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AFGHANISTAN MA CHE CI STIAMO A FARE? Di padre Alex Zanotelli

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Unimondo Face2Facebook AFGHANISTAN MA CHE CI STIAMO A FARE? Di padre Alex Zanotelli Siamo entrati nel dodicesimo anno della guerra contro l'Afghanistan: è un momento importante per porci una serie di domande. In quel lontano e tragico 7 ottobre 2001 il governo USA , appoggiato dalla Coalizione Internazionale contro il terrorismo, ha lanciato un attacco aereo contro l'Afghanistan. Questa guerra continua nel silenzio e n ell'indifferenza, nonostante l'infinita processione di poco meno di 2.000 bare dei nostri soldati morti. Che si tratti di guerra è ormai certo, sia perché tutti gli eserciti coinvolti la definiscono tale ,sia perché il numero dei soldati che la combattono e le armi micidiali che usano non lasciano spazio agli eufemismi della propaganda italiana che continua a chiamarla "missione di pace". Si parla di 40.000 morti afghani(militari e civili), e il meccanismo di odio che si è scatenato non ha niente a che vedere con la pace. C

La profetica lezione di Stephen Hawking sul boicottaggio di Israele di S. Daniel Abraham

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I 13 | 12:52 | 75 Sintesi personale Ciò  Stephen Hawking ha fatto è  errato . Ha accettato l'invito alla Conferenza presidenziale israeliana e poi, sotto pressione, si è ritirato,  ma la lezione più importante da imparare è che le sue azioni prefigurano  il volto del futuro. Quasi due anni fa, Peres ha espresso il suo timore che, se Israele si rifiuterà  di impegnarsi per i  confini del 1967, con modifiche, il mondo si rivolterà contro Israele in un modo molto più sostanziale di quanto  Hawking ha fatto ora. Sempre più persone  hanno smesso   di partecipare  alle  conferenze in Israele  : il mondo, che sia giusto o no, non accetta che continui  l'occupazione israeliana dei palestinesi in Cisgiordania. Siamo in grado di scrivere articoli affermando che Hawking è un ipocrita in quanto è andato  in Cina, dove l'occupazione del Tibet è molto più brutale di quella israeliana della West Bank  o in Russia, dove le

Dall’Iraq un tragico promemoria per perseguire penalmente i criminali di guerra

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Dall’Iraq un tragico promemoria per perseguire penalmente i criminali di guerra Di John Pilger Dall’Iraq un tragico promemoria per perseguire penalmente i criminali di guerra 27 maggio 2013 La polvere in Iraq  rotola  lungo le strade che sono le dita del deserto.  Arriva negli occhi, nella gola e nel naso; forma mulinelli nei mercati e negli spazi per il gioco consumando i bambini che prendono a calci una palla, e porta, secondo il Dottor Jawad Al-Ali, “i semi della nostra morte”. Rispettabile specialista di cancro in campo internazionale, alla Clinica universitaria presso l’Ospedale Sadr di Basra, il Dottor Ali mi ha detto che nel 1999 e oggi il suo avvertimento è irrefutabile. “Prima della Guerra del Golfo,” mi ha detto, “avevamo 2 o 3 pazienti malati di cancro al mese. Adesso ne muoiono da 30 a 35 ogni mese. I nostri studi indicano che il 40/48 per cento della popolazione in questa

I giovani in Palestina: attori di un cambiamento?

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  Nena News 25.05.2013 http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=75771&typeb=0&Youth-in-the-Palestine-Agents-of-Change- I giovani in Palestina: attori di un cambiamento? I giovani hanno la possibilità di mobilitare la comunità e generare un pensiero innovativo e creativo.   di Alice Priori e Ulrich Nitschke     La quota dei bambini e dei giovani che sono al di sotto dei 18 anni raggiunge un ragguardevole 60% nei territori palestinesi, mentre, al contrario, copre solo il 16,5 % in Germania. I giovani hanno la possibilità di mobilitare la comunità e concepire un pensiero innovativo e creativo. Se investiti di potere e auto-organizzati come membri attivi della società civile, essi rappresentano la più potente risorsa umana per lo sviluppo sostenibile, in particolar modo nella società palestinese. Senz’alcun dubbio il coinvolgimento attivo dei giovani nella società e nei processi deci

Bradley Burston : Il solo vero segreto di stato di Israele. No, non è una bomba atomica.

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                       Che cosa nasconde Israele dietro il muro? Foto di Alex Levac In un paese dove tutti sanno tutto, c'è un solo vero segreto di stato. E non ha nulla a che fare con le armi nucleari.     Israele: Un posto speciale all'inferno. Questa settimana, i titoli dei giornali vi hanno accennato, ma hanno rimosso diversi passaggi. Ci sono stati chilometri di carta finemente dettagliati dedicati alle sfide apocalittiche dei problemi della sicurezza e alla pericolosa, crescente povertà in Israele, così come alle misure di austerità che possono rendere entrambe più difficili da sopportare. Ciò che è abbastanza sicuro è che l'unico segreto di stato che viene mantenuto saldamente è evidente, nella sua assenza.   Così eccolo qua: nessuno sa quanto denaro viene versato agli insediamenti. Nessuno.   Nessuno lo ha mai saputo.   Nessuno può saperlo, perché il denaro è nascosto in bella vista, camuffato e nascosto nei bilanci di ogni ministero, c

Israele, tempo di contestazioni .Il caso dell'obiettore Natan Blanc,

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  di Chiara Cruciati - L'Indro Israele, tempo di contestazioni   Gerusalemme, 27 maggio 2013, Nena News - È periodo di contestazioni in Israele. Diverse le forme e le modalità, dalla rete alla piazza, che fanno vacillare il consenso nei confronti del neoeletto governo guidato (di nuovo) dal falco Netanyahu. Dopo la presentazione del piano di austerity, fondato su tagli alla spesa e privatizzazioni, in migliaia sono scesi nelle strade delle principali città israeliane per protestare. Le misure proposte dal ministro delle Finanze, Yair Lapid, per coprire un buco di bilancio di 35 miliardi di shekel (7 miliardi di euro), impoveriranno ulteriormente il Paese: questo il messaggio inviato da sindacati e manifestanti. Un Paese già profondamente diviso tra ricchi e poveri: secondo i dati forniti pochi giorni fa dall'Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OECD), il tasso di povertà israeliano è il peggiore dei 34 Paesi membri dell'organizzazio

Colonie israeliane della Cisgiordania cresciute il doppio del Central Park di New York nel 2012

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Israeli homes in the settlement of Matan. Behind them, the West Bank Palestinian village of Hableh. Photo by Avi Ohayon/GPO By Chaim Levinson | May.27, 2013 | 8:30 AM | Sintesi personale Gli insediamenti  israeliani in Cisgiordania si sono legalmente  ampliati di  quasi 8.000 dunum (1977 ettari) nel 2012  corrispondenti all' 'intera città di Bat Yam e due volte  il  Central Park di Manhattan. Le rettifiche sono state approvate per ordine militare, con il Comando Centrale del GOC Sebbene negli ultimi anni la pratica di dare ampie fasce di terreno per gli insediamenti sia  stata abbandonata, annessione strisciante è ancora in corso. Nel 2012  la terra appartenente ai settler   è cresciuta da 530.931 a 538.303 dunum con un incremento complessivo di