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Moni Ovadia: ricordare gli ebrei, ma anche i rom

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Moni Ovadia, scrittore e attore Come ogni anno il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria per commemorare le vittime del nazismo, dell'Olocausto e in onore di coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere i perseguitati. Lo scrittore, compositore, attore e drammaturgo Moni Ovadia critica, però, il modo in cui viene ricordata questa giornata: "Nel nel corso del tempo ha assunto tratti molti retorici e anche di falsa coscienza". Moni Ovadia ha poi aggiunto che "la Giornata della Memoria non deve essere un'occasione per manifestare la falsa coscienza e non può essere usata in modo strumentale. Ci deve ricordare la tragedia universale della violenza contro l'uomo e non solo contro gli ebrei. Se non riscopriamo questo aspetto, la Giornata della Memoria si indebolirà progressivamente e perderà il suo grande, immenso valore".

SHLOMI ELDAR, giornalista israeliano : a Gaza cataste di corpi di civili e testimonianze scioccanti

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Israeli reporter admits suppressing images of ‘piles of bodies of civilians’ when Israel went ‘crazy’ in Gaza A staggering, doom-laden interview published by Haaretz with an Israeli television journalist suggests that the full truth of what happened in Gaza 4 years ago was suppressed not only when the United States and its author stomped the Goldstone Report– which alleged deliberate targeting of civilians– but suppressed by Israelis too. Shlomi Eldar was Gaza correspondent for Channel 10 news. Here is what he saw and could not live with but put in “an envelope” and has never published, awaiting a commission of inquiry that never has come: “I came into possession of shocking material. The kind of material that sends you to a psychologist. I have never shown it. Children who were shot. Piles of bodies of civilians… I came into possession of material about very grim events relating to the idea that Israel was deliberately ‘going crazy.’ Testimon

Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane sulle dichiarazioni di Silvio Berlusconi

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1  "Le dichiarazioni rilasciate di Silvio Berlusconi appaiono non solo superficiali e inopportune, ma, là dove lasciano intendere che l'Italia abbia deciso di perseguitare e sterminare i propri ebrei per compiacere un alleato potente, anche destituite di senso morale e di fondamento storico". Parlando alla fine della cerimonia milanese, Gattegna ha ricordato che "le persecuzioni e le leggi razziste antiebraiche italiane hanno avuto origine ben prima della guerra e furono attuate in tutta autonomia sotto la piena responsabilità dal regime fascista, in seguito alleato e complice volenteroso e consapevole della Germania nazista fino a condurre l'Italia alla catastrofe". "Furono - ha sottolineato Gattegna - azioni coerenti nel quadro di un progetto complessivo di oppressione e distruzione di ogni libertà e di ogni dignità umana". "Le sconcertanti dichiarazioni - ha concluso Gattegna - secondo le quali, nel corso della Shoah, da p

Giorgio Bernardelli : Allo Yad Vashem altri Giusti dell'islam

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Tra le nuove storie emerse nel 2012 un bambino ebreo di Varsavia fatto uscire dal Ghetto e salvato con il contributo della piccola comunità musulmana dei tatari La Giornata della memoria - che commemora gli ebrei vittime della Shoah - ritorna anche quest'anno il 27 gennaio con la sua sfida centrale: come porsi personalmente davanti alla tragedia dell'odio. È il tema che anche al Centro Pime di Milano metteremo al centro nella serata intitolata «La traversata del male» ,  che mercoledì 30 gennaio vedrà dialogare tra loro Gabriele Nissim - fondatore di Gariwo , realtà dedicata alla memoria dei Giusti a ogni latitudine - e Claire Ly - testimone di umanità nel genocidio della Cambogia, altra grande catastrofe del Novecento. Come chi ci conosce forse ricorderà, noi del Pime di Milano in questi ultimi anni - dentro al grande tema dei Giusti tra le nazioni - abbiamo sottolineato in particolare quello dei Giusti dell'islam, un piccolo gruppo di musulmani che miser

Versi dal lager. Il caso Ilse Weber

Versi dal lager. Il caso Ilse Weber in Ultimissime / by Don Giorgio / on 26 gennaio 2013 at 19:56 / da AVVENIRE 16 gennaio 2013       I l libro Quando finirà la sofferenza? Lettere e poesie da Theresienstadt , di Ilse Weber (in uscita a giorni da Lindau, pp. 292, euro 24,50), è il frutto di due ritrovamenti: il primo del 1945, quando il marito di Ilse, Willi Weber, tornato da Auschwitz, riportò alla luce da dove le aveva sepolte, a Theresienstadt, una cinquantina di poesie composte nel campo dalla moglie Ilse, assassinata insieme con il figlio Tomáš ad Auschwitz. Il secondo è del 1977, ed è il ritrovamento delle lettere scritte da Ilse alla sua più cara amica, Lilian von Löwenadler, figlia di un diplomatico svedese che viveva in Inghilterra, a cui nel 1939 aveva affidato il primo figlio, Hanuš, per sottrarlo ai nazisti. Ebrea, nata a Witkowitz nel 1903, Ilse, nata Herlinger, scrisse poesie e fiabe per bambini fin da giovanissima,

Cisgiordania: esercitazioni militari tra le case dei palestinesi . Firing Zone 918,

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La foto e' stata scattata da un attivista dell'International Solidarity Movement (Ism) a cura dei volontari di Operazione Colomba* At-Tuwani (Cisgiordania), 26 gennaio 2013, Nena News - L'atmosfera è surreale. Sembra di stare in qualche film di guerra, mentre camminiamo con Tareq da Jinba a Al Mirkez, villaggi palestinesi della zona denominata "Firing 918" (http://nofiringzone918.org/), nel sud più a sud della West Bank. Tutt'intorno a noi centinaia di soldati israeliani si preparano per la prossima guerra, correndo con i fucili in pugno, piantando i mitra per terra e provando a mirare, costruendo trincee, urlandosi addosso l'uno contro l'altro. Tutti ci ignorano, mentre in quattro camminiamo con calma lungo il sentiero, in mezzo a loro. Come se non esistessimo, come se i palestinesi non esistessero. Poco prima, tre soldati israeliani si erano avvicinati al nostro amico palestinese, dicendogli in ebraico che quella e