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A un ebreo romano vandalo e vigliacco!

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1  Dov’eri giovane (?) ebreo sionista romano quando ieri, venerdì 30 marzo, verso le 17 ho parcheggiato la mia auto il via Carlo Linneo, prima del n°1, per potermi recare in prossimità dell’ambasciata di Israele, dove si celebrava la ricorrenza della Giornata della Terra insieme alla Marcia Globale per Gerusalemme? Dov’eri? Forse, nascosto dietro le tende di casa tua, mi hai osservato mentre estraevo dal baule la bandiera della Palestina, e a quella vista ti ha preso un improvviso sussulto di odio. Prudentemente hai aspettato che mi allontanassi, che nessuno potesse notarti e, solo a questo punto, sei uscito e “coraggiosamente” hai sfregiato l’auto tracciandovi sopra, non una, ma ben tre stelle di Davide, belle, grandi, ben visibili, sul cofano e sugli sportelli laterali, di colore azzurro com’è la bandiera che tanto adori.       Com’hai fatto a nasconderti alla vista degli altri? Ti sei mimetizzato tra le foglie dei cespugli o nell’ombra delle case, fors’anche della tua, prima

LA PALESTINA, TRA LIBRI E EDITORIA E QUALCHE ANEDDOTO

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Come si potrebbe definire il rapporto dei palestinesi con la letteratura e la poesia? Esiste un movimento editoriale, letterario e culturale che si muove all’interno della società dei territori occupati? E quali sono le connessioni a livello ragionale arabo e internazionale? DOUD AL AHMAR Ramallah (Cisgiordania), 31 marzo 2012, Nena News – Situata in un seminterrato silenzioso al riparo dalla centrale e rumorosissima Ruqab street, a cui deve l’accesso tramite un’esile scalinata, si trova la libreria Al-Roua, uno dei più forniti e conosciuti negozi di libri di Ramallah. Qui abbiamo incontrato il proprietario Nikola Aqal, che con calore e ospitalità, ha risposto alle nostre domande dal suo punto di vista di libraio ed editore. Palestinese di Ramallah, agronomo di formazione e libraio per passione, Nikola ha fatto ritorno alla città natia dopo una lunga residenza ad Amman, in virtù  delle “aperture” seguite agli accordi di Oslo. Nel 1996, in collaborazione con un amico palestinese

Gideon Levy :Ashton-Israele, una tempesta in un bicchier d’acqua

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La dichiarazione dell’Alta rappresentante per la politica estera dopo la strage di Tolosa ha scatenato reazioni spropositate in Israele. Insistere col vittimismo è inutile controproducente. Gideon Levy Come se l’orrore di Tolosa non fosse abbastanza, come se il sospetto che Al Qaeda sia coinvolta nell'attacco non fosse abbastanza, come se le continue critiche a Israele non fossero abbastanza, ci siamo inventati un altro nemico immaginario: Catherine Ashton, capo della diplomazia dell’Unione europea. Ashton ha rilasciato alcune dichiarazioni di dubbio gusto sui bambini uccisi a Tolosa, mischiando imprudentemente le vittime degli incidenti stradali (Belgio), quelle della guerra (Siria, Gaza e Sderot) e quelle dell’odio razziale (Francia). Immediatamente – in senso letterale – Israele ha scatenato un pandemonio internazionale nonostante il grande sostegno espresso dalla Francia – in primis dal suo presidente – alla comunità ebraica. Figura marginale ma apparentemente anim