su 15 del Consiglio hanno votato a favore della risoluzione, che è anche passata grazie alla decisione degli Stati Unit

Fulvio Scaglione : ALEPPO, AIUTIAMO I BAMBINI NELLA GUERRA

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ALEPPO, AIUTIAMO I BAMBINI NELLA GUERRA - Fulvio Scaglione Ad Aleppo non si spara più ma la guerra non è finita. Torna la campagna di Famiglia Cristiana e Fondazione Giovanni Paolo II per dare speranza ai bambini. fulvioscaglione.com Possiamo chiamarla vittoria o tragedia, liberazione o sconfitta. Ma una cosa non cambia: sappiamo che per la Siria questo è ancora un Natale di guerra. Il sesto. E per Aleppo, un altro inverno in cui la sorte di migliaia di famiglie sarà legata al filo della solidarietà. Un filo fragile, minacciato ogni giorno da nemici potenti. Ma anche saldo e tenace, a giudicare da quanto è avvenuto con la campagna che Famiglia Cristiana e la Fondazione Giovanni Paolo II hanno lanciato giusto un anno fa, nel Natale 2015, e rilanciato per la Pasqua 2016. Le donazioni sono arrivate, numerose e generose, e il legame con i francescani della Custodia di Terra Santa , che non hanno mai abbandonato la gente di Aleppo