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LA CRISI FRA L’EGITTO E HEZBOLLAH

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L’Egitto tiene Hezbollah nel mirino L’Egitto perde a livello mediatico L’Egitto e Israele nella stessa barca allegato Guerre: Libano tag Mondo arabo

Seymour Hersh: A Gaza palestinesi trattati come sassi e costretti a bere urina

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1  Roma, 21 apr. (Apcom) - Seymour Hersh, giornalista statunitense del New Yorker, vincitore del premio Pulitzer per le sue inchieste di ambito militare (scoprì Abu Ghraib), in un'intervista al settimanale 'la rinascita della sinistra', in edicola giovedì, pronuncia parole molto critiche sulla gestione dell'attacco militare israeliano a Gaza. "Preferirei girare nudo per le strade di New York piuttosto che parlare di Israele: criticare questo Stato è estremamente difficile, impossibile e praticamente inutile. Non ti ascoltano". "Pulizia etnica? E' quello che è accaduto a Gaza - continua il reporter - dove i soldati di Tel Aviv hanno ridotto i palestinesi ad esseri subumani, praticamente li hanno trattati come fossero sassi". MO/ Seymour Hersh: A Gaza palestinesi trattati come sassi allegati Guerra di Gaza : testimonianze cristiane, laiche,palestinesi, ebraiche,israeliane 2     Palestinese: l'IDF mi ha costretto a bere urina più volte 

Le violazioni commesse a Gaza dagli israeliani erano premeditate

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Le violazioni commesse a Gaza dagli israeliani erano premeditate L'indagine della Polizia Militare sulla cattiva condotta di soldati israeliani durante la guerra di Gaza è stata chiusa all'inizio di questo mese dopo soli 11 giorni. L'IDF, l'Esercito di difesa israeliano, è stato costretto ad aprire l'indagine dopo che il quotidiano israeliano Haaretz il 19 marzo ha pubblicato testimonianze di soldati israeliani in base alle quali le truppe avrebbero preso di mira volontariamente civili palestinesi inermi e compiuto intenzionalmente atti di vandalismo contro le loro proprietà.Le singole testimonianze dei soldati sono state raccolte a un corso che si teneva all'accademia militare Rabin. I testimoni hanno rivelato che un'anziana è stata colpita intenzionalmente da una distanza di circa 90 metri, che un'altra donna e i suoi due bambini sono stati uccisi dopo che i soldati israeliani li avevano fatti uscire dalla l

Il mondo arabo e la Shoah

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1  Palestina : La shoah e i palestinesi  museo arabo dedicato all'olocausto "Sono in molti, arabi e israeliani, a pensare che la pace si possa costruire dal basso, che il solco dell’odio debba essere riempito in fretta, senza attendere l’improbabile palingenesi della politica mediorientale. L’avvocato palestinese Khalid Mahamid è uno di loro. Tre anni fa, lo stesso giorno in cui fu inaugurato lo Yad Vashem, il museo della Shoah di Gerusalemme, Khalid aprì a Nazareth, la più popolosa città araba d’Israele, il suo Arab institute for holocaust research and education: il primo e unico museo arabo dell’olocausto.«Gli arabi negano l’olocausto perché lo considerano un’arma nelle mani di Israele» spiega l’avvocato, che ha investito 200 mila dollari nel progetto, ha stampato più di 2 mila opuscoli, offre borse di studio sull’argomento e anima un sito web www.alkaritha.org). «Ma io sono convinto che non faremo progressi se non saremo capaci di abbattere il muro dei pregiudiz

LUCIA ANNUNZIATAChiamatela Exodus

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L’arrivo di profughi in Palestina era stato bloccato a un numero di 75 mila entrate in cinque anni, secondo gli accordi del dopoguerra che avrebbero dovuto fermare il conflitto arabo-palestinese. Lo Stato di Israele, in questi accordi, non era previsto. La Gran Bretagna, che aveva il Mandato per la Palestina, combatté in tutti i modi l’arrivo dei profughi ebrei. Nel maggio del 1946 l’immigrazione clandestina ebraica divenne un caso internazionale: l’Inghilterra bloccò la partenza dal porto della Spezia di due imbarcazioni, la Fede di Savona e il motoveliero Fenice, cariche di 1.014 persone. continua   Chiamatela Exodus Commento: e ancora continua il mito della destra  tag: 1948:brutti ricordi

Rapporto Banca Mondiale Palestina senza acqua

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Da una parte c’è un mito, quello sionista di "far fiorire il deserto", dall’altra parte invece c’è un muro, quello con il quale il governo israeliano non solo ha abbattuto le speranze dei palestinesi, ma ha anche privato i suoi contadini dei loro pozzi. E’ per questo che durante la festa per la raccolta delle olive Mohammed, contadino della West Bank, punta il dito alla collina e continua a ripetermi“ Un tempo eravamo pieni di alberi qui, ora non abbiamo neanche un goccio di acqua.” Alle parole di Mohammed fanno eco quelle di tanti altri palestinesi, contadini e non, a conferma che il problema dell’acqua colpisce direttamente tutta la popolazione e per questo è stato uno dei temi più scottanti e difficili nel corso delle trattative di pace tra Israele e Palestina dall’inizio degli anni 90. Neanche il tempo purtroppo ha aiutato le parti a fare passi da gigante verso una soluzione, pertanto l’acqua rimane uno dei beni più contesi tra Israeliani e Palestinesi. E’ anche pe

Palestina:Il piccolo mondo di Ain Arik dove cristiani e musulmani convivono

Alla moschea di Ain Arik, villaggio di circa 1.700 persone nei pressi di Ramallah, c'è il minareto più alto della Cisgiordania dal quale, a un certo punto, pare uscire il suono delle campane. È solo un buffo effetto sonoro, che tuttavia potrebbe anche rappresentare la realtà, visti gli ottimi rapporti tra la chiesa e la moschea del villaggio. «Ciò che distingue Ain Arik è infatti la secolare convivenza tra musulmani e cristiani», conferma padre Giovanni, del locale convento della Piccola Famiglia dell'Annunziata, una comunità religiosa di tipo monastico fondata una cinquantina di anni fa da Giuseppe Dossetti. Padre Giovanni, sguardo sereno e accento bolognese che alterna ad un arabo perfetto, è ad Ain Arik dal 1989 assieme a pochi fratelli e sorelle che compongono la famiglia, guida spirituale della comunità cristiana del villaggio, composta da un terzo degli abitanti e suddivisa a sua volta in ortodossi, la maggioranza, e cattolici, circa 150 persone. Fedeli alla regola d

professore ebreo vince il premio Nobel arabo per la medicina

U.S. professor becomes first Jew to win 'Arab Nobel Prize' Un professore americano Ronald Levy, docente di Stanford, dove dirige il dipartimento universitario diOncologia, è diventato il primo Ebreo a vincere il Faisal Premio Internazionale di Medicina,noto come il "Premio Nobel arabo." Nonostante qualche timore iniziale, lui e la sua famiglia sono stati accolti con regale ospitalità in Arabia Saudita

Helena CobbanGAZA HA CAMBIATO OGNI COSA, MA LA SUA GENTE ANCORA SOFFRE

A tre mesi dalla fine della guerra israeliana contro Hamas a Gaza, la situazione di stallo fra Israele e il movimento islamico palestinese è invariata, ma le condizioni di vita della popolazione civile sono ancora più gravi – scrive l’analista Helena Cobban. I circa 1,5 milioni di abitanti di Gaza, quasi tutti civili, si trovano tuttora in una situazione estremamente dura, visto che Israele continua a proibire l’invio a Gaza di gran parte dei beni necessari per vivere una vita dignitosa – compresi i materiali da costruzione che servono per riparare o ricostruire le migliaia di case e di strutture di altro genere che l’esercito israeliano ha distrutto durante la guerra. Ma è già evidente che la guerra ha cambiato molti aspetti delle complesse dinamiche politiche esistenti fra la comunità israeliana e quella palestinese, ed all’interno di ciascuna comunità. Semplicemente riuscendo a sopravvivere, Hamas è diventato più forte sia nel panorama politico palestinese che nel più ampio

Gideon Levy :L'Olocausto e l'occupazione israeliana non possono essere paragonati

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Sintesi personale L'occupazione israeliana è brutale e crudele. Israele ,nel 2009, sta cominciando ad assomigliare alla Germania  del 1930 . Il processo di disumanizzazione dei palestinesi incoraggiata  dai media e realizzata  dall' IDF, richiama alla mente immagini raccapriccianti. Chiunque di fronte alla recinzione del filo spinato a -Qalqilya  non può fare a meno di pensare a un campo di concentramento. Un campo di concentramento - non un campo di sterminio. La persona che ha imbrattato di graffiti il  muro di separazione chiama Abu Dis un ghetto e ha ragione Il razzismo  verso  gli  arabi israeliani, ovunque si vada, dovrebbe suscitare profonda preoccupazione.Ci sono più di un paio di  disposizioni militari e di  leggi che, se tradotti  in tedesco, causerebbero  allarme Il termine "minaccia demografica" dovrebbe suonare  familiare alle generazioni dell'Olocausto , e  alle generazioni successive, così come la discussione - vergognosamente  accolta  nella sua le

Gideon LEVYGaza, ricordate?

                                     Gaza, ricordate? Abu-Aun, 53 anni, è stato ferito nel tentativo di fuggire quando la sua casa di Beit Lahia, nella Striscia di Gaza, è stata bombardata. Da allora cammina con le stampelle. Sua moglie ha partorito proprio nel mezzo della guerra, e adesso il neonato vive con loro nel freddo della tenda. La tenda è volata via durante la tempesta che ha divorato la Striscia di Gaza mercoledì scorso, così la famiglia ha dovuto rimontarla. Ricevono acqua solo occasionalmente, in un container, e una piccola baracca di latta fa da bagno per le 100 famiglie di questo nuovo campo profughi, “Campo Gaza”, nel quartiere Al-Atatra di Beit Lahia. Quest'ultimo finesettimana Abu-Aun era particolarmente amareggiato; la Croce Rossa ha rifiutato alla sua famiglia una tenda più grande. E non ne può più di mangiare fagioli. Per tre mesi, la famiglia Abu-Aun e migliaia di altre persone vivono in cinque accampamenti di tende costruiti dopo la guerra. Non hanno

Erotismo: Jasad, una rivista contro l’oscurantismo

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Il secondo numero del discusso trimestrale 'Corpo' è diffuso in tutto il mondo arabo ma nasce in Libano, Paese in cui si gode maggior libertà di altri della regione. Una libertà però limitata. Erotismo: Jasad, una rivista contro l’oscurantismo tag: mondo arabo

Gideon Levy: una questione marginale

Sintesi personale La 18a Knesset  ha una caratteristica che la rende differente da tutte le altre: non è presente nessuna voce ebraica contro l'occupazione . Ciò desta sorpresa e preoccupazione  abbiamo rappresentanti per i coloni, gli ambientalisti,i religiosi, per le femministe , per gli omosessuali e le persone disabili : solo l'occupazione è stata lasciata senza voce,una vergogna per la democrazia israeliana La responsabilità è anche dei media  che  si sono efficacemente auto- censurati pur   di rendere piacevole la realtà ai propri lettori A volte la  nostro falso serenità viene interrotta  con una nuova ondata di attacchi terroristici o con  una piccola guerra, ma anche allora nessuno si preoccupa di effettuare la connessione tra causa ed effetto.   Gli arabi sono nati per uccidere , e questo è tutto.   Questo è il modo per perpetuare l'occupazione: i palestinesi sono dietro le recinzioni, e noi siamo qui, non siamo interessati al loro destino.   Tre milioni e mez