Post

di Alberto TerenziGaza: cronaca di un massacro annunciato

Immagine
COSA NON SAPPIAMO SU GAZA Quasi tutto quello che siete stati portati a crede su Gaza è sbagliato. Qui di seguito pochi punti essenziali che sembrano essere stati dimenticati nella discussione, gran parte della quale si è svolta sulla stampa, a proposito dell’attacco di Israele contro la Striscia di Gaza. La gente di Gaza . La maggior parte della gente che abita a Gaza non è lì per propria scelta. La maggioranza del milione e mezzo di abitanti stipati nei 340 kmq della Striscia di Gaza appartengono alle famiglie provenienti da città e villaggi fuori della striscia come Ashkelon e Bersheba. Sono stati cacciati via a Gaza dall’esercito israeliano nel 1948. L’Occupazione . Gli abitanti di Gaza hanno vissuto sotto occupazione israeliana dalla Guerra dei Sei giorni nel 1967. Israele è ancora largamente considerata una potenza occupante, anche quando lo Stato ebraico ha tolto le proprie truppe ed i propri coloni nel 2005 (vedi approfondimento). Israele controlla ancora gli accessi a quest

Netanyahu e il piano Clean Break

Immagine
Per capire cosa sta succedendo in Medio Oriente è molto utile leggere un documento. È intitolato Clean Break: a new strategy for securing the realm, che significa “Taglio netto: una nuova strategia per la sicurezza del regno”. Venne elaborato esattamente 10 anni fa, dall’Istituto per gli studi politico-strategici avanzati (IASPS – Institute for Advanced Strategic and Political Studies), come relazione conclusiva, rilasciata esattamente l’8 luglio 2006, da un gruppo di studio dedicato alla Nuova strategia di Israele per il 2000: il documento fu presentato personalmente al nuovo Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Ma i partecipanti di questo gruppo di studio non sono solo degli studiosi israeliani: sono anzi quasi tutti esponenti dell’establishment neo-conservatore statunitense che hanno rivestito o rivestono importanti incarichi nell’amministrazione Bush. Richard Perle (che coordinava il gruppo di studio) è presidente dell’ufficio per la politica della Difesa sotto il M

Saree Makdisi: «Un viaggio nel dramma della Palestina impossibile»

Immagine
S aree Makdisi: «Un viaggio nel dramma della Palestina impossibile» ROMA (18 maggio) - Saree Makdisi, scrittore e professore universitario a Ucla nato a Washington e cresciuto a Beirut, in Palestina borderline (Isbn, 282 pag., 29 euro) denuncia, con la passione di chi non tace la propria vicinanza alla causa palestinese e la lucidità di un analista, la Palestina impossibile e le sue «storie di occupazione quotidiana»Makdisi dà voce ad agricoltori, imprenditori e donne coraggiose palestinesi vittime della tragedia di un popolo senza Stato, e senza la realistica speranza di averlo a breve, umiliato dai troppi permessi da ottenere, dalle perquisizioni indiscriminate, dalla tensione psicologica continua dei check-point militari e dei burocrati israeliani. Lo scrittore ricorda le parole dell’attuale ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman, leader del partito di estrema destra Israel Beitenu, nel 2006 rivolte ai palestinesi cittadini dello Stato di Israele: «Qui non c’è p

di Nadia Hijab STATO PER LA PALESTINA?

Immagine
I commentatori arabi ed israeliani hanno entro una certa misura tratteggiato a grandi linee il discorso che Barack Obama terrà in Egitto durante la sua visita di giugno, sebbene egli ancora si stia incontrando con i leader della regione a Washington. Se alcuni sono ottimisti, molti invece nutrono timori. Gli israeliani temono che Obama voglia spingerli a riconoscere i diritti dei palestinesi e obbligarli a restituire i territori palestinesi e siriani che essi sono stati impegnati a colonizzare fin dal 1967. Gli arabi temono che Obama annuncerà che i loro leader stanno progettando ulteriori concessioni, sotto forma di un’estesa normalizzazione dei rapporti con Israele, prima di un completo ritiro e di una pace complessiva. Temono anche che il suo discorso porrà il veto sul diritto al ritorno dei palestinesi, che è sia un diritto individuale che collettivo in base alla legalità internazionale, ed appoggerà Israele in qualità di “Stato ebraico” invece che di Stato di tutti i cittadini che

Paul MorlandISRAELE – DISINNESCARE LA BOMBA DELLA PAURA DEMOGRAFICA

Immagine
Una questione che ha sempre allarmato l’opinione pubblica israeliana è stata la cosiddetta “bomba demografica” araba. In realtà, i dati demografici rivelano che all’interno di Israele i due tassi di natalità ebraico e arabo stanno convergendo, e che anche nei Territori occupati si sta registrando un netto calo delle nascite palestinesi. Ciò di cui i politici e l’opinione pubblica in Israele dovrebbero preoccuparsi non è tanto la dimensione della minoranza araba – sostiene Paul Morland – ma piuttosto di che tipo di minoranza si tratterà La demografia è stata utilizzata per decenni in Israele, sia dalla destra che dalla sinistra, per promuovere e giustificare determinate politiche nei Territori e in materia di confini. Coloro che per primi hanno sostenuto il ritiro da Gaza e dalla Cisgiordania, ad esempio, citavano, oltre ad argomentazioni di ordine morale, il timore che nel territorio sotto il controllo israeliano gli arabi avrebbero finito per superare numericamente gli ebrei. Nel f

Amira Hass:Israele consente solo: cibo, medicine e detersivi a Gaza

Immagine
Sintesi personale Israele consente solo cibo, medicine e detersivo nella Striscia di Gaza. Migliaia di oggetti, compresi i prodotti di vitale importanza per l'attività quotidiana, sono vietati.Complessivamente solo 30 o 40 oggetti commerciali sono ora consentiti nella Striscia di Gaza, rispetto al 4000 approvati prima dell'inizio dell'assedio,secondo i commercianti e gli attivisti per i diritti umani. Il numero di oggetti cambia in base a ciò che è deciso dal coordinatore delle attività di governo nei Territori. Il COGAT ha rifiutato la richiesta del rappresentante della PA per un elenco aggiornato e scritto di ciò che è autorizzato Le informazioni passano solo per telefono I pochi oggetti liberamente permessi si dividono in tre categorie: cibo, medicine e detersivo. Tutto il resto è vietato : materiale edile , indispensabile per la ricostruzione di Gaza, elettrodomestici come i frigoriferi e lavatrici, pezzi di ricambio di macchine e parti di automobili, tes

Akiva Eldar: : il bluff della crescita naturale da parte dei settler

Immagine
Sintesi personale Peace Now: 'Natural growth' - Israel's trick for West Bank .. . Sintesi personale Carenza di alloggi in Cisgiordania per le giovani coppie che vivono negli insediamenti derivante dalla migrazione di comunità ebraiche da Israele nei territori situati oltre la Linea verde così come dall' arrivo di nuovi immigrati dall'esteroI dati dell'Ufficio di statistica dimostrano che nel 2007, la crescita naturale nei TO rappresenta il 63 per cento della crescita della popolazione mentre le migrazioni interne costituiscono il 37 per cento. L'anno precedente, essi mostrano un aggiunta di circa 5.600 abitanti in Cisgiordania . Per ogni 10 residenti che hanno lasciato gli insediamenti, ne sono arrivati 15. l Presidente Shimon Peres ha detto ad Obama "E 'inaccettabile che bambini nati in Giudea e la Samaria non avranno un posto per vivere i". Analoghe osservazioni sono state fatte a George Mitchell, quando ha avviato una

Zalashik : eugenetica israeliana negli anni 1930-1950

Immagine
Sintesi personale: solo alcuni punti "L'eugenetica ,basata sul principio di "ingegneria sociale" è stata un elemento della filosofia nazionale per la maggior parte degli psichiatri", spiega Zalashik. " Tale teoria era finalizzata a creare una sana nazione al fine di soddisfare la visione sionista di Israele. Vi era una una motivazione anche economica :evitare che le persone ,percepite come un peso per la società, costituissero un aggravio economico ". e da qui la necessità di un immigrazione selettiva Lo psichiatra Kochinsky ha sostenuto nel 1938 che il censimento dei malati mentali in Palestina sarebbe dovuta servire principalmente a migliorare la razza". ,ciò ha portato all'adozione di trattamenti inadeguati e , a volte, crudeli i cui effetti sono visibili ancora oggi Gli psichiatri non sono stati gli unici ad essere tentati dal fascino dell' eugenetica; altri medici , compresi gli alti funzionari della sa

Amira Hass: la vita tra le rovine di Gaza

Sintesi personale (solo punti essenziali) GAZA - Wadi Gaza è una regione agricola a sud-est di Gaza City. Le rovine di Hussein al Aaidy  sono  evidenti. Le macerie   sono sparse nei campi non seminati. Fino   a nove anni fa, le case erano circondate da frutteti poi l' IDF ha sradicato tutto per salvaguardare  gli israeliani di Netzarim . Le migliaia di cumuli di rovine nella Striscia sono ormai parte del paesaggio  : 4000 sono le case distrutte e Israele non permette l'importazione  del  materiale necessario per la ricostruzione'  Ufficio del Lavoro invita i cittadini  a non  rimuovere le macerie: troppo pericoloso. 50.000 persone, 8000 famiglie  rischiano  di vivere a lungo nelle tende, "E non è una soluzione", spiega Al Aaidy , la cui famiglia è dispersa tra i vari,  appartamenti ,lontano dal terreno che hanno acquistato anni fa e coltivato con grande amore. Sua madre, Kamela , 80, ha rifiutato di lasciare la sua terra. L'espulsione da Beersheba , nel 194

Gideon Levy :Twilight Zone / PlayStation

Immagine
sintesi personale Mohammed Abu Akrub   stava tornando  da scuola un pomeriggio  con alcuni amici, senza  aver commesso alcun reato  , così afferma . Sei militari dell'IDF   compaiono   improvvisamente e avvertono gli abitanti del villaggio che sarebbe iniziato il coprifuoco  I sei giovani  sono  ammanettati e bendati : saranno sottoposti ad abusi   per 14  ore.nella base militare  di Adurayim : all'alba, sono gettati dalla jeep militare  feriti  e sanguinanti Mentre li picchiavano, li prendevano a calcio, li privavano del sonno  i soldati erano impegnati a giocare alla  PlayStation.  Solo dopo 12  ore è stato permesso loro di andare al bagno e bere  Due di loro hanno riferito che sono stati derubati L'episodio è avvenuto il  26-27 aprile di questo mese  Akrub ha  17 anni e vive  con il suo fratello, i genitori risiedono  in Arabia Saudita, dove il padre lavora . Ayash Ajawi,  è sottoposto ad una terapia per la rottura del disco alla  schiena,   e nonostante questo è  stato

IRAN: GLI SCENARI E I PIANI DI ATTACCO DEL POSSIBILE ATTACCO ISRAELIANO CONTRO GLI IMPIANTI NUCLEARI

Immagine
(AGI) - Gerusalemme, 15 mag. - Barack Obama ha intimato a Israele di non attaccare l'Iran ma probabilmente le forze armate (Idf) dello Stato ebraico non sarebbero in grado di distruggere tutti gli impianti nucleari di Teheran e anche in questo caso un eventuale successo potrebbe trasformarsi in un inferno. Questa la conclusione cui sono giunti due studiosi del prestigioso 'Center for Strategic and International Studies di Washington'. In un approfondito studio di 114 pagine, citato da Haaretz Abdullah Toukan e Anthony Cordesman, prendono in considerazione tutte le variabili militari, strategiche, politiche e di scenario del caso. La conclusione e' che "un attacco militare israeliano contro gli impianti nucleari iraniani e' possibile (ma) sarebbe complesso ed estremamente rischioso e senza alcuna certezza che la missione nel complesso possa avere successo". PROBLEMI DI INTELLIGENCE: Il primo ostacolo e' che oltre agli impianti noti gli iraniani potrebbe

IL PATRIARCA LATINO TWAL, "IL NOSTRO POPOLO SOFFRE INGIUSTIZIA"

(…) Santissimo Padre, questa terra dove Gesù ha scelto di vivere per salvare il mondo, ha bisogno di pace, di giustizia e di riconciliazione. Le nostre ferite hanno bisogno di essere guarite, i prigionieri d’essere rilasciati, i nostri cuori d’essere purificati dall’odio, e il nostro popolo di vivere in pace e in sicurezza. Il nostro popolo soffre e continua a soffrire l’ingiustizia, la guerra (la guerra di Gaza è ancora una ferita aperta per centinaia di migliaia di persone), l’occupazione e la mancanza di speranza in un avvenire migliore. Quando noi abbiamo accolto il Suo predecessore, il papa Giovanni Paolo II, noi avevamo la speranza di pervenire alla pace, ma questa pace non è mai venuta. Molti hanno allora abbandonato ogni speranza e hanno lasciato la Terra Santa per andare in cerca di un avvenire migliore in altri paesi. Ecco perché il numero dei Palestinesi, soprattutto cristiani, è diminuito e continua a diminuire. Finché noi non troveremo la pace e la tranquillità, ho paura c

Gideon Levy: l'antisemitismo è a Tel Aviv

Sintesi personale L'antisemitismo non è a Varsavia,a Monaco di Baviera o a Parigi, E 'proprio qui, nella nostra casa, a Ramat Aviv, l quartiere di Tel Aviv, L'entrata di un manipolo di ultra-ortodossi ebrei in questo modesto e tranquillo quartiere ha provocato un 'ondata di razzismo, Se qualcuno dovesse comportarsi in questo modo verso gli arabi israeliani, i residenti si ribellerebbero , ma quando si tratta di Haredim tacciono: attaccare i "neri" è di moda. Gli Haredim, come ogni minoranza, ha il diritto di vivere nel quartiere Non c'è differenza tra una sinistra che li demonizza e disumanizza e una destra che si comporta nello stesso modo verso gli arabi israeliani :nel quartiere ci sono ronde di cittadini contro di loro Gli Haredim sono una comunità rigorosamente conservatori, non prestano servizio militare, molti di loro non lavorano e vivono in povertà ,la loro lingua è l'yiddish A livello nazionale vengono definiti come para

Warschawski (intellettuale israeliano) La Nakbah degli ebrei non sionisti

Immagine
Intervista a Michel Warschawski, intellettuale israeliano, di fronte al 61° anniversario della nascita d'Israele. Per i palestinesi è la nakbah, la tragedia. Anche per gli ebrei non sionisti non è una festa, almeno non più Tutte le guerre di Israele sono state e ancora sono guerre di aggressione - a essere precisi, Israele è in sé un'aggressione. Non sono ovviamente contro l'esistenza di Israele, ma la prima delle parole che ingannano, qui, è il 1948, la cosiddetta ‘guerra di indipendenza' - mentre è stata essenzialmente una guerra di conquista e espulsione. Siamo precipitati in pochi anni da gruppi terroristici, a stati canaglia, a popoli interi qualificati indistinti come minacce esistenziali, e l'evoluzione non è quantitativa ma qualitativa, non si combatte più contro una politica, un governo, un obiettivo specifico, ma contro pericoli dalle definizioni sempre più vaghe. D'altra parte, se davvero qui fosse questione di Hamas, anche l'ultimo degli ana