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Intervista a Marwan Barghouti : "potremo vivere in pace, ma prima dovete andarvene"

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M arwan Barghouti, la liberazione di Gilad Shalit sembra vicina: un soldato israeliano in cambio di centinaia di detenuti palestinesi. E al centro di questo scambio c'è lei. «Sì. Spero che stavolta ci siamo. Parte dei nostri prigionieri sarà finalmente rilasciata: quelli che con nessun negoziato s'era riusciti a tirar fuori di galera. Evidentemente non c'è altro modo, con Israele ». Ma chi ci guadagna di più? «Se ci sarà lo scambio, forse si capirà che non si possono ignorare le richieste di Hamas. Hanno dovuto piegarsi alla lista di prigionieri che Hamas ha messo davanti a Israele. Anch'io sono parte di questa lista». Non si sa se la sua scarcerazione preoccupi più il governo israeliano, l'Autorità palestinese o Hamas. A 50 anni d'età e più di sette da detenuto, due intifade e cinque ergastoli sulle spalle, luogo comune vuole che Barghouti sia il probabile suc cessore di Abu Mazen. In agosto l'hanno stravotato al comitato centrale del Fatah, anche se s

Yesh Din e Haaretz : impunità dei settler e complicità dell'IDF

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1  law enforcement of settler violence in the West Bank “In Cisgiordania, la distruzione di olivi palestinesi da parte di coloni provenienti da insediamenti illegali avviene nella più totale impunità”: lo denuncia l’associazione israwliana ‘Yesh Din’ per i diritti umani che sottolinea la parziale compiacenza delle forze dell’ordine d’Israele , al punto che nessuna indagine è stata aperta su diverse distruzioni di alberi compiute negli ultimi quattro anni.. Quella degli alberi da frutto, olivi ma anche fichi, limoni e aranci, è un’annosa questione nei Territori Palestinesi Occupati che secondo le organizzazioni non-governative “rende l’idea del clima di abusi e sopraffazioni che i contadini palestinesi sono costretti a subire nell’indifferenza generale”. Su 69 casi documentati da ‘Yesh Din’ nessuno ha portato finora a un’accusa formale da parte delle autorità giudiziarie israeliane, spiega Lior Yane, membro dell’associazione, precisando che nonostante un’ingiunzione dell’Alta Co

QUESTIONE PALESTINESE: VERSO IL TRAMONTO O VERSO L’ESPLOSIONE?

Si è assistito nei giorni scorsi agli ultimi episodi che sanciscono definitivamente il totale stallo dei tentativi di riavviare un negoziato fra israeliani e palestinesi. L’annuncio della decisione israeliana di costruire 900 abitazioni nel quartiere di Gilo, una zona di Gerusalemme edificata al di fuori dei confini del 1967 (dunque in Cisgiordania), è giunta la scorsa settimana, pochi giorni dopo il varo di un piano palestinese volto a cercare il riconoscimento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a una dichiarazione unilaterale di indipendenza, la quale dovrebbe istituire uno stato palestinese entro i territori occupati da Israele nel 1967. Entrambe queste notizie confermano – se ancora ce ne fosse bisogno – che il tentativo negoziale avviato dal presidente americano Obama all� [...] Continua a leggere » Israele e la sua cupa visione del mondo Lo stato palestinese, fra il “diritto storico” di Israele e il “ruolo da comparsa” dell’Europa Porre fine all’anarchia in Cisgiordan

Yitzhak Laor Perché è sparita la sinistra in Israele?

Le minacce proferite dai nostri leader, Benjamin Netanyahu, Avigdor Lieberman ed Ehud Barak, contro un’eventuale dichiarazione di indipendenza palestinese hanno per un attimo fatto scivolare giù, come un paio di slip femminili, il perbenismo israeliano normalmente noioso ed ostinato. Ciò ha messo a nudo il brutto “scheletro” della prepotenza che conferisce solo a noi la libertà di parola: a noi è concesso, a voi è vietato. Noi possiamo ribadire la dichiarazione di indipendenza di Israele in continuazione; voi non potete fare altrettanto con la vostra.La spiegazione più banale per i nostri privilegi, una spiegazione che sta diventando via via più significativa, è quella religiosa: la terra è nostra, proviene da Dio, non è loro, sicché a noi è permesso dichiarare l’indipendenza o colpire i civili. Invece la spiegazione più semplice offerta dai laici per questi privilegi è la potenza: noi siamo forti. Queste due spiegazioni formano l’asse del consenso. In nome di questo consenso, i rab

Ray Hanania : piattaforma di pace per Israele-Palestina

sintesi personale Sono a favore della creazione di due Stati : uno israeliano e uno palestinese. Per quanto mi riguarda, posso riconoscere il carattere " ebraico " di Israele , gli israeliani devono riconoscere il carattere non ebraico della Palestina Respingo la partecipazione di Hamas 'in qualsiasi governo palestinese se non rinuncia alle armi e non è disponibile a un accordo di pace finale che riconosca i due stati . Non accetto i coloni israeliani armati e ritengo che gli israeliani devono imporre a loro le stesse restrizioni Posso sostenere alcuni insediamenti ,ma all'interno di uno scambio di terreni Se Ariel occupa 500 dumams allora Israele deve dare 500 dunams in cambio. Gerusalemme deve essere una città condivisa e i palestinesi dovrebbero avere una presenza ufficiale a Gerusalemme est. La Città Vecchia dovrebbe essere condivisa da entrambi e i profughi del 1948 potrebbero chiedere il ricongiungimento familiare in Israele, gli altri avere un

Gaza : attacco IDF: tre feriti. Come da copione e come previsto..e ora aspettiamoci altri razzi

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1Tre palestinesi sono rimasti feriti in seguito a un raid israeliano compiuto questa mattina nella Striscia di GazaL'attacco israeliano è avvenuto dopo che ieri sera un razzo Qassam era partito dalla Striscia in direzione di Israele, senza però raggiungere centri abitati o causare vittime. L'aviazione di Israele ha concentrato la propria operazione su alcuni tunnel, utilizzati per il contrabbando di merci e armi, nella zona di Rafah, al confine meridionale fra la Striscia di Gaza e l'Egitto.Nonostante gli accordi presi, sia Israele che Hamas spesso hanno violato la tregua che dovrebbe agevolare la costruzione del processo di pace. Israele, tre palestinesi feriti in un raid israeliano Sequenze Come da copione: ucciso militante di hamas: razzi "Stop al lancio di missili contro Israele". Da Gaza arriva l'annuncio di Hamas Attacco israeliano a Gaza, dopo che Hamas aveva raggiunto un accordo per porre fine ai lanci sraele: bombe di mortaio spara

di Giorgio Bernardelli : il quartiere di Gilo

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Siamo alle solite: uno dei problemi più grossi per la pace in Medio Oriente è la scarsa conoscenza della geografia di Gerusalemme. Basterebbe prendere in mano una cartina per capire come mai si stia discutendo tanto in queste ore del progetto di costruire 900 nuove case a Gilo. Proviamo allora a buttare lì qualche coordinata.Intanto dov'è Gilo? Chiunque sia stato in pellegrinaggio in Terra Santa ci è passato, perché Gilo è la zona dove si trova il check-point tra Gerusalemme e Betlemme. È uno dei posti più fotografati della Terra Santa di oggi, dal momento che qui, in pullman, si passa proprio dentro al famoso muro di separazione tra Israele e i Territori. Arrivando al check-point da Gerusalemme, Gilo è la collina con tante case che si vede sulla destra. Non è dunque un posto qualsiasi quello dove si vorrebbero costruire 900 nuove abitazioni, ma uno dei luoghi simbolo oggi del conflitto. Ho cercato su Internet una cartina per spiegare meglio e la migliore che ho trovato è quella