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Mohamed Joha: “Ecco come si fa arte a Gaza. Nonostante l’assedio”

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Nei locali del Circolo Bosio, a Roma, abbiamo avuto la possibilità di incontrare Mohammed Joha , affermato artista palestinese e componente del collettivo di artisti “ Windows from Gaza for contemporary art ”. Nella settimana in cui a Roma si è svolta una lunga serie di incontri dedicati alla Palestina e in cui sono stati ospiti fra gli altri i giovani artisti gazawi del convoglio “ Vik Gaza to Italy ”, abbiamo voluto capire insieme a lui il senso che può darsi alla parola “ arte ” quando si combatte contro la quotidiana e sistematica privazione dei più elementari diritti umani . Nato e cresciuto a Gaza , dove ha mosso i suoi primi passi come artista visivo concettuale , Mohammed ha approfondito la sua formazione viaggiando fra la Grecia, la Giordania, la Francia, la Norvegia e l’Italia, aggiudicandosi nel 2004 il premio della Fondazione Qattan come “ Giovane artista dell’anno ” ed esponendo oltre che a Gaza e in Cisgiordania, a Londra, Dubai, in Francia e in Italia

Attiviste israeliane e arabe protestano contro la violenza sulle donne

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Sintesi personale Decine di attivisti per i diritti delle donne  hanno manifestato   contro la  la violenza  sulle   donne nella società araba  Venerdì mattina. Gli attivisti, insieme a familiari delle   vittime  hanno organizzato due cortei separati  che sono passati  attraverso villaggi arabi e città, sia nel nord   che nel sud d'Israele  per   confluire  a Kfar Kara, in Wadi Ara  per una grande manifestazione unitaria. "Ci rifiutiamo di legittimare l' omicidio e speriamo di costruire una società che rifugga  ogni forma di violenza contro le donne,", si legge  su un  volantino  pubblicato dagli organizzatori della manifestazione. Secondo il gruppo, 75 donne arabe sono state uccise nel corso degli ultimi dieci anni, semplicemente perchè  donne. Fauzia Faisal, la cui figlia è stata uccisa dal marito nel febbraio 2012 a Nazareth   dice :  "Il mio messaggio per la società araba è questo: non rimanere in silenzio, mia figlia era una donna che

Gad Lerner: Gli abusatori della Brigata Ebraica

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articolo Buon 25 aprile a tutti. Scrivo questa nota apposta prima e non dopo la manifestazione milanese cui parteciperò. Voglio esprimere in anticipo il mio disagio per l’uso e l’abuso politico dello striscione della Brigata Ebraica nell’ambito del corteo. Il primo a dichiarare che marcerà dietro a tale striscione è stato Guido Podestà, eurodeputato e candidato Pdl alla Provincia di Milano. A seguire altri esponenti del centrodestra -magari proprio quelli che partecipano alla festa della Resistenza per la prima volta in vita loro- si sono astutamente messi in fila per strumentalizzare quel richiamo identitario. S i tratta di un abuso e di un’invadenza postumi, di cui gli ebrei per primi dovrebbero sentire la bassezza. Si vuole piegare quel simbolo a una parte politica, e contrapporlo alla presenza altrui. Così se qualche sconsiderato fischierà gli esponenti del centrodestra loro potranno accusarlo di avere

Israele: l'amore ai tempi del razzismo. Campagna della destra contro le relazioni tra ebree e arabi

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Sintesi personale Lo scorso settembre, cinque giovani ebrei hanno attaccato un uomo arabo  nel quartiere di Gerusalemme . L'arabo stava accompagnando a casa  una  collega ed è stato attaccato perché sospettato di "approfittare di una donna ebrea", secondo le dichiarazioni rese alla polizia da tre degli imputati Un mese prima, nel mese di agosto del 2012, gli adolescenti ebrei avevano   assalito  un uomo arabo  ferendolo gravemente . Una  ragazza  aveva raccontato   loro di essere stata violentata  a quanto pare da un arabo e  i giovani avevano deciso di vendicarla picchiando  un passante  che non aveva  alcun collegamento con l'incidente  descritto . Questi due casi linciaggio rappresentano il picco dell' incitamento razzista costantemente in aumento negli ultimi anni in Israele. Un nuovo rapporto del Centro israeliano religioso  analizza il fenomeno  esaminando le principali organizzazioni che si occupano dell'  "onore delle figlie di Israe

Varese, dopo la festa per Hitler simboli fascisti sulla sede del Pd

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  Un nuovo grave episodio di neofascismo a Varese. Nella città della Lega Nord ieri sera un gruppo di estremisti di destra ha “sporcato” la sede della Federazione provinciale del Partito democratico disegnando sui muri una croce celtica ed una scritta inneggiante alla Repubblica sociale italiana (visibile nella foto di copertina postata dal sito Varesenews). Il gesto è stato denunciato dall’onorevole Daniele Marantelli, esponente del Pd locale, che ha subito informato le autorità dell’accaduto. Le scritte sono state apposte durante la notte del 25 aprile, e l’iniziativa neofascista appare una chiara risposta alle denunce contro il fenomeno skinhead che ha avuto il suo culmine nella festa per il compleanno di Hitler celebrata a Malnate, una cittadina distante pochi chilometri da Varese. Sabato 20 aprile un gruppo di neonazisti, la Comunità militante dei dodici raggi, ha organizzato un concerto per commemorare il ventennale degli skinhead varesini, in occasione dell’anniversario della