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Haaretz : Assassinio di Imad Mughniyeh un ' operazione congiunta tra Israele e Usa

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articolo Sintesi personale I servizi di intelligence stranieri israeliani e americani hanno lavorato insieme per assassinare Hezbollah   Imad Mughniyeh nel 2008 Gli Stati Uniti non hanno  mai ammesso il suo ruolo nell'uccisione. Ma ex funzionari americani che hanno parlato con il giornale a condizione di anonimato hanno ormai confermato la partecipazione della CIA. Mughniyeh stava camminando per la strada di Damasco dopo aver cenato in data 12 febbraio 2008, quando una bomba piazzata in una SUV parcheggiata, esplose uccidendolo. Prima dell''esplosione una squadra di osservatori della CIA stavano monitorando i suoi movimenti nella capitale siriana e  agenti del Mossad hanno  innescato la bomba da Tel Aviv, secondo il rapporto.   La CIA e il  Mossad avevano monitorato Mughniyeh a Damasco per mesi lavorando  a stretto contatto per determinare dove la bomba dovesse essere collocata. I funzionari hanno

Report: Assassination of Hezbollah's Imad Mughniyeh was joint U.S.-Israeli operation

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Report: Assassination of Hezbollah's Imad Mughniyeh was joint U.S.-Israeli operation CIA and Mossad tracked senior Hezbollah figure for months before killing him, former U.S. officials tell Washington Post. Lebanon's Hezbollah militants pay their respects during the funeral of assassinated commander Imad Mughniyeh in Beirut's suburbs, February 14, 2008. Photo by Reuters articolo The Israeli and American foreign intelligence services worked together to assassinate Hezbollah international operations chief Imad Mughniyeh in 2008, The Washington Post reports. The U.S. never admitted its role in the killing. But former U.S. officials who spoke with the newspaper on condition of anonymity have now  confirmed the CIA's involvement.  Mughniyeh was walking down the street in Damascus after having dinner

Manifestanti a Gaza irrompono negli uffici delle Nazioni Unite per i tagli ai finanziamenti

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 Sintesi personale  sintesi personale di Mohammed Omer Mercoledì 28 Gennaio 2015 GAZA CITY - Centinaia di palestinesi hanno fatto irruzione nella sede delle Nazioni Unite a Gaza City  per protestare contro la sospensione degli aiuti alle famiglie locali che lottano senza un riparo adeguato. L'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (UNRWA) ha dichiarato che una mancanza di fondi dei donatori internazionali l'ha costretta a sospendere il suo programma di assistenza in denaro  che pagava per le sovvenzioni di affitti , le riparazioni e la ricostruzione di abitazioni danneggiate durante la guerra di 51 giorni tra Hamas e Israele la scorsa estate. "Non avremmo mai pensato di arrivare a questo punto", Adham Abu Selmia, portavoce del Comitato per rompere l'assedio, ha detto ai giornalisti al cancello dell'ufficio delle Nazioni Unite. "Il mondo sta prendendo parte a questa punizione collettiva insieme  all' occupazione israeliana . &

Kobani liberata! Le forze curde cacciano fuori l’ISIS dalla città

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  Kobani liberata! Le forze curde cacciano fuori l’ISIS dalla città Di Joris Leverink 29 gennaio 2015 Oggi i curdi che resistenti e i loro compagni a Kobani hanno ottenuto l’inimmaginabile: sono riusciti a espellere dalla città i combattenti dello Stato Islamico(ISIS). Dopo 134 giorni di feroci battaglie tra le forze curde delle YPG e delle YPJ (Unità di difesa del Popolo e unità di difesa delle Donne), le truppe di Peshmerga ed elementi dell’Esercito Siriano Libero da una parte, e l’ISIS dall’altra, sembra che gli ultimi quartieri della città che erano sotto il controllo dei militanti jihadisti siano stati finalmente liberati. Mentre il portavoce ufficiale delle YPG, Polat Can, annunciava (1) la liberazione completa della città tramite  Twitter, i media sociali si riempivano  di immagini che festeggiano (2) i combattenti della resistenza, di carri armati dell’ISIS incendiati e, naturalmente della emblematica bandiera rossa-gialla e verde del TEVEDEM, il Mov

Una goccia di speranza per i disabili di Rafah, nella Striscia di Gaza

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Una goccia di speranza per i disabili di Rafah, nella Striscia di Gaza di Chiara Cruciati | 26 gennaio 2015 Iman al Kurd, una delle donne di Rafah che hanno tratto beneficio dalle iniziative del centro El Amal . (foto L. Ricciardi) A Rafah, città dell'estremo confine meridionale della Striscia di Gaza, il centro El Amal da oltre vent’anni mantiene la promessa fatta dal nome che porta: amal , «speranza». Speranza per i disabili, persone ancora troppo spesso emarginate dalla società, speranza per le famiglie che stanno imparando a dare le giuste opportunità ai figli con handicap. Rafah di per sé è lo specchio dell’assedio che Gaza subisce da otto anni: un angolo di territorio che guarda attraverso il confine con l’Egitto al mondo fuori, senza poter

Preghiera ecumenica a Gerusalemme: «Nella persecuzione più uniti»

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Preghiera ecumenica a Gerusalemme: «Nella persecuzione più uniti» di Carlo Giorgi | 29 gennaio 2015 Alcuni dei religiosi presenti nella basilica dell'Agonia, a Gerusalemme, per la preghiera ecumenica del 28 gennaio 2015. (foto C. Giorgi) Di fronte all’avanzata del fondamentalismo islamico, a persecuzioni e sofferenze che subiscono oggi più che mai, i cristiani di Terra Santa devono offrire al mondo due segni: l’amore reciproco e la preghiera. È questo il cuore dell’omelia pronunciata ieri, 28 gennaio, dal Custode di Terra Santa, fra Pierbattista Pizzaballa, in occasione della Preghiera solenne per l’unità dei cristiani celebrata al Getsemani nella basilica dell’Agonia. In Terra Santa la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani si svolge

La battaglia dei giovani palestinesi per studiare fuori dalla Striscia

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Nena News, 27.01.2015 http://nena-news.it/gaza-la-battaglia-dei-giovani-per-studiare-fuori-dalla-striscia/ È questo l’effetto della “politica di separazione”: Israele nega la libertà di movimento e viola il diritto all’istruzione, spiega Sari Bashi, cofondatrice di Gisha, organizzazione no profit israeliana. di Giovanni Vigna Mantova, 27 gennaio 2015 – “Esistono numerose limitazioni all’accesso alle università palestinesi. Alcune sono restrizioni generali per entrare a Gaza e in Cisgiordania che si applicano a tutti, compresi gli studenti e i professori. Altre limitazioni colpiscono specificamente gli studenti palestinesi, che Israele ha collocato nella categoria ‘profili a rischio elevato’, e le università palestinesi, che gli israeliani descrivono come ‘serre dove crescono i terroristi’. Anche se le preoccupazioni di Israele per la propria sicurezza sono legittime, in tutti i casi le restrizioni vanno oltre ciò che è necessario per garantire la sicurezza stess