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Meretz . Il rally di preghiera di Uri Ariel con i rabbini dei coloni è disgustoso

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Meretz: Il rally di preghiera contro le trattative di pace, organizzato dal ministro dell'edilizia Uri Ariel e con la partecipazione di Dov Lior e degli altri rabbini dei coloni, con Kerry paragonato al perfido Aman del rotolo di Ester, e' una manifesazione disgustosa e vergognosa (Jerusalem Post).   Left derides Bayit Yehudi MKs for attending prayer rally against peace talks    Zehava Gal-On at the President's residence, January 31, 2013. Photo: Marc Israel Sellem/The Jerusalem Post Meretz and Labor MKs called a prayer rally against peace talks featuring senior religious Zionist rabbis and Housing and Construction Minister Uri Ariel grotesque and shameful, Tuesday. On Thursday, Ariel, MK Orit Struck (Bayit Yehudi) as well as major religious Zionist figures such as Kiryat Arba Rabbi Dov Lior, former Sephardic chief rabbi candidate Shmuel Eliyahu, Bnei Akiva Yes

Netanyahu crea un nuovo sbarramento sulla strada della pace

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di Jonathan Cook  – 20 gennaio 2014   Prendendo di sorpresa gli osservatori, e dati i molti problemi che  intralciano il progresso dei negoziati di pace in Medio Oriente, Israele e gli Stati Uniti sembrano considerare il rifiuto palestinese di riconoscere Israele come uno stato ebraico l’ostacolo chiave al raggiungimento di qualsiasi accordo. Questa richiesta è relativamente nuova nel processo di pace iniziato nel 2007 – 14 anni dopo che gli Accordi di Oslo avevano originariamente gettato le basi di un cammino che doveva portare all’instaurazione di uno stato palestinese. Nel 1993, nel periodo precedente la firma degli accordi, Yasser Arafat, il deceduto leader palestinese, scrisse una lettera a Yitzak Rabin, primo ministro di Israele di quel tempo, in cui riconosceva ufficialmente Israele. In cambio, Rabin riconobbe l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP), quale rappresentante del popolo palestinese. Tuttavia, questo riconoscimento non se

Tunisia: NUOVA COSTITUZIONE, UN PASSO VERSO IL FUTURO (Intervista)

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Parità tra uomo e donna, libertà di culto e di coscienza, affermazione dei diritti civili e indipendenza della magistratura: sono alcuni dei capisaldi della nuova Costituzione tunisina, approvata dal parlamento dopo una lunga crisi politica, e acclamata come un “possibile modello” per l’intero mondo arabo. Una svolta che precede l’attesa nomina di un governo di consenso, guidato dal premier Mehdi Jomaa, incaricato di traghettare il paese verso nuove elezioni politiche. La MISNA ne ha parlato con padre Ramon Echevarria, missionario dei Padri Bianchi e vicario della diocesi di Tunisi. Dopo mesi di stallo, la Tunisia sembra aver intrapreso la strada giusta. Come valuta gli sviluppi degli ultimi giorni? “Aver fatto la Costituzione è un buon primo passo. Finalmente il paese sembra essere uscito da quella impasse in cui era piombato da mesi, grazie alla buona volontà di diverse parti sociali e politiche e questo, in un momento così critico, è im

Israele, tra costruzione e distruzione

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  di Roberto Prinzi Roma, 28 gennaio 2014, Nena News - Brutte notizie per i palestinesi. La Corte Suprema israeliana ha respinto domenica un appello contro la costruzione di una autostrada a sei corsie che taglierà in due il quartiere di Beit Safafa (Gerusalemme est). Lo scorso febbraio la Corte Distrettuale di Gerusalemme aveva già respinto una petizione firmata dai cittadini del quartiere in cui veniva denunciata l'ennesima violazione israeliana in terra palestinese. A giugno poi la Corte aveva però imposto a Tel Aviv di trovare una soluzione ai problemi di trasporto che la realizzazione dell'autostrada avrebbe arrecato ai residenti. La municipalità di Gerusalemme aveva inoltre dichiarato alla Corte Suprema che il progetto aveva trovato d'accordo i cittadini del quartiere. "Pura falsità" avevano ribattuto i palestinesi che avevano chiesto alla Corte Suprema di ignorare il rapporto dell'incontro avvenuto

Ecco May Golan, il nuovo volto dell’ultradestra israeliana

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Falafel cafè Voci e suoni da Israele e West Bank Ecco May Golan, il nuovo volto dell’ultradestra israeliana May Golan (foto da Facebook) C’è chi la definisce la nuova stella dell’ultradestra israeliana. Chi parla di lei come di una pazza, fanatica, che vede stupri ovunque. E c’è chi, senza sfiorare gli eccessi, mette in guardia più dalla sua bellezza che da quello che dice. Tanto da definirla il simbolo della nuova xenofobia che avanza nello Stato ebraico: il razzismo ignorante, senza senso, ma comunque elegante e con il volto di una ragazza perbene. L’unica cosa certa, per ora, è che lei, May Golan , si sta facendo largo tra i partiti. Nata a Tel Aviv e «cresciuta nel cuore del sud» della città – come scrive lei stessa sul suo sito – ha fatto per un po’ la giornalista, poi ha pensato che era meglio fare politica. E così, negli anni, inizia a farsi notare per le sue manifestazioni in difesa dell’ebraicità dello Stato, fino a

Il futuro di ieri : Avraham Burg sul nuovo libro di Ari Shavit

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   Sintesi personale "La mia terra promessa" di Ari Shavit è il miglior libro scritto in questi ultimi anni sul calante impero sionista . Il libro traccia un quadro toccante e doloroso , delicatamente critico della narrazione sionista . Si pretende di rappresentare e comprendere , in maniera apartitica responsabile , la totalità di Israele  che non è più totalmente sionista .  Questa è una storia che inizia con grandi speranze  e alla fine pone un punto interrogativo immenso Per consentire di condividere questo lungo e tortuoso cammino del sionismo , dai sogni ai dubbi , Shavit , un anziano scrittore e giornalista di Haaretz , presta i lettori ... se stesso . Questa è una storia che è scritta per lo più in prima persona  dove  continua a riferire in prima persona gli eventi di cui egli stesso fu testimone , sia come cittadino ,bambino , soldato , attivista per la pace , padre preoccupato  o come uno dei giornalisti più importanti di Israele . A l suo apice , questo "