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Referendum in Israele: Kadima contro Netanyahu

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Con 65 voti a favore e 33 contrari, ieri sera la Knesset (il parlamento di Tel Aviv) ha approvato la nuova legge che aggrava la procedura legislativa da seguire per un eventuale ritiro delle truppe israeliane dai territori occupati delle alture del Golan e di Gerusalemme est. Con la nuova normativa in vigore, qualsiasi proposta di ritiro - totale o parziale - dovrà passare attraverso la Knesset e, per essere approvata, ottenere il parere favorevole di due terzi dei suoi membri.   Nel caso di un mancato accordo in parlamento (cosa molto probabile vista la realtà estremamente frammentata della politica israeliana), la decisione verrà rimandata agli elettori, che si esprimeranno attraverso un referendum nazionale. “Si tratta di un disegno di legge estremamente importante per mantenere l'unità del popolo”, ha dichiarato il deputato del Likud e promotore della proposta, Yariv Levin. “Il disegno di legge esprime la necessità di garantire che qualsiasi decisione irreversibile non v

Tobia Zevi :Un referendum ingannevole in Israele

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   Ha fatto discutere in Israele l’approvazione di una legge che impone il referendum per qualunque cessione territoriale futura. In pratica nessun governante israeliano potrà più dare «territori in cambio di pace» senza chiedere il parere dei cittadini. Personalmente ritengo che questa legge, più che un ostacolo alla pace, sia una «truffa» politica: come spesso si afferma, anche in Israele i cittadini sono assai più evoluti della classe politica che hanno eletto. Parlando con la stragrande maggioranza degli israeliani, ci si convince che l’idea di un accordo di pace sia talmente diffusa da non essere più fonte di dibattito. Ci si divide, com’è naturale, su tutto il resto: chi sono gli interlocutori affidabili (se ci sono), cosa non può essere assolutamente reso, quale sia il ruolo degli USA, ecc. Ma sostanzialmente nessuno è contrario a una trattativa per raggiungere lo scopo. In questo contesto i politici sono nell’impasse più assoluta. Netanyahu è ostaggio di una destra oltran

Operazione Colomba:SOLDATI ISRAELIANI DETENGONO BAMBINI PALESTINESI NELLE COLLINE A SUD DI HEBRON

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At-Tuwani – La mattina del 21 novembre, l'esercito israeliano ha detenuto cinque bambini palestinesi con l'accusa di aver lanciato delle pietre. Dall'inizio del 2005, ogni mattina i bambini attendono dal villaggio di Tuba l'arrivo di una pattuglia dell'esercito israeliano incaricata di accompagnarli lungo il percorso più breve che, passando tra l'insediamento israeliano di Ma'on e l'avamposto illegale di Havat Ma'on, porta al villaggio di At-Tuwani, dove si trova la scuola elementare. La scorta ha come obiettivo (quello di) proteggere i bambini dalle violenze dei coloni israeliani dell'avamposto di Havat Ma'on.  [...] La mattina del 21 novembre i bambini stavano aspettando da più di un'ora vicino agli allevamenti di polli situati alla fine dell'insediamento di Ma'on quando, intorno alle ore 8.50, sono arrivati i soldati che avrebbero dovuto scortarli lungo la strada per la scuola. Tuttavia, i soldati, anziché scortare i bambini,

Giorgio Canarutto : quale Israele sosteniamo?

Ha Keillah, ottobre / novembre 2010 Il governo israeliano su richiesta di Liebermann ha recentemente introdotto una norma che richiede ai non ebrei che chiedono di diventare cittadini israeliani di giurare fedeltà allo Stato e di riconoscerne al contempo la natura ebraica e democratica. Noi ebrei sappiamo benissimo che se chiedessero - anche solo agli immigrati che chiedono la cittadinanza - di riconoscere il carattere cattolico dello Stato italiano riconosceremmo subito un carattere autoritario ed antidemocratico nella richiesta e ci sentiremmo considerati cittadini di seconda classe. Questo accade al nostro vicino invece che a noi. Ma la conclusione non cambia. Anche di recente, Netanyahu ha annunciato la ripresa delle costruzioni nelle colonie nei territori occupati. Dichiara al contempo di voler proseguire le trattative di pace con l’Autorità Palestinese. Mi sembra che la prosecuzione di trattative mentre Israele continua ad impossessarsi di terra possa solo significare un

Lamis Andoni : da Balfour a Obama

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From Balfour to Obama - Al Jazeera English  2 novembre 1917, Lord Arthur Balfour, l’allora ministro degli esteri britannico, promise di creare una patria per gli ebrei in Palestina. Il documento, conosciuto come la dichiarazione Balfour, ha gettato le basi per la creazione dello stato di Israele nel 1948. La Palestina era ancora sotto il dominio ottomano quando fu scritto il documento, ma la Gran Bretagna ed i suoi alleati erano molto vicini alla vittoria sul sofferente impero ottomano. Quando, solo un mese dopo, la Gran Bretagna prese il controllo della Palestina, il documento assunse improvvisamente un significato di maggiore portata. La dichiarazione Balfour fu presentata come se fosse equivalente a un atto di proprietà che dava legittimità ai piani del movimento sionista internazionale. Balfour era perfettamente cosciente della presenza di una popolazione indigena araba, ma in un’epoca che era ancora precedente al diritto internazionale, alla Carta delle Nazioni Unite e all

Benigni e Rai3 sbarcano in Israele (Haaretz)

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Saviona Mane Television viewers in Italy who want to get a full picture of what is happening in their country don't only follow the news on Prime Minister Silvio Berlusconi's Channel 4, nor on Channel 5, which he also owns, and perhaps not on the state-owned Channel 1 either. Instead, they tend to watch the "rebellious" channel RAI-3 which, despite its official subordination to the prime minister, has managed to maintain its independence - broadcasting a cluster of critical and satirical programs daily, with Berlusconi the primary target.The channel is now making headlines after having successfully lured viewers away from Il Cavaliere's game shows and proving that, when given the choice, Italians prefer cultural heroes like Roberto Benigni and Roberto Saviano to the Playboy bunnies and reality stars filling the screens.Thus far, Berlusconi's associates have left this stepchild more or less alone, perhaps so they can brandish it and refute the claims that t

Gideon Levy: la stampa israeliana e l'informazione sull'occupazione

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sintesi personale 1  Siamo a Eilat   per la nostra conferenza annuale, usiamola per un esame di  coscienza. Ci sono molte ragioni per essere orgogliosi di quello che scriviamo   liberamente ,ma questa libertà  è in grande pericolo. Un pericoloso incendio sta bruciando intorno a noi.Il mostro è in arrivo e non c'è nessuno a fermarlo. Noi non siamo  imbavagliati ancora, ma alcune persone desiderano  apertamente che ciò avvenga .Troppi  colleghi non capiscono la loro funzione, confondono le pubbliche relazioni con il giornalismo, la propaganda con la verità, il vero patriottismo  con il falso patriottismo.Vengono approvate leggi  contro gli arabi,le organizzazioni non-profit e altre minoranze, prima o poi toccherà a noi  Non c'è quasi nessuna censura o pressioni da parte del governo, e dell'esercito in Israele . Il problema è che molti di noi chinano  il capo in segno di resa e di auto-censura, ciò  è infinitamente peggiore della  censura governativa. Troppi hanno aderito al

Akiva Eldar :I contribuenti americani finanziano l’occupazione israeliana in Cisgiordania

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Coloro che percorrono le strade “originali” della West Bank, quelle che permettono di evitare i villaggi palestinesi, possono vedere dei cartelli su cui si legge “USAID from the American People” (aiuti USA dal popolo americano). Queste strade sono parte della strategia dell’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (United States Agency for International Development, USAID) per la costruzione di infrastrutture nei paesi in via di sviluppo. Israele ha già orgogliosamente lasciato da tempo questa categoria, e non rientra fra i beneficiari di USAID. Ciononostante, sembra proprio che la famiglia Smith nell’Illinois stia  rendendo l’occupazione un po’ meno onerosa  per la famiglia Cohen di Petah Tikva, in Israele.Secondo un rapporto dello scorso giugno pubblicato sul sito internet di USAID, l’anno scorso i contribuenti americani hanno finanziato la pavimentazione di 63 Km di strade asfaltate nella West Bank. Lo stesso studio specifica anche che il completamento di una di queste o

Israele: migliaia di coloni contro il congelamento degli insediamenti

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Sintesi personale Migliaia di coloni manifestano a Gerusalemme contro il previsto rinnovo del congelamento degli  insediamenti. Scandiscono slogan sul tipo   "Noi non rinunceremo a questa terra" e "La  nazione eterna, non ha paura della lunga strada che deve  percorrere".DECINE  di adolescenti hanno  bloccato l'ingresso principale di  Gerusalemme per 15 minuti, due  manifestanti sono stati arrestati. Il ministro delle Infrastrutture Uzi Landau (Yisrael Beiteinu) si è unito  alle migliaia di coloni. Parlando nel corso della protesta, ha dichiarato :. "Colui che è disposto  a  tornare ai confini del 1967  sta sostanzialmente dicendo a Israele di ritornare ai confini che Abba Eban ha definito i confini di Auschwitz .Questa richiesta deve essere respinta. "IL Presidente del Consiglio Regionale Binyamin Avi Roeh  ha   chiesto al governo di non imporre un blocco di costruzione.."Siamo fedeli allo Stato, alla Torah, alla Terra di Israele e continue

Video: giovani ebrei israeliani cantano e danzano contro l'occupazione

Gli abitanti di Ghajar protestano: siamo siriani

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      Israele annuncia il ritiro "unilaterale"  dalla parte nord-orientale del villaggio conteso di Ghajar, da dieci anni al centro di una disputa territoriale, politica e diplomatica tra Libano, Israele e Siria.   L'annuncio, formulato domenica 7 novembre  dal ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman, dovrebbe oggi trovare conferma con la presentazione a New York da parte del premier Benjamin Netanyahu di un "piano di ritiro" israeliano al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon.  In attesa di conoscere i dettagli  di questo piano, è bene riassumere la complessità della questione.  Ghajar, che si trova all'intersezione dei confini  tra Siria, Israele e Libano, sovrasta il corso del Wazzani, un affluente dello Hasbani, che dal sud del Libano scorre ancora verso sud, finendo per alimentare il Lago di Tiberiade, principale riserva d'acqua dolce di Israele. Occupato nel 1967 da Israele, Ghajar è abitato oggi da poco più di duemila persone,