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Visualizzazione dei post da luglio, 2015

Israele: i leaders israeliani nascondono la natura della violenza dei settler

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West Bank murder: Leaders fail to address nature of settler violence | +972 Magazine The murder of a Palestinian baby has provoked condemnation from Israeli leaders across the political spectrum. Yet the harsh rhetoric masks a consistent... 972mag.com  Sintesi personale L' incendio doloso nel villaggio cisgiordano di Duma  che ha ucciso il bambino palestinese Ali Saad Dawabsha  e ferito gravemente i suoi genitori e il fratello , è stato etichettato  come atto di terrorismo da parte  di quasi tutti politici   israeliani  . L'IDF   ha adottato la stessa retorica   e  ha definito l'attacco "un atto barbaro di terrorismo". Isaac Herzog  lo ha definito, invece, un "crimine d'odio". Fotografie di Ali Saad Dawabsha  sono disposte sul pavimento della sua casa di famiglia, Douma, Cisgiordania, il 31 luglio 2015. (foto: Oren Ziv / Activestills.org) In generale  la maggior parte degli

Noi non siamo dei pervertiti”: il coming out di massa di 40 ebrei ultraortodossi

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      "Noi non siamo dei pervertiti": il coming out di massa di 40 ebrei ultraortodossi All’ennesima dichiarazione omofoba non ce l’hanno fatta. Hanno aspettato, invano, un paio d’ore nella speranza che qualche altro leader replicasse. Che smentisse.... falafelcafe.wordpress.com 31 luglio 2015 leonardberberi ebraismo , gay , lgbt , omosessualità , queer , rabbino , religione , yeshiva Lascia un commento Le bandiere arcobaleno durante il Gay Pride di Gerusalemme di giovedì 30 luglio 2015. Poco dopo un ebreo ultraortodosso ha accoltellato sei partecipanti (foto di Sebastian Scheiner/Ap) All’ennesima dichiarazione omofoba non ce l’hanno fatta. Hanno aspettato, invano, un paio d’ore nella speranza che qualche altro leader replicasse. Che smentisse. Che criticasse. Quando attorno a quelle parole hanno notato solo il silenzio hanno aperto un file Word, hanno scritto alcune frasi. Poi hanno messo – un

Paola Caridi : articoli di Aprile, Maggio, Giugno ,Luglio

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  La morte stra-annunciata del piccolo Ali È solo l’ultimo di almeno 120 attacchi perpetrati dai coloni israeliani in Cisgiordania contro i palestinesi, dall’inizio dell’anno. Solo l’ultimo di 120 attacchi, secondo i dati delle Nazioni Unite che stilano con precisione... invisiblearabs.com   Se si viola la santità di una moschea July 26th, 2015 - 6:00 pm SharePochi giorni sono trascorsi dall’ultima volta che Gerusalemme era entrata nelle case degli italiani attraverso la TV. Pochi giorni fa, la Città Tre Volte Santa aveva fatto il suo ingresso attraverso la visita di Matteo Renzi a Israele/Palestina, e soprattutto attraverso il suo discorso alla Knesset. Il discorso di un presidente del consiglio leader del più importante partito della sinistra italiana. Un discorso di sostanziale sostegno a un governo, quello di Benjamin Netanyahu, dichiaratamente di destra, e altrettanto nettamente contro la soluzione dei due Stati. Ma tant’è, l’Italia è cam

Bimbo palestinese muore in casa bruciata da coloni israeliani

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Bimbo palestinese muore in casa bruciata da coloni israeliani E’ accaduto a Kfar Douma, un villaggio della provincia di Nablus. Il nome del piccolo morto è Ali Saad Daobasa, 1 anno e mezzo. I genitori e un fratellini ricoverati in... nena-news.it La casa data alle fiamme a Kfar Douma AGGIORNAMENTI: ore 14:45 Abbas (Presidente palestinese): “Presenteremo il caso alla Corte penale internazionale” Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha detto che l’Autorità palestinese farà appello alla Corte Penale Internazionale (Cpi) per investigare sull’incendio provocato dai coloni israeliani. “Stiamo preparando immediatamente la documentazione da inviare al Cpi”, Abbas ha detto ai giornalisti nel suo quartier generale di Ramallah. Il presidente ha denunciato i “crimini di guerra e contro l’umanità compiuti ogni giorno dagli israeliani ai danni del popolo palestinese”. ore 13:30      Rivlin (Presidente israeliano): “Abbiamo affrontato il

Roberto Della Rocca : La societa' israeliana oggi non e' diversa

La societa' israeliana oggi non e' diversa, purtroppo, dalle altre societa' moderne capitaliste: materialista, individualista e superficiale, con l'aggravante del conflitto mediorientale e del conflitto religioso.Il membro del parlamento che vuole radere al suolo la corte suprema di ieri l'altro, l' ultraortodosso omofobo accoltellatore di ieri e le belve fondamentaliste (ebraiche) che hanno bruciato vivo un bambino stanotte sono ulteriori segnali, e ne abbiamo avuti molti, che siamo malati.E' vero, ci sono cose, da preoccupanti a orribili, in tutto il mondo, ma qui Io vivo e qui cresco la mia famiglia, qui voglio una societa' piu' partecipante, piu' moderata, piu' accogliente per il diverso, piu' sana. Noi, maggiorita' "normale" e troppo silenziosa, non vogliamo riconoscere i segni della malattia, non e' simpatico sentirsi dire dal dottore che non sei sano. Ma non si parla di colesterolo alto, si parla

Giorgio Bernardelli :Gli israeliani e la Bibbia

La Porta di Jaffa Gli israeliani e la Bibbia di Giorgio Bernardelli In una società molto più stratificata rispetto a come la si dipinge, qual è oggi il rapporto tra gli ebrei israeliani e la Bibbia? Alcuni risultati interessanti emergono da un sondaggio condotto nelle scorse settimane in Israele in vista della Tanach Conference, l’annuale seminario biblico promosso dall’ Herzog Academic College di Alon Shvut. Intanto dall’indagine emerge che il 95 per cento degli intervistati dichiara di averne una copia in casa (anche se c’è comunque un 6 per cento che precisa di non essere sicuro di sapere esattamente dove si trovi…). Per dare un termine di paragone, la più recente indagine sugli italiani e la Bibbia - condotta l’anno scorso - stimava la presenza di una Bibbia nell’82 per cento delle case nel nostro Paese: un percentuale alta, ma non quanto in Israele. Se poi si passa alla conoscenza dei contenuti e al sign

Fra Pizzaballa: «Non abbandoniamo la Terra Santa!»

Fra Pizzaballa: «Non abbandoniamo la Terra Santa!» Le guerre in Medio Oriente e gli attentati dei gruppi fondamentalisti che hanno insanguinato anche i Paesi d’Occidente, i pellegrinaggi in Terra Santa conoscono un calo consistente. Si stima che solo dall’Italia, nell’ultimo anno, la diminuzione stia stata di oltre il 40 per cento. Con il pubblico appello che qui pubblichiamo, il Custode di Terra Santa ci esorta a ritornare ai Luoghi Santi. *** Da tempo, soprattutto a causa della paura ingenerata dalle guerre in Medio Oriente e dagli attentati perpetrati da gruppi fondamentalisti che hanno insanguinato anche i Paesi d’Occidente, i pellegrinaggi in Terra Santa conoscono un drammatico calo. Si stima che solo dall’Italia, nell’ultimo anno, la diminuzione stia stata di oltre il 40 per cento. A fronte di qualche timido segnale di ripresa, il timore di recarsi in questa Terra benedetta resta grande. Sapendo di interpretare la voce delle varie comunità cristiane ch

Uri Avnery :Dopo l’accordo sul nucleare, Israele dovrebbe diventare il miglior alleato dell’Iran

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  Dopo l’accordo sul nucleare, Israele dovrebbe diventare il miglior alleato dell’Iran di Uri Avnery E’ la tesi del grande statista e pacifista Uri Avnery, leader del gruppo Gush Shalom, sostenitore della pace fra israeliani e palestinesi. Secondo Avnery, l’Iran desidera solo essere una potenza regionale e del mondo islamico, capace di commerciare con tutti, grazie alla sua raffinata e millenaria esperienza. Di fronte, rivolti al passato, vi sono le monarchie e gli emirati del Golfo. L’Iran può essere un ottimo alleato contro Daesh. Gli abbagli di Netanyahu e dei politici e media israeliani. (Traduzione dall’inglese di AsiaNews). Tel Aviv (AsiaNews) – E se l’intero dramma fosse soltanto un tentativo d’inganno? E se gli scaltri persiani non pensassero per nulla a costruire una bomba atomica, ma usassero la minaccia per giungere al loro vero scopo? E se Benjamin Netanyahu fosse stato raggirato per diventare l’involontario e principale collaboratore delle ambizioni irani

Tasse dell'Anp troppo alte: chiude la centrale elettrica di Gaza - video

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Tasse dell'Anp troppo alte: chiude la centrale elettrica di Gaza Tensioni tra Hamas e Autorità palestinese soffocano la Striscia askanews.it Gaza (askanews) - La popolazione palestinese di Gaza, già duramente provata dalla guerra dei 50 giorni dell'anno scorso, è ora costretta a scontare le aspre tensioni che dividono Hamas, al potere nella Striscia, e l'Autorità nazionale palestinese stanziata in Cisgiordania. L'unica centrale elettrica di Gaza ha cessato la produzione per le dispute tra le due organizzazioni politiche palestinesi a causa delle tasse per il combustibile necessario alla produzione di energia. Oggi le relazioni sono al minimo storico, nonostante un governo di unità nazionale di facciata che avrebbe dovuto centralizzare l'amministrazione dei territori. Gaza è costretta a fare i conti con la peggiore crisi umanitaria mai registrata a seguito del conflitto del luglio-agosto 2014 e ha il denaro contato

Un anno fa la guerra a Gaza: Caritas, pericolo nuovo conflitto

Un anno fa la guerra a Gaza: Caritas, pericolo nuovo conflitto U n anno fa la guerra a Gaza: Caritas, pericolo nuovo conflitto it.radiovaticana.va Esattamente un anno fa Gaza viveva drammatici giorni di guerra, la terza nella zona. L’8 luglio 2014 infatti le forze israeliane diedero il via all’operazione militare ‘Margine di protezione’ in risposta al lancio di razzi e colpi di mortaio da parte di Hamas e di altri gruppi palestinesi armati della Striscia. In 51 giorni di conflitto, fino alla tregua raggiunta in Egitto a fine agosto, morirono oltre 2.200 palestinesi, di cui - riferisce un rapporto delle Nazioni Unite - 1463 erano civili e un terzo di questi bambini; 73 le vittime israeliane, perlopiù militari, e 1.600 feriti. Ma come si vive oggi a Gaza e nella Striscia? Risponde padre Raed Abusahlia, direttore generale di Caritas Gerusalemme, intervistato da Giada Aquilino: R. – Un anno dopo la fine della guerra, a Gaza e nella Striscia, niente è ca

Nella diaspora ebraica aumenta il disagio verso Israele

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World Jewry becoming ever more uncomfortable with Israel, major study finds   Most Diaspora Jews don’t believe current government is sincere in quest for peace; feel entitled to a say in country’s security policy, new JPPI research highlight   timesofisrael.com Raphael Ahren Sintesi personale L'ebraismo mondiale  trova sempre più difficile sostenere Israele a causa del  permanente conflitto con i palestinesi La tendenza sta erodendo il sostegno della diaspora per lo Stato ebraico, avverte il rapporto del  Policy Institute think tank, che sarà pubblicato ufficialmente la prossima settimana. Mentre la maggior parte degli ebrei concorda con le necessità di Israele di difendersi legittimamente  con le guerre e ritiene che  il suo esercito rispetti  elevati standard morali, vi è una crescente disagio per alcune politiche israeliane   secondo il rapporto di 100 pagine dal JPPI   Gli ebrei della Diaspora non sono convinti che Isra