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Paola Caridi : (invisiblearabs) : articoli di settembre

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De blogger disputandum September 25th, 2012 - 9:21 pm Share E così, il blogger è diventato una professione. E se non una professione, almeno un ruolo sociale riconosciuto. Uno di quei ruoli che fanno tanto glam. Oppure no? Oppure, ancora una volta, la discussione culturale italiana si contraddistingue per la sua evanescenza? Per la sua straordinaria abilità di nascondersi dietro una parola, senza riconoscerne il peso? Ri-leggersi non fa bene, anche se ogni tanto aumenta l’autostima. Comunque, ho peccato, e sono andata a ri-leggermi i pensierini sull’oggetto (virtuale) blog che mi aveva chiesto di scrivere – era circa il 2008 – il mio caro, carissimo amico Pino Bruno. È l’amico più esperto di web che io abbia, uno dei giornalisti italiani che conoscono meglio le origini, l’evoluzione e le possibilità del mondo virtuale. Il suo  di blog – il futuro non è più quello di una volta -  è una di quelle letture quotidiane ineludibili, se ci si vuol [...]

Palestina: Banca Mondiale: 300 milioni di dollari di merci prodotte negli insediamenti ed esportate in Europa

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Added by Silvia Di Cesare on 24 settembre 2012. Saved under Economia , In Evidenza , News Tags: insediamenti , israele , palestina Al Quds (24/09/2012). La Banca Mondiale ha rivelato che si aggira intorno a 300 milioni di dollari  il valore dei beni che sono prodotti negli insediamenti israeliani in Cisgiordania e poi esportati in tutta Europa. L’organismo internazionale ha registrato circa 20 insediamenti industriali in questi territori, oltre a numerosi insediamenti che comprendono numerose zone agricole. AL Banca ha riscontrato che numerosi problemi derivano dalla mancata definizione di competenze all’interno di quella che l’accordo interinale tra OLP e governo israeliano del 1995, aveva definito zona C che dovrebbe essere gradualmente restituita alla giurisdizione palestinese. In un rapporto presentato ad una riunione dell’AHLC tenutasi a New York, la Banca Mondiale ha rivelato che solo l’1% dei territori della zona C s

I samaritani in Palestina, tradizioni e mutamenti

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  http://vociglobali.it/2012/09/26/i-samaritani-in-palestina-tradizioni-e-mutamenti/ Nota: Chi ha scritto questo articolo ha subìto pressioni da Israele e il divieto di entrare  nei territori occupati. Per questo è preferibile che non compaia il suo nome. Riteniamo però che le testimonianze   ed esperienze  che ci sta inviando possano essere utili a comprendere come si vive davvero su quella terra] Da tempo ero  a conoscenza della presenza della comunità dei samaritani nella West Bank e appena ho avuto modo di visitarla l’ho fatto. Si tratta di un gruppo religioso israelita, che segue un’interpretazione originale della Bibbia, che ha più di 2500 anni, e che per 25 secoli si è rifiutato di mescolarsi con gli ebrei. I quattro principi di fede seguiti dai samaritani sono: un unico Dio, il Dio di Israele; un unico profeta, Mosè figlio di Amran; un unico libro sacro, la Torah tramandata da Mosè; un unico luogo sacro, il monte Gerizim . Tale comunità festeggia le sette festi

Iran. Tremila morti, un sopravvissuto e un cimitero da salvare di David Eickhoff

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A sud di Teheran riposano tremila anime cattoliche. Le loro spoglie sono circondate da alte mura. Sono le mura del cimitero di Darvazeh Doulab, intorno al quale si sviluppano storie che parlano dell’Iran, di come era e di come è.   di David Eickhoff   Giorno 1 – La riunione diplomatica È un giorno di primavera. Le famiglie iraniane sono tornate da poco dalle vacanze del Noruz e la vita nella capitale ha ripreso il passo. Le strade brulicano di gente che si ferma a farsi scaldare le mani dal sole. Nell’ambasciata austriaca, all’ombra di un pino, si sono riuniti i rappresentanti di otto paesi europei. Sono alcune delle potenze ' arroganti ' di cui parla la retorica anti-occidentale in Iran. Ma a dire il vero, qui sotto il portico dell’ambasciata, i diplomatici non sembrano tanto arroganti. Forse è perché non sono poi così 'potenti'. Rappresentano l’Austria, la Repubblica Ceca, la Francia, l’Italia, la Polonia, la Slovacchia, l’Ungheri

La lotta ad al-Qaeda undici anni dopo di Ludovico Carlino

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 Pochi giorni fa Jason Burke, giornalista britannico esperto di terrorismo jihadista, scriveva dalle pagine del Guardian che se è possibile trovare una costante dietro tutte le guerre lanciate dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 questa va ricercata in una semplice domanda: che cos’è al-Qaeda?   di Ludovico Carlino Burke ha sicuramente ragione, al-Qaeda non è più quell’organizzazione in grado di colpire nel cuore degli Stati Uniti come undici anni fa, e a prescindere dalle varie fasi che il gruppo ha attraversato nell'ultimo periodo (Burke ne individua quattro), è evidente la sua continua e costante evoluzione. E se l’organizzazione ancora oggi sfugge a quasiasi categorizzazione, l'America ha invece mantenuto quasi immutata la sua risposta alla minaccia del cosiddetto 'Jihad Globale'. A undici anni di distanza dagli attentati contro le Torri Gemelle, sembra quindi lecito domandarsi se le varie dottrine di contro-terrorismo ideate dall

Rivolte arabe : Attenzione alle piccole città di di Deen Sharp

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jadaliyya 06.09.2012 http://www.jadaliyya.com/pages/index/7223/beware-of-small-cities     Attenzione alle piccole città di Deen Sharp Gli spazi fisici delle rivolte arabe si sono dimostrati potenti strumenti politici sia per i manifestanti che per i regimi. I manifestanti nelle strade e nelle piazze hanno affermato che il potere esiste anche nelle reali conversazioni, nei luoghi reali, tra persone reali. Piazza Tahrir ha subito una metamorfosi da spazio negato alla politica a una metonimia della rivoluzione, il simbolo delle rivolte egiziane e arabe. Le dinamiche spaziali delle proteste non sono solo nelle strade e nelle piazze delle grandi metropoli. In effetti, le proteste hanno preceduto il ​​passaggio alle piazze delle capitali. Nonostante gli spazi urbani al di fuori delle grandi metropoli siano rimasti quasi invisibili nei discorsi sulle rivolte arabe, le piccole città hanno svolto un ruolo fondamentale nelle rivolte del 2011, l'anno che ha cambiato il M