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Omicidi mirati l'Alta Corte di Israele pone ferrei limiti

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Editoriale di Haaretz, 18 dicembre 2006 La sentenza dell’Alta Corte di Giustizia sulla legalità degli omicidi mirati non da carta bianca a questi assassini, ne’ aiuta le forze di sicurezza israeliane a compierli. Li rende anzi più difficili, considerato che la decisione fissa per la prima volta ferree regole che rendono gli omicidi mirati un’eccezione che deve essere usata con misura hi si occupa di sicurezza dovrebbe leggere almeno le ultime tre pagine della sentenza, scritta dal presidente della Corte Suprema Dorit Beinisch. Esse contengono una chiara definizione di ciò che è permesso e ciò che è proibito, in pratica un sommario degli argomenti discussi a lungo dall’ex presidente della Corte Suprema Aharon Barak. Nonostante l’Alta Corte non abbia accolto la richiesta di mettere fuori legge gli omicidi mirati, le direttive stabilite assicurano che ogni omicidio che vada oltre questi limiti venga sottoposto al vaglio della magistratura. Se dovesse emergere, anche retrospettivamen

MAGA'.ebrei ed arabi dialogano con musiche

ebrei e arabi dialogano con musiche e immagini 1MILANO - «MAGÀ»: IN ebraico, tocco. Contatto, anche. Quindi, incontro. «Magà»: uno spettacolo - in prima mondiale questa sera alle 21, a Palazzo Reale, nella Sala delle Cariatidi - che non è solo uno spettacolo. «Va letto a due livelli - spiega Alessio Mazzolotti, 31 anni, autore teatrale e televisivo, che l’ha ideato -: uno spettacolo, appunto, costola della grande mostra "Israele Arte e Vita 1906-2006", ma anche un’esperienza, il tentativo di una task force di artisti di tutto il mondo di parlare di luoghi o di situazioni».Mazzolotti, che significa in concreto «parlare di luoghi e situazioni»?«"Magà" ha un altro padre: Yuval Avital, chitarrista, compositore e direttore d’orchestra israeliano. Insieme siamo partiti dalla volontà di creare un ponte fra Oriente e Occidente. E, insieme, tra forme d’arte differenti: musica, cinema, teatro, video art. Ed è nato questo spettacolo, che intende celebrare la vita quotidiana in

Amira Hass: Israele e Apartheid

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1 Famiglie diviseMolti abitanti di Tulkarem e Qalanswa appartengono agli stessi clan e tradizionalmente si sposano tra loroInternazionale 671, 7 dicembre 2006Il messaggio nella segreteria telefonica sembrava urgente: una voce femminile mi implorava di richiamare e spiegava brevemente il problema. Quando le ho telefonato, la donna non ha perso tempo in formalità: "Sono appena tornata dall'ospedale, dove sono stata operata. Lì ho incontrato una giovane di Qalanswa, un villaggio palestinese d'Israele, sposata a un uomo di Tulkarem (città palestinese occupata)".Molti abitanti di Tulkarem e Qalanswa appartengono agli stessi clan e tradizionalmente si sposano tra loro. Da una zona all'altra ci vogliono otto minuti in macchina: questo, perlomeno, prima che fosse costruito il muro di separazione.Dal 1991 i palestinesi non possono entrare in Israele senza un permesso individuale, e dallo scoppio dell'attuale intifada un decreto militare vieta agli israeliani (compresi

URI AVNERY: Uccideteli, Uccideteli tutti

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Uccideteli! Uccidete tutti! Tutti!C'è un solo modo di vincere una guerra in Libano: evitarla. Uri Avnery Durante la prima guerra del Libano, sono stato a Jounieh, una città a circa 20km a nord di Beirut. A quell'epoca era usata come porto per le forze cristiane. Era una serata eccitante. Nonostante la guerra stesse imperversando nella vicina Beirut, Jounieh era piena di vita. L'elite cristiana aveva passato la giornata sulla marina assolata, le donne in bikini, gli uomini a sorseggiare whisky. Noi tre (io e altre due giovani donne della mia redazione, una corrispondente e una fotografa) eravamo gli unici israeliani in città, e così ci facevano festa. Tutti ci invitavano nei loro yacht, e una ricca coppia insistette che andassimo a casa loro come ospiti per una ricorrenza familiare. Era qualcosa di davvero speciale. Le decine di parenti appartenevano alla crema dell'elite, ricchi commercianti, un pittore ben conosciuto, diversi professori universitari. I drink scorre

RabbinoLerner: guerra tra palestinesi colpa israeliana

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La guerra civile quasi in corso fra i palestinesi è colpa dell'occupazione israeliana: finché non finirà non risolveremo la questione mediorientale, non stabilizzeremo l'Iraq, e non sconfiggeremo i terroristi». Il rabbino Michael Lerner, direttore della rivista Tikkun, era uno dei consiglieri preferiti da Bill Clinton e sua moglie Hillary. Questo spiega la posizione sulla crisi mediorientale, opposte a quella dell'amministrazione Bush. I palestinesi si sparano fra di loro e lei incolpa Israele? «Hamas e Fatah si stanno scontrando per una divergenza tattica su come porre fine all'occupazione: il primo gruppo è intransigente e punta sulla violenza, mentre il secondo favorisce il negoziato politico. Alla radice, quindi, c'è il comportamento dello Stato ebraico, che non può sperare nella pace e nella sicurezza finché non avrà risolto in maniera generosa il problema della convivenza con i palestinesi». Chi appoggia Hamas e chi sostiene Fatah? «Iran e Siria sono c

Libano: strategia comune Netanyahu e neocon

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Un passo indietro per cercare di capire sia perchè avvenne la guerra in Libano sia gli intrecci pericolosi tra la destra neocon e quella israeliana: una guerra giocata sulla pelle dei cittadini israeliani, palestinesi e libanesi...e non è ancora stata debellata la strategia che la sottintende e che vede Israele,in questa fase, pedina degli Usa 1 Witnessing the near-perfect symmetry of Israeli and American policy has been one of the more noteworthy aspects of the latest Lebanon war. A true friend in the White House. No deescalate and stabilize, honest-broker, diplomatic jaw-jaw from this president. Great. Except that Israel was actually in need of an early exit strategy, had its diplomatic options narrowed by American weakness and marginalization in the region, and found itself ratcheting up aerial and ground operations in ways that largely worked to Hezbollah's advantage, the Qana tragedy included. The American ladder had gone AWOL. More worrying, while everyone here can i