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Israele, visita segreta di un emissario di Putin

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              Israele, visita segreta di un emissario di Putin Secondo Haaretz, un rappresentante del governo russo avrebbe discusso con i partner israeliani di una possibile soluzione per il conflitto siriano ilgiornale.it Il rapporto tra Russia e Israele è molto complesso. Da una parte, come ricorda Maurizio Molinari in Jihad, guerra all'Occidente , il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov " sposa la linea arabo-palestinese più intransigente sui temi del negoziato in Medio Oriente " mentre dall'altra Putin ricorda come " la sicurezza del milione di cittadini ex Urss che vivono in Israele " sia tra i primi interessi della Russia. Un doppio binario necessario per mantenere buoni rapporti sia con Israele (uno dei protagonisti dello scacchiere mediorientale assieme a Arabia Saudita, Iran, Turchia, Egitto ed Emirati Arabi Uniti) che con le forze musul

Stillicidio di vite palestinesi mentre Israele denuncia attacchi continui

Si allunga l’elenco dei palestinesi, aggressori veri o presunti, uccisi dalle forze di sicurezza o da civili israeliani armati per attacchi contro soldati e coloni. Dal 1 ottobre sono oltre 130, quasi tutti giovani. Questo numero include anche quelli uccisi dal fuoco dei soldati durante le dimostrazioni di protesta contro l’occupazione. L’ultimo, Hani Wahdan, è stato colpito venerdì lungo le linee tra Gaza e Israele. Nello stesso periodo sono stati uccisi oltre venti israeliani. Gli ultimi due, a metà settimana, alla Porta di Damasco di Gerusalemme: uno pugnalato da un palestinese, l’altro ferito mortalmente da un proiettile sparato dalla polizia intervenuta sul posto. In quella zona ieri è stato ucciso un altro giovane palestinese, Musab al Ghazali. Le autorità israeliane hanno detto che si trattava di un “terrorista” che aveva cercato di accoltellare un poliziotto.Poco dopo però è emersa una versione più complessa. Ad al Ghazali sarebbe stato intimato di fermarsi «perchè si aggira

Roma, allarme a San Pietro: fanno volare drone per fare foto, fermati due israeliani

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                Roma, allarme a San Pietro: fanno volare drone per fare foto, fermati due israeliani Un drone in volo nei pressi di Castel Sant'Angelo ha fatto scattare immediatamente questa mattina le procedure di sicurezza nella capitale mentre era in corso a… ilmessaggero.it Un drone in volo nei pressi di Castel Sant'Angelo ha fatto scattare immediatamente questa mattina le procedure di sicurezza nella capitale mentre era in corso a piazza San Pietro il Giubileo delle Famiglie. Due cittadini israeliani, risultati poi turisti, sono stati individuati dagli agenti della Polizia di Stato e sottoposti agli accertamenti della Digos anche attraverso database, Interpol e Europol. Dopo gli accertamenti non sono risultati elementi di pericolosità a carico dei due cittadini israeliani che stavano utilizzando il drone, poi sequestrato, per effettuare fotografie amatoriali a scopo turistico. Nel corso degli accertament

Amos Oz: " L'occupazione fa male a Israele. Fermiamo la violenza per il nostro futuro"

Repubblica : 27/12/2015, L’occupazione quest’anno compie già 49 anni. Sono certo che debba finire al più presto per il futuro dello Stato di Israele, un futuro a cui dedico il mio impegno profondo. In considerazione delle politiche sempre più estreme del governo israeliano, chiaramente intenzionato a controllare i territori occupati espropriandoli alla popolazione locale palestinese, ho appena deciso di non partecipare più ad alcuna iniziativa in mio onore delle ambasciate israeliane del mondo. Non è stata una decisione facile bensì molto dolorosa. Ma l’attuale oppressione e le espropriazioni nei territori occupati, gli incitamenti contro gli oppositori delle politiche del governo, e la tensione legislativa per ridurre la libertà di espressione e minare il potere giudiziario — mi hanno spinto nel loro insieme verso questa decisione. Da anni faccio parte del B’Tselem’s Public Council. Rinuncerei volentieri a questo onore se l’occupazione fosse un ricordo del passato.

Fabio Scuto: " L'intifada dei coltelli, 150 morti in tre mesi"

  La Repubblica  27 dicembre 2015 L’Intifada dei coltelli ha raggiunto quota 150 morti senza che si intravveda la fine di questa scia di sangue in Israele e in Palestina. Tre mesi di attacchi a colpi di forbice, violenze e scontri nelle strade della Cisgiordania e lungo il confine di Gaza hanno scavato una trincea di guerra difficilmente colmabile, nonostante gli appelli e le pressioni della comunità internazionale. Non passa giorno senza un tentativo di accoltellamento o l’uso dell’auto come ariete per investire passanti o soldati israeliani di guardia ai check-point e ai principali incroci stradali. L’Intifada dei coltelli non ha leader e non ha strategia, libera la rabbia del “cane sciolto” che non ha legami con gruppi politici o religiosi. Prevenire questi attacchi è il “rompicapo” dello Shin Bet, la sicurezza interna israeliana, sono sconosciuti e giovani,e ci sono anche ragazze. Lo scenario spesso scelto è Gerusalemme, la Città Santa percorsa sempre da tensioni e

Moshe Arens: l'equivalente ebraico dell' ISIS

Moshe Arens : The Jewish Equivalent of ISIS sintesi personale Sì, c'è un equivalente ebraico dello Stato Islamico, l'organizzazione terrorista radicale che si vanta di decapitare chi non segue i comandamenti religiosi islamici secondo la sua interpretazione . Si tratta di un piccolo gruppo di teppisti ebrei che vanno in giro  ad  assassinare arabi e a celebrare le proprie attività barbariche. Essi sono ai margini della comunità ebraica di Israele, ma l'effetto delle loro azioni nefande è tutt'altro che marginale. Essi costituiscono un pericolo mortale per le vittime  e un pericolo per lo Stato di Israele. Come l' ISIS   stanno seguendo i comandamenti di Dio e ignorano la legge della terra e gli standard morali della società in cui vivono. Essi rifiutano lo Stato di Israele e le sue leggi, ma poi chiedono la tutela che la legge israeliana prevede per i suoi cittadini quando vengono arrestati e interrogati Essi sono "bombe ad orologeria", se

Moshe Arens : The Jewish Equivalent of ISIS

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Moshe Arens Yes, there is a Jewish equivalent of the Islamic State, the radical terrorist organization that prides itself on decapitating anyone who does not follow the Islamic religious commandments as it interprets them. It is a small group of Jewish rowdies who go around murdering Arabs and celebrating their own barbaric activities. They are on the margins of Israel’s Jewish community, but the effect of their nefarious actions is far from marginal. They constitute a mortal danger to the victims they target, and a danger to the State of Israel. Like ISIS, they believe they are following God’s commands, and disregard the law of the land and the moral standards of the society in which they live. They reject the State of Israel and its laws, but then demand the protection that Israeli law provides for its citizens when they are apprehended and interrogated. They spit in our face, yet insist that the state stands by the rights guaranteed to all citizens – even suspected criminals

Sette anni di Piombo Fuso

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A sette anni dall’operazione Piombo Fuso, pubblichiamo oggi un estratto da “Gaza e l’industria israeliana della violenza” , di Enrico Bartolomei, Diana Carminati e Alfredo Tradardi (Derive Approdi 2015) Il documentario The Lab , diretto da Yotam Feldman, offre uno sguardo inedito sui profitti dell’industria bellica israeliana. Secondo Feldman, i massicci profitti che Israele riesce a trarre dal commercio degli armamenti derivano dal fatto che le innovazioni belliche possono essere testate sugli oltre 4 milioni di palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia, che si sono trasformati da obiettivi militari in cavie di laboratorio per testare e perfezionare l’efficacia dei nuovi sistemi militari. Questa tendenza è iniziata con l’operazione Scudo di Difesa, la re-invasione dei Tpo nel 2002, a seguito della quale molti ufficiali dell’esercito sono entrati nel business privato, traendone enormi profitti. La più grande impennata di vendite belliche si è registrata sulla