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Haaretz: ciò che è bene per i settler non lo è per Israele

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SINTESI Ognuno sa in Israele che si dovrà tornare ,probabilmente ai confini del 1967 e affrontare il problema dei profughi ,ma i moderati sono sconfitti dai radicali palestinesi e israeliani che minano ogni compromesso esigendo "tutto o niente ". I coloni pensano - correttamente, tutto sommato - che ,rinviando il problema, si rafforzeranno . Ma quello che è buono per i settler è negativo per il paese. La settimana scorsa, Moshe Levinger e Daniella Weiss non concordavano con le Forze di Difesa per una casa occupata abusivamente, per un'altra espansione e per un'altra infiltrazione in un quartiere arabo Se l'obiettivo strategico di Israele è vivere in pace con i suoi vicini, deve bloccare i coloni . Chi non vuole un compromesso storico crea violenza e sofferenza ad entrambe le popolazioni .Israele non può attendere i risultati dello scontro tra Hamas e Fatah ,la responsabilità è nostra visto che siamo in possesso della maggior parte della terra che

Nasce la terza via palestinese:oltre Hamas e Al Fatah

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Alle elezioni del 2006 Fayyad aveva formato il Partito della Terza Via assieme ad altre due personalitá moderate palestinesi, Hanan Ashrawi e Yasser Abed Rabbo, ma aveva ottenuto solo due seggi. Questa volta l'obiettivo è capitalizzare il crescente scontento verso Hamas e Fatah, formando un partito più ampio. Per promuovere il nuovo movimento vi sono stati diversi incontri in Cisgiordania che hanno coinvolto centinaia di persone, ha spiegato Jamal Zakut, vicino a Fayyad e fra i promotori dell'iniziativa. «Il movimento - spiega - sará basato sui principi liberali e il progresso democratico e dei diritti umani. L'idea è quella di un movimento pragmatico che sostenga l'idea di due stati sulla base dei confini del 1967 e la piattaforma dell'Olp, risolvendo il problema dei rifugiati in maniera concordata sulla base delle risoluzioni dell'Onu e la lega Araba». Dal Corriere della Sera di oggi Haaretz Haaretz

Moni Ovadia: nella dignità la reciproca sicurezza

La distorsione e la manipolazione delle parole e del pensiero altrui sono un vecchio sport a cui si dedica chi non è in grado di misurarsi criticamente con opinioni diverse dalle sue. E, a volte, questo sport assume i connotati di vera e propria possessione. Giorni fa un conoscente israeliano mi ha telefonato per chiedermi se io avessi dichiarato nel corso di un dibattito radiofonico che non avrei mai detto: «viva Israele», intendendo che io rifiutassi di augurare vita allo Stato d'Israele e alla sua gente. Sono rimasto interdetto e gli ho risposto che ciò che gli avevano riferito era una solenne idiozia. Uno dei tanti "invasati per Israele", un Hezbollah del "sionismo" aveva distorto il senso di una mia affermazione nel corso di un pacato e civile dibattito sul libro di Magdi Allam «viva Israele!» a cui ho partecipato insieme all'autore e a Fuad Allam, deputato dell'Ulivo, sociologo del mondo arabo e corsivista de la Repubblica. In quell'occasione d

Gaza : mia madre è alla fine ed io non posso passare

Mia madre è alla fine e io non posso passare la frontiera.Mia madre è all'ospedale in questo momento. Sta molto male. E' entrata tre giorni fa e io non la posso raggiungere.Torno da un viaggio di 45 giorni negli USA. Per tutta la nazione e in ogni discorso ho raccontato al pubblico la nostra sofferenza, vivendo in questa grande prigione di nome Gaza. Gli ho raccontato della chiusura delle frontiere e dei pazienti che stanno morendo in attesa di poter passare.Le frontiere sono chiuse da più di cinque settimane, 28 pazienti sono morti mentre attendevano di passare per il valico di Rafah, l'unico tra Gaza e l'Egitto. Tutte le altre uscite sono completamente sigillate dall'esercito di israele. La frontiera è stata aperta 70 volte quest'anno.Ora si tratta della mia storia personale, come delle storie quotidiane di 1,4 milioni di persone che a Gaza vivono sotto assedio ed occupazione, povertà, mancanza di risorse, uccisioni, sparatorie, violenza, eccetera. Non posso p

Gideon Levy: minaccia demografica e razzismo

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SINTESI ( i punti dell'articolo per me più interessanti) Se abbiamo raggiunto,in Israele, "la fine di sionismo", titolo dell’articolo di Nehemia Shtrasler , ciò non dipende dalla demografia Il discorso di una "minaccia demografica" non è legittimo. Immaginate quello che avverrebbe se una discussione del genere fosse tenuta negli Stati Uniti o in Europa. La minaccia veramente pericolosa è la discussione in se stessa. Testimonia lo sviluppo nella nostra società di norme profondamente razziste verso le minoranze Haredim o Arabi - sono figli e figlie di questa terra. Non c'è alcun mezzo democratico per impedire a loro di diventare una maggioranza. Le campagne per ridurre le nascite sono oltraggiose quanto i concetti di trasferire la popolazione e di pulizia etnica . Sia la sinistra che la destra sono afflitte da questo razzismo letale, che scaturisce dall’arroganza e dalla paura dell'altro. La destra sta provando a spaventarci con previsioni disastrose sul

Liberarsi del complesso di Amalek

Liberarsi del complesso di Amalek http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=36&ida=&idt=&idart=5206 Secondo il racconto dell'Antico Testamento, Amalek era una popolazione del Sinai o del Negev, probabilmente proto-araba, ostile agli Israeliti Amalek fece qualcosa di terribile ad Israele, anche se che cosa di preciso non è chiaro. In un versetto del libro dei Re è scritto "ricordati di ciò che ti ha fatto Amalek" e questo versetto è stato invocato negli anni Cinquanta dagli oppositori del trattato con la Germania sulle riparazioni, il cui capofila era l'ex terrorista e poi primo ministro e Premio Nobel per la Pace Menahem Begin. Il risultato dell'offesa, quale che fosse, di Amalek agli Israeliti fu la sua distruzione totale, secondo la terribile legge di guerra del tempo. Tutti i maschi adulti, umani ed animali, passati a fil di spada, le donne ed i bambini fatti schiavi, campi bruciati, eccetera. Saul, il re d'

Arrigo Levi: Israele, la pace si fa con i nemici

Arrigo Levi. La Stampa. 20/07/07. Nessuna vittoria in guerra, insegnava Rabin, avrebbe mai potuto assicurare per sempre la sopravvivenza dello Stato ebraico: ma solo la pace. E la pace, come disse per primo Dayan, la si fa con i nemici. Sperare contro ogni speranza. È lo slogan che ha accompagnato per tutta una vita chi d’istinto s’identifica anzitutto con le ragioni d’Israele, ma non ha mai ignorato o dimenticato che il conflitto israelo-palestinese è, più forse di ogni altro conflitto storico, uno scontro fra due ragioni. Chi, in un tempo pur lontano della propria vita, giudicò che non valesse la pena di sopravvivere, per un ebreo scampato alla Shoah, se non fosse sopravvissuto lo Stato d’Israele appena allora creato, e che scelse quindi di vivere, per un tempo pur limitato, una vita da Israeliano in divisa in Israele in guerra, sa bene quanto sia difficile esprimere giudizi o dare consigli su quella che dovrebbe essere la politica del governo israeliano, senza essere cittadino d’Isr

Haaretz: Israele deve fare passi concreti per la pace

È possibile raggiungere per Israele un accordo ragionevole con i palestinesi in base all'iniziativa araba, il Primo Ministro palestinese Salam Haaretz ha sollecitato un negoziato reciproco. Questa dichiarazione ragionevole, non diversa dalla posizione israeliana, è stata accolta con scetticismo da quelli che cercano una giustificazione per non ritirarsidai territori occupati. Israele non può permettersi di snobbare il discorso del presidente George W. Bush I che richiede un congresso internazionale di pace a settembre. Non può permettersi di sottovalutare che la comunità internazionale e gran parte degli Israeliani hanno espresso la necessità di porre fine all'occupazione .Gli unici due gruppi che non mostrano mai alcuna disperazione sono Hamas ed i settlers . Hamas dimostra la propria potenza con i Qassams , mentre i settlers mostrano la loro forza espandendo gli stabilimenti , azione distruttiva che sabota ogni programma logico per dividere la terra fra le due nazioni.